04. Colloquio e avvistamenti strani.

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Canzone per il capitolo:

Ciao Adios - Anne Marie.

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Esco dal box doccia avvolgendo il mio corpo con un asciugamano bianco. Cammino a piedi nudi e bagnati verso la mia camera facendo attenzione a non scivolare, ci manca solo questa proprio il giorno in cui probabilmente otterrò il lavoro. Stamani, infatti, mi ha  chiamata il rettore di una clinica importante di Londra, avvisandomi del fatto che ha letto il mio curriculum e che nel pomeriggio mi vuole vedere per un colloquio. Immaginate la mia faccia non appena testuali parole sono arrivate alle mie orecchie, anche se non ho esultato troppo. Sono a Londra da ormai una settimana e senza aspettare mi sono messa sotto alla ricerca di un lavoro, ho fatto alcuni colloqui che sono finiti con le solite frasi del tipo ' ti faremo sapere' o 'grazie,ci terremo aggiornati', ovvero solite frasi da prese per il culo, e questo ennesimo incontro, finalmente, sarebbe stata la svolta finale dopo giorni turbolenti.

O almeno, ci spero.

I giorni passati qui in compagnia di Sophia non sono stati male; non mi sono sbagliata quando ho detto che fosse simpatica e, da quello che ho potuto constatare, anche una ragazza con la testa sulle spalle. Le battute, le risate ed i momenti normali non sono mancati mai e questo mi è piaciuto. La maggior parte del tempo l'ho passato da sola, a causa dei suoi impegni all'Università ma non mi sono lamentata, ho sfruttato il tempo per mandare curriculum a tutte le cliniche più vicine, a cercare una macchina che potesse permettermi di spostarmi e, non meno importante, a parlare con il mio migliore amico Jack. Jack vive in California, l'ho conosciuto per caso ad una festa e da lì non ho perso i contatti con lui. All'inizio ho pensato che ci stesse provando con me, date le continue battutine o le occhiatine maliziose che mi lanciava, ma poi quando ho iniziato davvero a pensarlo mi ha riso in faccia confessandomi di essere gay.

Ho riso così tanto da aver avuto i crampi allo stomaco per dieci minuti. Da quel momento in poi abbiamo legato così tanto da diventare inseparabili. Passavamo tutti i giorni insieme, uscivamo, mangiavamo, dormivamo nello stesso letto. Be', agli occhi della gente eravamo a tutti gli effetti una coppia, peccato che non sapessero del suo orientamento sessuale e della mia vita incasinata che proprio Jack mi ha aiutata a riordinare.

Ho sorriso teneramente non appena mi chiamò, rimproverandomi del fatto che non l'ho avvisato del mio arrivo e di come stessi, così gli ho promesso che mi sarei fatta sentire spesso mentre lui mi ha garantito che sarebbe venuto a trovarmi perché ' gli manco troppo'.

Indosso le décolleté nere abbinate ad un pantalone beige ed una blusa nera guardando distrattamente dalla finestra. Fisso le vetrate coperte della casa di fronte e sospiro. Dopo quella piccola figura di merda non ho più visto quel ragazzo misterioso; ho provato a sbirciare qualche volta il mattino presto o la sera, ma di lui, nessuna traccia. Suppongo che non stesse molto tempo a casa e questo mi ha incuriosita. Non ha senso tornare a casa un giorno e andare via quello successivo per non tornare più nei giorni a seguire.

Suppongo abbia una vita movimentata, chissà.

Sbuffo correndo, per quel che posso con quei trampoli, in bagno. Mi trucco in modo semplice e lascio i capelli morbidi sulle spalle.

Prendo il cellulare e sorrido leggendo il messaggio di Sophia che mi ha avvisata di star aspettando sotto casa. Così prendo la borsa, la giacca e mi catapulto fuori chiudendo la porta con un tonfo.

« Questa volta andrà bene, me lo sento.». Sophia mi rassicura per l'ennesima volta ma non mi sento per niente rassicurata visto che ha ribadito le stesse parole per gli altri quattro colloqui. Non che non ci credessi ma visto e considerato il risultato finale...

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Where stories live. Discover now