Capitolo 13

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Dal giorno in cui io e Paulo decidemmo di ricominciare, passó un mese. La nostra amicizia andava sempre crescendo e a rinforzarsi. Durante quel mese mi aveva stupito molto, aveva dimostrato quel lato di se dolce e protettivo. Scoprii anche che sapeva essere un buon ascoltatore -quando voleva- e mi dava sempre dei consigli molto utili, insomma eravamo diventati una specie di migliori amici.
L'unica cosa che a volte mi dava fastidio era che era troppo, eccessivamente, protettivo nei miei confronti.
Okay, ci stava che si preoccupasse per me ma alle volte esagerava davvero.
In quei giorni ne erano successe davvero delle belle: per cominciare le mie due amiche si erano fidanzate, ed indovinate un pó chi erano i fortunati? Ovviamente Daniele e Sami, ma c'erano dubbi?
Infatti quasi tutti i giorni io, Katia e Laudis eravamo al centro sportivo a Vinovo per assistere agli allenamenti dei ragazzi.
Laudis e Katia in veste di ragazze di Khedira e Rugani, mentre io come amica di Paulo e, ovviamente, anche di tutti gli altri.
Strano come la relazione tra me e l'argentino si sia evoluta, ma meglio cosí, non sono una ragazza che porta rancore e mi piace essere amica con tutti.
Ah giusto, quasi mi dimenticavo di raccontarvi la reazione dei miei familiari nello scoprire che conoscevo i ragazzi della Juve, in una parola: esilarante!
Quasi quasi nemmeno ci credevano ma, dopo aver sentito per telefono le voci di tutta la squadra che li salutavano -compreso Mister Allegri-, si ricredettero.
Quel sabato mattina, decisi di fare un regalo ai miei familiari, ovvero di comprare i biglietti per la partita della Juventus; ero sicurissima che gli sarebbe piaciuta!
Dopo essermi preparata, uscii di casa. Quel giorno a Torino faceva abbastanza freddo, ma era comprensibile dato che eravamo a Dicembre.
Mi strinsi nel mio giubbotto e mi incamminai verso la biglietteria più vicina.
Dopo aver preso i biglietti, decisi di andare a fare un giro in centro per fare altre compere.
Nel mentre camminavo mi squilló il telefono, lo presi leggendo il nome sullo schermo "ScemoNarcisistaDelMioCuore💓". Risposi.

<<Sai, mi stavo chiedendo come mai non mi avessi ancora chiamata.>> sorrisi continuando a camminare.
<<Ah ah, sei sempre più simpatica ogni giorno che passa.>> sentii dire dall'altro capo del telefono.
<<Lo so di essere simpatica.>> risposi.
<<Ah, oltre ad essere simpatica pure modesta.>> rise.
<<Sei uno scemo.>> risi a mia volta.
<<Lo sai che io ti voglio bene.>> disse prolungando la "e" finale dell'ultima parola.
<<Certo come no, cosa ti serve Paulito del mio cuore?>> chiesi ed entrai nella mia solita cioccolata calda.
<<Ho bisogno di vederti subito! Devi darmi un consiglio.>>
<<Paulo Dybala che chiede un consiglio a me, woo! Giorno da ricordare!>> ridacchiai prendendo posto.
<<Dai stronza, sono serio.>> sbuffó.
<<Tu, serio?>> scoppiai a ridere.
<<Aurora.>> mi sgridó.
<<No aspetta, sei sicuro di sentirti bene Paulito?>> chiesi sarcastica.
<<Tra 20 minuti sono a casa tua.>> cambió discorso.
<<Si, ma io non sono a casa.>> risposi.
<<Cosa? Dove sei? E con chi?>> chiese a raffica.
Quando faceva così mi dava sui nervi.
<<La smetti di farmi l'interrogatorio?>> dissi abbastanza irritata.
<<Ma si puó sapere che ti prende?>> chiese.
<<Che prende a me, Paulo, davvero?>>
<<Lo sai che mi preoccupo solo per te!>> questa volta era anche lui alterato.
<<Okay, ma non ce ne è bisogno, sono grande e vaccinata!>> risposi con lo stesso tono.
<<Ma mi spieghi che problema hai a dirmi dove sei!>> ora era esasperato.
<<Senti adesso basta, mi hai davvero scocciata!>>
<<Non provare a riattacca...>> non lo lasciai terminare che gli chiusi in faccia.
Non riuscivo proprio a capire il perchè si comportasse così, insomma non ho più cinque anni e non ho bisogno del babysitter.
<<Ehi Aurora!>> mi sentii chiamare, era Jeff.
Jeff era il proprietario del locale, un dolce signore sulla 60ina che avevo conosciuto da quando mi ero trasferita a Torino.
<<Ehi, Jeff.>> gli sorrisi dolcemente.
<<Ti porto il solito?>> chiese, lui si che mi capiva al volo.
<<Si, grazie.>> sorrisi.

Pov's Paulo
Mi ha appena attaccato in faccia! Non ci posso credere, quella ragazza è incorreggibile!
Deve sempre tirare fuori una scusa per litigare sennó non è contenta.
Chi la capisce è bravo.
Decisi di provare a richiamarla. Quattro, cinque, sei squilli, niente.
Provai ancora.
<<Ehi, ciao!>>
<<Finalmente! Si puó sapere perch...>> iniziai.
<<Al momento non posso rispondere, lascia un messaggio dopo il "bip", ti richiameró!>>
<<Aaah al diavolo!>> imprecai attacando e lanciai il telefono sul letto esasperato.
Questa ragazza mi sta facendo uscire fuori di testa.

Pov's Aurora
Dopo aver preso la mia solita cioccolata, proseguii il mio giro in centro.
Paulo provó diverse volte a telefonarmi ma io per tutte le volte non risposi.
Tornai a casa che, da quando le ragazze si erano fidanzate, era completamente vuota.
Mi misi qualcosa di più comodo addosso, dopodichè mi buttai a peso morto sul letto. Presi il telefono notando le quasi 20 chiamate perse di Paulo e vari messaggi suoi e dei ragazzi -a cui non risposi- che mi chiedevano dove fossi e mi incitavano a rispondere a Paulo dicendo che era disperato.
Sbuffai, spensi il telefono e mi addormentai.

Fui svegliata dal campanello che non la smetteva di suonare.
Sbuffai e mi trascinai a forza giú dal letto, intanto il campanello o meglio la persona attaccata al campanello, non aveva alcuna intenzione di smetterla.
<<Ho capito, sto arrivando!>> urlai esasperata.
Aprii la porta con l'intenzione di menare chiunque fosse, ma poi vidi lui.
Lo guardai.
<<Cosa ci fai qui?>> chiesi.
<<Beh...Non rispondevi alle mie chiamate, quindi eccomi qui.>> accennó un sorriso.
Lo guardai in silenzio.
<<Posso entrare?>> chiese cauto.
Mi spostai di lato per farlo passare, poi chiusi la porta alle mie spalle ed andai in salotto sedendomi poi sul divano, lui mi imitó mettendosi accanto a me.
<<Allora, di cosa vuoi parlarmi?>> lo guardai e lui sospiró.
<<Mi dispiace per oggi, okay?>> disse fissando i suoi occhi verdi nei miei.
<<No, dispiace a me, non so davvero che mi sia preso...>> dissi sostendendo il suo sguardo.
Lui annuì poi mi abbracció, cosa che io ricambiai.
<<Allora...che consiglio ti serviva?>> chiesi cambiando discorso e staccandomi dall'abbraccio.
<<Stasera c'è il gran gala della squadra e mi chiedevo se potessi aiutarmi con l'outfit.>> disse guardandomi.
<<Si certo, perchè no?>> sorrisi guardandolo a mia volta.
<<Così poi io aiuto te con il vestito.>> disse mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
No aspetta, adesso cosa c'entro io?
<<Non capisco, di che vestito parli?>> chiesi confusa.
<<Quello che indosserai stasera, ovvio.>> disse fissandomi come se fosse una cosa ovvia.
<<Stasera? Ma cosa stai dicendo?>>
<<Sto dicendo che stasera sei la mia accompagnatrice, baby.>> mi fece l'occhiolino.

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SPAZIO AUTRICE
Eccovi qua il 13° capitolo!💓
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Continuo a 10 ⭐️

Mi hai stravolto i piani. -Paulo Dybala Where stories live. Discover now