14. Io sono Bonnie e puzza sotto il naso.

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Canzone per il capitolo:

Good For You – Selena Gomez.

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Esco dal bagno rilassata, e profumata aggiungerei, e mi precipito giù per le scale mettendo tra i capelli una forcina; ogni volta i miei capelli sembrano non ascoltare le mie suppliche e questi oggetti, a volte, riescono ad essere molto utili. Sospiro spostando la coda abbastanza lunga da un lato e vado cercare Harry. In soggiorno non c'è e nemmeno sopra dato che fino a qualche minuto prima c'ero io, così vado in cucina sicura di trovarlo lì. Ma per mia sorpresa trovo una donna girata di spalle, abbastanza pienotta e con un grembiule legato in vita. Suppongo sia la governante o qualcosa del genere così mi avvicino schiarendomi la gola.

« Scusi.» mi gratto una guancia imbarazzata.

La donna si gira e mi sorride sorpresa, imbarazzata la guardo attendendo una risposta. È paffuta, ha due occhioni color nocciola ed i capelli bianchi legati in uno chignon ordinato. Si asciuga le mani sul grembiule bianco e chiude l'acqua del rubinetto. « Dimmi cara.» risponde ed il suo tono di voce mi sembra tanto quello di mia nonna, dolce e pacato.

« Oh i-io ecco, cercavo Harry ma non so dove possa essere.» spiego. « Questa casa è una reggia.» borbotto infine.

La donna ridacchia e annuisce. « Si, è abbastanza grande in effetti. » concorda. « Comunque cara, Harold è andato a fare una telefonata fuori. Prova lì.» risponde sorridendomi infine.

Harold? Rido mentalmente.

« La ringrazio.» le sorrido e mi giro pronta ad andare.

« Oh cara, la rivedrò spesso?» mi blocco a quella domanda piena di... implorazione, rimango confusa a questa 'richiesta'.

Non so minimamente cosa risponderle. D'altronde, rimanere a casa di Harry è una sorpresa anche per me. Non ho idea di quante donne abbia portato qui, centinaia, penso, e probabilmente quella domanda non è stata riservata solo a me. Mi rabbuio quando il pensiero di altre ragazze, qui in questa casa, mi martella in testa. So di non essere stata l'unica ad entrarci, soprattutto conoscendo la vita movimentata che ha, ma, in cuor mio, spero non siano state tante o che direttamente non ne abbia portata nemmeno una. Così rispondo nel modo più sincero possibile.

« Non dipende da me.» ribatto e mi guarda annuendo lentamente. « E comunque mi chiami Cheryl.» aggiungo e le sorrido dolcemente.

« Va bene Cheryl, io sono Bonnie. Adesso vada da Harold, quel ragazzo non fa altro che parlare al telefono con il lavoro che si ritrova.» borbotta e scuote il capo togliendo il panno dal tavolo.

Annuisco, « Allora vado, spero di rivederla Bonnie.» la saluto velocemente e mi dirigo all'ingresso.

La porta è aperta e capisco che Bonnie ha ragione. Ma prima che possa andare da Harry, che in questo momento si trova poggiato alla sua auto, il telefono squilla.

Il numero di Sophia lampeggia sul display e porto una mano sulla fronte dandomi della stupida per essermi dimenticata di lei. « Soph?».

«Oh Dio Cher, ma dove cazzo sei? Ti ho chiamata un miliardo di volte e non mi hai risposto! Stanotte non sei rientrata, sai che spavento mi sono presa?!» urla dall'altro lato del telefono e allontano quest'ultimo dall'orecchio. Di questo passo sarei diventata sorda prima del previsto.

« Soph, mi dispiace ma è venuto a prendermi Harry, ti ho mandato un messaggio per avvisarti, poi mi sono addormentata ed ho dormito da lui e-...» provo a spiegarle ma inizia ad urlare come una sclerata.

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Where stories live. Discover now