75. Spiegazioni e cosa mi aspetta...

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Canzone per il capitolo:

Your Song – Rita Ora.

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"Last night we were way up, kissing in the back of the cab 
And then you say "love, baby, let's go back to my flat
And when we wake up, never had a feeling like that 
I got a reason, so man, put that record on again"


Cheryl's Pov.

Le braccia forti e tatuate circondano la mia vita in una morsa ferrea ma allo stesso tempo delicata. Le sue lunghe dita solleticano il mio ventre provocando un sorriso da ebete sul mio viso. Il mio corpo irrigidito  – ormai abituato al suo tocco – si rilassa immediatamente e la familiarità delle sue braccia, del suo respiro e delle sue labbra sul mio collo mi tranquillizzano del tutto. Il leggero venticello investe il mio viso ma non è fastidioso come le altre sere, sorrido infatti quando l'aria accarezza le mie guance e di conseguenza fa svolazzare i miei capelli.

« Pensavo non venissi più.» mormoro, poggiando d'istinto le mie braccia e le mia mani sulle sue. In assenza della giacca che ho lasciato all'ingresso il calore propagato da queste ultime è sufficiente a non farmi patire il freddo.

« Perché non avrei dovuto?» dice lasciando un altro bacio proprio sotto l'orecchio, inclino il capo abbandonandomi alla dolcezza del tocco e sospiro assorbendo tutte queste piccole attenzioni che mi sono mancate.

«Ti ho cercato e non ti ho trovato e... non lo so.» rispondo in un piccolo sospiro.

Le sue labbra si increspano in un sorriso e me ne accorgo perché nasconde il suo viso nella piega del mio collo, « Ti ho vista, ho aspettato che finissi di salutare tutta questa gente.» spiega e ridacchio.

«Dove ti sei nascosto?» mi volto non sciogliendo la presa sui miei fianchi e facendo attenzione al fianco danneggiato.

I suoi occhi scrutatori brillano nel buio e per alcuni secondi rimango inerme a fissare quelle gemme adesso scurite dalla poca luce presente in giardino, e a fissare il bagliore – che nonostante tutto – riesco a vedere senza alcun filtro. Gli angoli della sua bocca carnosa sono sollevati in un sorriso dolcissimo, e di riflesso, i miei si increspano in un piccolo sorriso timido. È disarmante la sua bellezza e molte volte – nonostante passi parecchio tempo con lui – arrossisco ancora. È bello Harry e non ci sono giorni in cui la mia testa affermi il contrario.

Ai miei occhi, probabilmente, appare bellissimo anche con un sacchetto in testa.

Le sue dita prendono ad accarezzare il mio volto, e socchiudo gli occhi inclinando il capo quando il palmo della sua mano si apre accogliendo la mia guancia calda.

« Ero infondo alla stanza.» risponde, « E poi, credi che porterei qui mia madre e mia sorella e me ne andrei a casa?» domanda retorico dandomi un buffetto sul naso.

Arriccio quest'ultimo e spalanco gli occhi, « Che maleducata, nemmeno le ho salutate!» sbatto la mano in fronte.

Ridacchia, « Le saluterai dopo.» afferma.

Annuisco respirando profondamente e abbassando lo sguardo sulla sua mano, « Sai che qualche mese fa sono venute entrambe in clinica?» lo informo afferrando quest'ultima, giocando distrattamente con gli anelli che adornano le sue dita lunghe.

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Where stories live. Discover now