Capitolo 37

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C A P I T O L O 37

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C A P I T O L O 37

Il grande giorno era arrivato

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Il grande giorno era arrivato. Aspettavo davanti al cancello con le mani davanti al grembo e il mio abito azzurro, i grandi cancelli di Neverland spalancarsi per lasciare passare una limousine nera e due grigie auto a fargli da scudo.
Michael era di fianco a me, stretto nella sua camicia blu di cotone.
Erano passati giorni da quando Lisa si era decisa di ritornare dalla sua famiglia e giorni da quando io e Michael non ci fermavamo in conversazioni che non riguardassero il lavoro.
Abbiamo sempre mantenuto un rapporto professionale davanti ai colleghi e ai suoi bodyguards, ma con il passare del tempo e dei giorni, mi sembrava di sprofondare in una grande menzogna che nessuno conosceva.
Ero innamorata di lui, avevo lasciato che catturasse il mio cuore senza lasciarmi via di scampo, ed era per questo che restare lontana dalla sua presenza mi lacerava una parte importante del mio corpo.
E in quel momento, separati soltanto da qualche centimetro, Michael ed io osservavamo in silenzio l'auto attraversare con massima eleganza i cancelli possenti di quel posto da favola.
Angie e i bambini erano arrivati.
Angie. Oh! Quanto mi era mancato parlare con lei!
Era l'unica persona che era in grado di capirmi con un solo sguardo.
La lunga vettura parcheggiò proprio davanti all'entrata e quando le portiere si aprirono, la prima figura che intravidi fu quella di Angie, stretta nel suo inseparabile cappotto scuro.
Le sue candide labbra erano dipinte di rosso, mentre i suoi occhi chiari erano velati da una strana luce.
Gli altri sportelli si spalancarono violentemente e una massa di bambini, una dietro all'altro, usciva dalla grande vettura con passi affrettati, correndo verso alla nostra direzione.
Michael si era già preparato con le braccia spalancate e le gambe piegate, un sorriso allegro gli dipingeva il volto con ai lati le sue due invidiose fossette.
Io non sapevo cosa fare. Ero molto emozionata nel rivederli dopo un tempo che sembrava non passasse mai ed ora, ricevere quel caloroso saluto mi rendeva felice.
Mi piegai in avanti con il busto, spalancando le braccia mentre attendevo la massa di bambini raggiungerci con quei piccoli piedini che calpestavano l'erba quasi secca dal freddo.

« Bambini! » urlacchiò Michael, agitando le mani.

Uno ad uno, i piccoli ci saltarono addosso quasi fossero ansiosi di rivederci ed io, dato la mia solita e sbadata goffaggine, caddi all'indietro vicino a Michael che mi raggiunse subito dopo.

HeartbreakerWhere stories live. Discover now