8. Nessuna autorizzazione

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Quando alle sei di mattina Emma fa ritorno dal suo turno di notte, salutando con un gesto del capo il soldato Lodge che, ovviamente, se ne va in silenzio, nota tre ragazze del suo dormitorio mettersi in piedi prima delle altre, avendo il primo turno.
Si avvia silenziosamente lungo il corridoio centrale, avvicinandosi al suo letto. Martha dorme ancora con le labbra leggermente schiuse e i capelli neri sul viso.
Emma si toglie il suo camice, appendendolo sulla scaletta del suo letto, arrampicandosi su essa e gettandosi a peso morto sul materasso. Si addormenta di colpo.

Quando riapre gli occhi, è da sola nel dormitorio. Si mette seduta, vedendosi ancora completamente vestita. Sposta lo sguardo al di là della finestra con le sbarre, notando il sole già basso e un brontolio allo stomaco. Corre in bagno a farsi una doccia, rimanendo in piedi sotto il doccione e lasciando che l'acqua le accarezzi la pelle. Dopodiché si veste subito, tamponandosi i capelli con l'asciugamano e sistamandoli in un rapido chignon, uscendo dal dormitorio e correndo verso la mensa. Seduti intorno al tavolo trova Micheal, Joe e Mathilda, una ragazza con cui non ha mai parlato ma che conosce.
"Ehilà!" saluta Micheal, sollevando una mano per richiamare l'attenzione di Emma. "Vieni qui!" La ragazza sorride, poi va prima a prendersi qualcosa da mangiare, e dopo si va a sedere tra loro. "Conoscete tutti Emma, vero?"
Mathilda annuisce, portandosi alla bocca un pezzo di pane. Joe le fa l'occhiolino. "Come è andata la nottata?"
"Stranamente bene. O meglio, non c'è stata alcuna emergenza."
Joe beve un sorso d'acqua, girandosi poi a guardare i suoi compagni seduti al tavolo. "Sapete che io ed Emma veniamo dalla stessa città?"
"Phoenix?" conferma Micheal, sorridendo. Emma annuisce, spostando gli occhi sul ragazzo biondo e dallo sguardo di ghiaccio. "Io sono di New York" continua lui, guardando Mathilda. "Tu?"
"Houston" aggiunge la ragazza, continuando a masticare il suo pezzo di pane.
All'improvviso due braccia si avvinghiano al collo di Emma, quasi strozzandola mentre si prepara ad ingerire il boccone di insalata. Martha la stritola in un abbraccio da dietro, cullandola leggermente. "Buongiorno" le dice.
Emma tossicchia, spostandosi dalla stretta dell'amica. "Ciao anche a te. Dillo che avevi intenzione di uccidermi."
"Mi hai scoperta. Peccato. Allora vorrà dire che lo farò mentre dormi. Anche perché non ti accorgeresti di nulla, per quanto sia profondo il tuo sonno."
"Ma stai zitta" le dice Emma, afferrando l'amica e facendola sedere al suo fianco. "Come sta andando la giornata?"
"Mi hanno spostato in pediatria. Non ho mai sentito dei bambini piangere così forte, incredibile. Sembrava volessero strapparsi i polmoni dal petto." Si sistema sulla sedia accanto ad Emma, salutando con un gesto della mano i presenti al tavolo. Indugia un attimo di più su Micheal che, in risposta, le fa un rapido occhiolino. Martha alza gli occhi al cielo.
"Emma!" dice improvvisamente una voce dal fondo della mensa ormai quasi deserta. La ragazza si gira, cercando con lo sguardo la provenienza di quella voce e nota la testa di Richard fare capolino dalla porta d'ingresso.
"Scusatemi un attimo" dice lei, mettendosi in piedi. Martha si sporge nella direzione verso cui Emma si sta dirigendo e stringe le labbra in un breve sorriso.
"E' il fratello" dice semplicemente.
Micheal allunga la testa in quella direzione, vedendo al di là di Emma. Scorge il viso di Richard e nota Mathilda fare un sospiro. "E' proprio bello. Lo vedo spessissimo, qui."
Micheal alza un sopracciglio. "Credete che quell'uomo sia affascinante?"
Martha si gira come a volerlo fulminare sul posto. "Perché, a chi altro calzerebbe a pennello quell'aggettivo? A te, per caso?"
Micheal le sorride furbo, portandosi il bicchiere alle labbra. "Tu lo hai detto."
Ma Martha scuote la testa, guardando l'amica uscire dalla mensa e richiudere la porta alle sue spalle.
Emma si avvicina a Richard e lo trova intento a parlare con un uomo alto e dal portamento fiero. Ha un cappello in testa, degli occhi verdi che scrutano il fratello dalla sua altezza e due baffi rossi che gli decorano il labbro superiore. Quando Emma li si avvicina, l'uomo raddrizza le spalle, accennando un sorriso. Richard allarga il braccio per accogliere la sorella e introdurla all'uomo che gli è di fronte. Emma scorge gli occhi verdi smeraldo dell'uomo, qualche lentiggine cosparsa sulle gote e un principio di barba sulla mascella.
"Emma, lui è il Tenente Generale Rossi. E' venuto a trovarmi, considerata la nostra amicizia e fiducia dopo un anno di combattimento più a Est. E' italiano"
Il Tenente abbassa il capo. "Perché questa precisazione colma di sufficienza?" dice scherzando, per poi prendere gentilmente con la mano quella di Emma, lasciandole un delicato bacio sul dorso. La ragazza sente la pelle solleticata dai baffi e sorride all'uomo. "E' un piacere conoscere la sorella di uno dei migliori soldati con cui abbia avuto il piacere di collaborare. E' un grande orgoglio vedere una giovane donna giungere qui a prestare servizio." Il suo inglese è intriso di accento italiano che trasuda dalla sua parlata che, alle orecchie di Emma, sembra molto più sofisticata e precisa.
"Vi ringrazio" risponde lei, sfilando delicamente la mano da quella del Tenente. "Non sapevo mio fratello avesse lavorato con voi. Non so molte cose di lui" dice, lanciando una rapida occhiata a Richard in piedi al suo fianco.
Il Tenente Rossi si sfila il cappello dalla testa, mostrando i suoi capelli rossi ben pettinati e tirati indietro. "L'ho praticamente addestrato" dice, girandosi il cappello tra le dita, "ed è da subito stato più propenso all'apprendimento di tutti i suoi colleghi. Mi dispiace non abbia mai fatto il mio nome" aggiunge con finto tono risentito.
"Non si preoccupi" dice subito Emma con un sorriso, "non è stata colpa sua. Le comunicazioni tra noi, negli ultimi anni, sono state misere e complicate."
"Oh, lo so benissimo. Ci sono passato anche io, quando ero più giovane" dice, accennando un sorriso sotto i suoi baffi curati. "Ora scusatemi, ma ho alcune pratiche da controllare e uomini con cui discutere. A presto, signorina Jensen" dice, mettendosi il cappello in testa. "A più tardi, soldato Jensen" aggiunge, salutando Richard con un gesto secco della mano sulla fronte.
Il fratello ricambia, poi appena il Tenente si allontana si gira verso la sorella. "Comunque volevo avvisarti che da domani è probabile che mi mandino in battaglia."
Emma ingoia a vuoto, stringendo le labbra. "Sta' attento, ti prego."
"Lo sono sempre" dice lui, avvicinandosi il capo della sorella e lasciandole un bacio sulla fronte. "Mi raccomando a te." E si allontana verso la stessa direzione imboccata dal Tenente.
Emma si accarezza il braccio scoperto, poi ritorna in mensa per ripulire la sua postazione.
Martha la attende al tavolo, mentre ride e scherza con gli altri ragazzi che tengono sempre conto dell'orario che passa. Quando si risiede al tavolo nota Micheal ridere con Martha e si ritrova a sollevare un sopracciglio, sospetta. Ma non dice niente, continua a guardarli in silenzio, fin quando Martha non la richiama con un leggero tocco sulla spalla.
"Cosa voleva tuo fratello?"
Emma scuote le spalle, mentre termina il suo ultimo boccone di insalata. "Mi ha semplicemente presentato un collega."
Martha annuisce comprensiva, mentre si mette in piedi e afferra con due mani il suo vassoio pieno. "Bene, è arrivato il momento di tornare a lavoro."

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