03. Stranezze e curiosità.

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Canzone per il capitolo:

Rockabye - Clean Bandit ft. Sean Paul, Anne Marie.

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Il mio risveglio è causato dalla pioggia londinese che sbatte freneticamente sul vetro della finestra e sorrido ad occhi chiusi affermando che si, mi è proprio mancata la mia città. Apro un occhio e poi l'altro guardandomi pigramente intorno e constato di essere davvero dove voglio essere. La camera non è troppo piccola, le pareti sono bianche e l'arredamento è semplice e moderno. Non mi lamento più di tanto, anche se prima o poi mi prenderò la briga di cambiare il colore delle pareti. Abbasso gli occhi ai miei piedi e ridacchio per una delle mie abitudini bizzarre. Ogni mattina ho la coerenza di ritrovarmi senza calze e, con il lenzuolo ben sistemato la sera prima, direttamente a terra. Non ditemi come riesco a ritrovarmi così ogni mattina perché non so rispondervi nemmeno io.

Guardo la sveglia sul comodino, manca precisamente un minuto alle nove e sbuffo poggiando i piedi nudi a terra. Prendo i calzini da terra e li indosso, lego i miei capelli in una crocchia disordinata e mi incammino per andare in bagno.

Al resto ci penserò dopo.

Esco dal bagno rinfrescata ed entro in cucina, l'odore del caffè invade le mie narici e storco il naso con disgusto. Non ho mai amato il caffè, ho da sempre preferito una tazza di tè o semplicemente latte e cereali ma la mia coinquilina mi sa che la pensa diversamente da me.

«Buongiorno tesoro, caffè?» Sophia si gira porgendomi una tazza di caffè ma rifiuto sotto il suo sguardo confuso.

« Non mi piace il caffè » ridacchio per la sua faccia da finta sconvolta.

« A tutti piace il caffè!» dice scuotendo il capo « Allora non so, vuoi latte?- apre il frigo e prende del succo- o succo?» aggiunge sorridendo.

« Mi va bene qualsiasi cosa, tranquilla. Hai dormito bene?» chiedo e mi siedo su uno dei tre sgabelli. Copia le mie azioni portando con se pancake, succo e caffè.

«Si anche se vorrei dormire per altre ventiquattro ore ma purtroppo devo andare a lezione fra poco- sbuffa addentando la sua colazione- piuttosto, tu studi?» mi chiede guardandomi di sottecchi.

« Mi sono laureata due anni fa e sono stata fortunata a lavorare sin da subito.» spiego bevendo un sorso di succo. « Sono un ostetrica da due anni e se tutto andrà bene lavorerò in una clinica privata. Ho già mandato il curriculum, spero solo che mi chiamino.» aggiungo sorridendole.

« Hai da sempre voluto farlo?» domanda.

« Sin da bambina.» rispondo e le sorrido « Ho da sempre amato i bambini o tutto ciò che riguarda quell'ambito. Amo vedere l'emozione che provano le madri nel vedere la prima volta la creatura che portarono in grembo per nove mesi. E' una sensazione meravigliosa.» confesso persa nei miei pensieri.

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SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Where stories live. Discover now