23. Implicitamente e inconsciamente

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Il giorno dopo, quando Emma si mette in piedi scendendo dal suo letto con un rapido balzo, si avvolge un plaid intorno alle spalle magre e va in bagno, riflettendosi nello specchio appeso sulla parete sopra il lavandino. Chiude la porta a chiave, appoggiandosi poi le mani sulle guance magre. Ha le borse sotto gli occhi, delle piccole bollicine sulle guance e le labbra screpolate. Si lava il viso, sentendo il gelo dell'acqua trapassarle la pelle, quando degli ordini concitati vengono emessi appena fuori il suo dormitorio. Si asciuga il viso e ritorna nella stanza, dove altre colleghe si mettono in piedi e aprono la porta per vedere cosa sta succedendo. L'aria fredda delle dieci del mattino entra di soppiatto nel dormitorio, disseminando brividi in tutte le ragazze e coperte spostate dal vento freddo. Tutte si chiudono nei loro cappotti, tendendo le orecchie per capire cosa stia accadendo lì davanti, dove diversi soldati chiedono spazio e dei camion coprono la visuale. Una barella viene trascinata - lo si capisce dalle ruote appena visibili da sotto il camion - e quando esce allo scoperto, rivela un corpo coperto da un lenzuolo bianco. Emma guarda la scena impassibile, sebbene il ritrovamento di un altro corpo non porti nulla di buono. Anzi, peggiora di gran lunga tutti i pensieri in fermento nella sua testa. Emma chiude gli occhi, girando la testa e avviandosi verso il letto di Martha, dove l'amica è ancora stesa, con il piumone che la copre fin sotto al mento e la mano vicino alle labbra. I suoi occhi sono aperti, eppure non si muove. Sbatte lentamente le palpebre, come se lì davanti non fosse successo niente di particolar nota. Emma le appoggia una mano sulla spalla. Entrambe sentono un vuoto dentro il loro petto e, sebbene non piangano più, è ancora lì, come un macigno per cui occorerrà del tempo prima che si distrugga, lasciando però sempre tracce della sua passata presenza. Entrambe sanno perfettamente quanto sia indespensabile che la vita vada avanti, che le persone se ne vanno costantemente, eppure è ancora troppo presto.
Anzi, è proprio Joe che se n'è andato prima del previsto e niente potrà mai cambiare quanto la sua mancanza influisca sui loro animi. Era simpatico, sempre disponibile e con il sorriso sulle labbra, educato, rispettoso e dedito al proprio lavoro come pochi sanno esserlo. Trovarlo per i corridoi, scambiarci anche solo un saluto era sempre un piacere, perché sebbene uno potesse anche non conoscerlo bene, metteva immediatamente a proprio agio perché Joe era una persona alla mano, buona e che di certo non meritava una fine del genere. La sera prima, imbarcato sul primo aereo disponibile, è stato riportato a Phoenix, nella sua terra, lasciando un vuoto palpabile tra Emma, Martha e Micheal che, in silenzio, hanno visto l'aereo decollare e sparire sopra le nuvole scure.
"Joe non vorrebbe che noi adesso stessimo così" dice Martha con voce rotta e resa bassa dalla spessa coperta. Emma annuisce, stringendosi con l'altra mano la coperta alla base del collo pallido. "Perché gli hanno fatto una cosa del genere?" continua, spostando i suoi occhi su Emma. "Non credo ci sia stato davvero qualcuno che gli volesse del male."
Emma scuote la testa, leccandosi le labbra. "Non lo so, Martha. Non so perché sia successo proprio a lui." E le torna immediatamente la scena in testa, quell'immagine terribile del migliore amico steso su una pozza di sangue che si allargava ad ogni secondo nell'atrio dell'ospedale.
"Ti hanno interrogato pensando sia stata tu."
Emma annuisce. "Lo so."
Martha continua a guardarla, stringendosi la coperta tra le mani. Le sue labbra sono nascoste dalla coperta. "Non sei stata tu, vero?" chiede, e a quel punto Emma si sente cadere il mondo addosso.
"Lo pensi davvero?" dice, con occhi sgranati. "Credi davvero io possa essere stata l'artefice di un omicidio di quel genere?"
Martha continua a guardarla, senza fare alcun tipo di smorfia. "Non dico sia stata tu, ma è evidente che ormai c'è una persona che uccide chi le capiti a tiro e può essere chiunque."
"E tu dubiti proprio di me?" Emma scatta in piedi, guardando l'amica e scuotendo piano la testa.
"Dubito di tutti, ormai" dice Martha, scoprendo le sue labbra pallide da sopra la coperta. "Così come stanno facendo tutti gli altri. In quest'accampamento è scomparsa la fiducia."
"Non credevo però che la tua nei miei confronti vacillasse fino a questo punto." Emma si allontana dall'amica, prendendo il cappotto e liberandosi della coperta di plaid. La lancia sopra il suo letto, preparandosi ad abbandonare il dormitorio. Quando esce all'aria aperta, il vento le punge le guance e nota diversi soldati parlottare tra loro. Scorge suo fratello parlare con il dottor Rule animatamente, il Tenente Rossi che sussurra qualcosa ad altri soldati e John sistemarsi la canna del fucile in vita. Alcuni infermieri rientrano in ospedale, oppure escono sibilandosi qualcosa che il vento fa disperdere in aria. John controlla la zona con i suoi occhi chiari stretti, perlustrando ogni singolo movimento come un cane da caccia pronto a cogliere ogni gesto sospetto. Quando i suoi occhi incontrano Emma, si rilassa e abbassa le spalle, facendo qualche passo nella sua direzione. "Ti senti meglio? Mi dispiace per la tua perdita" dice, portando una mano al viso di Emma e lasciandole una delicata e rapida carezza sulle guance arrossate dal freddo.
"Grazie" dice lei, lanciando di sfuggita delle occhiate agli altri soldati. "Cosa è successo?" chiede.
John Letterman si lecca le labbra e con un rapido gesto della mano si sistema il cappello sulla fronte. "E' stato trovato un corpo. Ero di comandata con altri cinque soldati - quelli con cui il Tenente sta parlando in questo momento - e lo abbiamo visto steso e nascosto da alcune pietre. Il sangue era ormai essiccato." Un brivido serpeggia lungo la pelle delle braccia di Emma che ingoia a vuoto. "E' probabile che sia morto tre giorni fa, secondo quanto il paramedico abbia detto." John abbassa lo sguardo, mordendosi un lato della labbra. "E' una situazione che mette i brividi" e poi guarda Emma. L'infermiera coglie l'allusione del soldato e stringe i denti. "E' il quarto assassinio, Emma. Come si era sperato."
"Nessuno ha sperato una cosa del genere, John."
Il soldato la guarda, puntando i suoi occhi in quelli cervoni di Emma. Non dice niente.
Emma lo ricambia, non osando aggiungere altro.

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