53. Piani diabolici e sono sicura.

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Canzone per il capitolo:

Dream It Possible - Delacey.

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" Parlava spesso del passato,

come se volesse

recuperare qualcosa."


Cheryl's Pov.

È passata una settimana dal giorno in cui ho 'sfondato' letteralmente lo studio di Collins per lamentarmi degli orari completamente stravolti. Considerando i miei due anni lavorativi, questi sette giorni sono stati i peggiori che abbia mai passato qui in questa clinica, che come oggi, non ho più intenzione di rivedere. Il semplice fatto che avesse aggiunto turni lavorativi, lasciandomi solo qualche ora libera per mangiare e per riposarmi, mi ha distrutta. Non faa altro che seguirmi e impartirmi ordini; " Occupati di questa paziente" , " Assicurati che la forcipe sia ben disinfettata, non vorrei che venisse qualche paziente con qualche infezione" oppure " Svegliati Cheryl! Il lavoro non aspetta te!". Sta letteralmente rompendo le ovaie e probabilmente se avesse continuato così, gli avrei urlato contro. Non me ne può fregar di meno del fatto che sia un mio superiore, direttore o merdate simili. Ho acconsentito al raddoppio delle ore perché il suo ruolo gli permette di farlo, ed io non posso lamentarmi, ma non avrei mai acconsentito, o almeno per sempre, ai suoi ordini così frequenti. Si comporta come se fossi una ragazzina alle prime armi, ciò che non sono. Ho provato a tenere a bada i miei nervi, annuendo solamente e mordendomi la lingua quando molte volte ironizza sulla mia presunta scelta lavorativa, ma quando esagera, anche la persona più pacata e tranquilla del mondo, si infuria.

Tolgo i guanti, furiosamente, gettandoli sul bancone. Lavo le mani nonostante non mi sia porcata e afferro un panno pulito eliminando i residui d'acqua. Sono appena uscita dalla sala travaglio e nonostante avessi fatto un bel lavoro, -senza nessun tipo di intoppo- e nonostante i miei occhi si chiudessero per la stanchezza, quell'emerito coglione di Collins non ha perso tempo nel rimproverarmi comunque, cercando quel pelo nell'uovo che fondamentalmente metteva lui stesso. Sono già stanca di lui, dei suoi ordini, dei suoi richiami e della sua voce. Non capisco cosa se prova gusto a comportarsi così e soprattutto cosa voglia solo da me.

« Cher? Stai bene?» sobbalzo quando mi accorgo di Liz che osserva i miei movimenti frenetici.

« Si, benissimo.» ironizzo gettando nel cestino i guanti sporchi.

Liz toglie i suoi guanti e si lava le mani, ridacchiando per la mia risposta più che ovvia.

« Collins ti dà del filo da torcere.» afferma l'ovvio lanciandomi un'occhiata.

Tolgo il camice e scuoto il capo, « Sono stremata ma fa finta di non accorgersene o direttamente non vuole, visto che continua a dettare legge.» dico legando poi i capelli in uno chignon disordinato, mi guardo allo specchio e quasi salto sul posto quando mi rendo conto dei cerchi neri attorno agli occhi.

« Secondo me vuole metterti alla prova, se si comporta così con te un motivo ci sarà.» afferma scrollando le spalle.

« Se così fosse, sta davvero esagerando.» borbotto, indossando i jeans ed il maglioncino che ho portato da casa.

Liz segue le mie azioni ridendo, le lancio un'occhiataccia di ammonimento ma l'unica cosa che fa è una linguaccia infantile.

Usciamo chiudendo la porta alle nostre spalle e a passo lento attraversiamo tutta l'ala est, fermandoci poi a parlare qualche minuto con Cass per i turni di domani. Fortunatamente, oltre Collins, ci sarà anche lei, essendo appunto la spalla destra del Signor. Hoffman. Non avrò un'altra giornata di stress causato da quel ragazzo tutto muscoli e, finalmente, mi concederò una mattinata meno frenetica.

SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora