21. "Cosa staresti insinuando?"

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"Dunque" dice Joe, dopo aver ordinato il suo cibo e averlo messo sul vassoio. Lancia un'occhiata ad Emma al suo fianco, poi si adopera per cercare un tavolo libero all'interno della mensa.  C'è aria consumata, lì dentro. "Adesso ci sediamo" continua Joe, spostando la sua sedia e mettendosi a sedere per primo all'unico tavolo libero, "e mi dici cos'è successo tra te e il soldato Lodge perché, te lo dico francamente, non ci sto capendo assolutamente niente."
Emma alza gli occhi al cielo, spezzandosi un pezzo di pane dalla pagnotta. "Te l'ho già raccontato tre volte da quel giorno. Ho chiuso con lui."
"Ma non me lo spiego!" sbotta l'amico, guardando Emma negli occhi sebbene lo sguardo della ragazza sia abbassato sul suo piatto. "Credo che il tuo discorso - che ormai conosco a memoria - sia privo di senso. Completamente." Emma infilza il primo di pezzo di carne con la forchetta, esaminando qualche eventuale risiduo di grasso. "E questa tua indifferenza mi sta facendo alterare il sistema nervoso."
L'infermiera sbuffa, portandosi il boccone alla bocca e masticando rapidamente, incrociando le braccia sotto al seno e guardando dritto in viso il suo collega. "Perché mai, scusa?"
"Perché tu non sei indifferente, Emma! E' da quando siamo arrivati qui a settembre che non fai altro che sparlare del soldato Lodge, di quanto ti desse fastidio che a malapena ti salutasse, di quanto fossi indecisa - i primi tempi, almeno - se accettare o meno la sua proposta di allenamento. Il semplice fatto che lui si sia reso disponibile" solleva una mano per bloccare sul nascere qualsiasi risposta da parte di Emma, "al di là che la sua assenza, quel giorno, abbia portato un po' di problemi con sè, indica un palpabile interesse nei tuoi confronti. Possibile che tu sia così profondamente stupida?"
"Ehi!" dice la ragazza, gettandogli un pezzo di pane.
"E' vero, amica mia, e qui dentro sono l'unico - a parte Martha - che te lo può dire in faccia senza che tu possa anche solo pensare di tagliarci fuori dalla tua vita. Il costante pensiero del soldato Lodge nella tua testa segna un minimo interesse nei suoi confronti, altrimenti non avresti, alla fine, accettato di assecondarlo negli allenamenti. Sei anche uscita con lui una sera, dannazione. Perché hai annullato ogni singola cosa? Giuro che si mi ripeti di nuovo, per l'ennesima volta, che è colpa sua, ti svuoto il piatto di minestra tra i capelli."
Emma sbatte le palpebre e prende un ampio respiro. "Mi ha mentito, Joe. Va bene, non lo dirò di nuovo, ma almeno mi doveva un minimo di sincerità. Forse se me lo avesse detto prima, non avrei reagito allo stesso modo (o magari sì, non potrei mai saperlo), ma il fatto è che mi ha praticamente abbindolata, capisci? Mi ha fatto pensare che lo facesse solo perché fosse giusto e regolare-"
"Ti è così difficile pensare che lui l'abbia fatto perché gli piaci, Emma? Ti sembra così assurdo?" Joe la guarda dritto negli occhi cervoni, masticando il suo boccone. L'infermiera scuote la testa e le torna in mente l'espressione di Stephen l'ultima volta che hanno parlato, la sua fronte distesa, gli occhi tristi, le labbra piegate verso il basso e la mascella serata. Strizza gli occhi per ricacciare indietro quell'immagine. "E posso solo immaginare quanta tristezza tu abbia provato quando l'hai saputo. Davvero. Conoscendoti, ho l'immagine perfettamente impressa nella mia mente e niente e nessuno mi fermerà dal pensare che il tuo pianto - perché sono sicuro che i tuoi occhi abbiano versato più lacrime di quanto tu stessa abbia mai potuto pensare di dedicare a quell'uomo - non fosse dettato solo dalla delusione e dalla rabbia verso quel segreto mantenuto più di quanto il soldato avrebbe voluto, ma che c'è dell'altro che ti ha spinto ad essere triste ripensando costantemente a quell'uomo, solo che stai cercando in tutti i modi di tenerlo nascosto persino a te stessa, celando... qualunque cosa sia così in profondità che quasi non ci pensi più, tanto sei scema."
Emma si porta una mano alla fronte, passandosela sopra più volte. "Mi stai facendo il lavaggio del cervello. Avresti dovuto fare lo psicologo."
"Credo che ore e ore a parlare con persone depresse, tristi e sole mi porti ad approfondire cose che mai avrei praticato in altre circostanze. E comunque no, niente lavaggio del cervello. Sto solo cercando di farti dubitare di ogni tuo pensiero."
"Ma grazie, Joe, ne ho proprio bisogno adesso."
Il ragazzo le sorride, mettendo in bocca un altro pezzo già tagliato di carne. "Sciogli un po' il ghiaccio che hai in petto, Emma."
L'infermiera fa schioccare la lingua contro il palato, rimanendo in silenzio e ripensando al discorso dell'amico.
Lei è indubbiamente arrabbiata con il soldato per il torto che le ha fatto, ma se Joe avesse un poco ragione? E se tutta la sua rabbia fosse dovuta ad una delusione diversa?

The bulletWhere stories live. Discover now