25. "Lo siamo davvero?"

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"Guarda un po' qui" dice Richard dopo che Emma ha aperto la porta del dormitorio. Lo trova in piedi di fronte l'ingresso con due brownies tra le mani. Sono le sei del mattino e le sorride con i suoi profondi occhi blu. I capelli sono nuovamente rasati e un'ombra di barba inizia ad increspargli la mascella definita. "Li ho trovati stamattina in mensa e stavano per finire, considerato quanto tutti si buttino in avanti per prendersi i pezzi migliori." Ne porge uno alla sorella, servendoglielo su un tovagliolo. "Buongiorno. Ma soprattutto, buon compleanno!"
Emma sorride, mordendo subito il brownie e sentendo il cioccolato invaderle la bocca. "Grazie mille." Chiude gli occhi, assaporandolo. "Ma è buonissimo!" dice, sistemandoselo sul tovagliolo. "Sembra tanto quello che ci faceva il nonno, ricordi?"
Richard annuisce, masticando. "Vero, anche se i suoi erano comunque migliori di questi." L'accampamento inizia a prendere vita alle spalle di Richard, con i soldati che si mobilitano smistandosi per l'allenamento o partendo per la battaglia. I camion iniziano a mettersi in moto, entrano ed escono dall'accampamento prendendo e lasciando soldati. "Come passerai questa giornata?" chiede Richard con gli occhi puntati avanti a sè.
Emma scuote le spalle, mordendo l'ultimo pezzo di brownie e pulendosi le labbra dalle briciole. "Come sempre a lavoro. Per il resto delle persone qui dentro è solo il venti febbraio, Richard."
Il fratello alza gli occhi al cielo, leccandosi le labbra. "Sei sempre così seria, non cambi mai." Si siede sul gradino, aspettando che la sorella gli si metta accanto. Emma appallotola il tovagliolo, stringendolo tra le sue dita infreddolite. Si siede vicino il fratello, con gli occhi fissi sulla strada innanzi a loro. Richard sposta lo sguardo sulle sue scarpe, mordendosi il labbro inferiore. Un nuovo taglio gli è comparso sulla guancia, ma si è già rimarginato. "Sai, sorellina" dice, parlando a bassa voce. "Le voci ci mettono poco a raggiungere ogni angolo di quest'accampamento."
Emma stringe le labbra, prendendo un ampio respiro. Sorride. "Sapevo che, alla minima occasione, ti saresti fatto vivo per parlarmi di ciò che sai."
"Voglio soltanto assicurarmi che tu stia bene, considerati i trascorsi tra te e quel soldato."
Emma si volta verso il fratello, appoggiandogli una mano sulla spalla. Il cappotto pesante le rende difficile ed impacciato ogni movimento, anche il più semplice. "Va tutto bene, Richard. Non hai niente di cui preoccuparti."
"Ma non lo conosci bene, Emma-"
"Nessuno sa mai tutto dell'altra persona. Conosco a malapena te, figuriamoci."
Richard abbozza un sorriso, puntando i suoi occhi blu sulla sorella. "Promettimi che al minimo problema correrai da me." Emma annuisce, ma il fratello continua a parlare: "E smettila di gironzolare per questo accampamento cercando di scoprire il volto di un presunto assassino."
"Non è il nostro primo problema, Richard! Vogliamo prima capire che strada sta seguendo. Il dottor Rule ha messo una guardia per ogni ingresso e guarda un po'? Non è successo nulla negli ultimi dieci giorni. Non ti senti più al sicuro?"
Richard solleva un sopracciglio. "Lo siamo davvero?" chiede. A quel punto guarda la sorella negli occhi prima che il rumore di un camion di rientro colga la loro attenzione. Un contingente militare scende dal mezzo, ritornando dalla loro battaglia. Quando gli occhi di Emma incontrano il viso di Stephen che aiuta alcuni suoi compagni ad uscire dal retro del camion sorride e il fratello segue la traiettoria del suo sguardo. Richard stringe le labbra. "Va' da lui" dice, mettendosi in piedi e infilando le mani in tasca. "Sebbene non mi sia simpatico e non lo approvi al cento per cento, sono pur sempre diversi giorni che non vi vedete. Capisco quando è il momento di farsi da parte."
Emma lascia rapidamente un bacio sulla guancia del fratello e gli pone il suo tovagliolo in mano, sorridendogli a denti scoperti. "Grazie, ti voglio bene." Richard stringe le labbra e se ne va. Emma lo supera correndo e il rumore dei suoi passi che premono sul terreno fa girare Stephen di soprassalto. Emma gli finisce addosso, agganciandosi con le braccia dietro la sua schiena muscolosa. Preme la sua guancia contro il giubbotto pesante del soldato, respirando velocemente. Stephen le porta una mano sui capelli sciolti, accarezzandoglieli lentamente.
"Bentornato" dice lei, sollevando poi la testa verso di lui. Stephen si abbassa su di lei e fa avvicinare la labbra di Emma alle sue, baciandola delicatamente. "Sono felice che tu stia bene" ammette lei, mordendosi le labbra. "Considerato quanti feriti ci siano stati negli ultimi tre giorni."
"Ricordati che sarò sempre un ottimo soldato" le dice lui, lasciandole una rapida carezza sul viso freddo. "Ora però devo rientrare e aggiornare Rule. Ci vediamo dopo il turno, se vuoi." Emma annuisce, leccandosi il labbro inferiore. "Si è scoperto qualcosa, durante la mia assenza?"
L'infermiera scuote il capo. "Non c'è mai stata così tanta tranquillità qui dentro."
Stephen stringe le labbra, sbattendo piano le palpebre sui suoi occhi scuri. "Per fortuna. A dopo." Le lascia un bacio sulla fronte e si stacca da lei, seguendo il gruppo dei suoi colleghi. John esce proprio in quel momento dal corridoio, con il cappello abbassato sul viso e la mano stretta sul calcio del suo fucile. Il suo colorito è particolarmente pallido. Emma lo osserva mentre si mette in posizione di comando, con lo sguardo puntato in avanti e gli occhi immobili. Stringe le labbra e rientra nel suo dormitorio, preparandosi per l'inizio del turno.
Quando abbottona le ultime asole del camice, sente la porta del bagno riaprirsi. Da lì esce Martha con l'asciugamano intorno al corpo stretto sul seno. Ha l'intimo in mano e quando si approssima al suo letto, aspetta in disparte che Emma recuperi il suo tesserino dal comodino per potersi sedere.
Emma si accorge di lei, ferma in piedi, e si gira a guardarla mentre aggancia il suo tesserino alla taschina sul petto. "Puoi sederti, sai? Non mi dai fastidio."
Martha stringe le labbra e si siede sul suo letto, abbassando le spalle a appoggiando l'intimo al suo fianco. Emma si mette sulle punte per recuperare il cappotto appoggiato sul letto e se lo infila, spostandosi leggermente da lì. Quando solleva la cerniera Martha blocca il suo polso per catturare la sua attenzione. Emma getta una rapida occhiata sul gesto dell'amica, prima di puntarle gli occhi addosso.
"Buon compleanno" le dice Martha, cogliendo Emma di sorpresa. L'infermiera aggrotta le sopracciglia, liberandosi dalla sua stretta.
Annuisce. "Grazie" risponde, prima di darle le spalle e uscire dal dormitorio.
Martha segue i suoi passi, poi una volta uscita rilascia un lungo sospiro e si sbilancia in avanti per sistemare la sua biancheria all'interno del comodino. Essendo i cassetti incastrati e dall'apertura abbastanza complessa in quanto privi di maniglie, deve far uscire prima quello di Emma e poi il suo. Prima di richiudere quello dell'amica lancia una rapida occhiata alla rosa essiccata che giace alla base del cassetto, chiusa in una pellicola trasparente e nascosta da qualche calzino messo alla rinfusa. La nota, vedendo i petali aver perso il loro colore rosso. Prende un ampio respiro e stringe le labbra, chiudendo il cassetto di Emma.

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