Capitolo 32

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Le prove per il musical erano abbastanza stressanti e occupavano la maggior parte del mio tempo, oltre che di giorno provavamo anche la notte fino alle 02:00AM.
Si poteva dire che il mio tempo era diviso tra l'università e le prove e viceversa.
Con dei ritmi del genere la stanchezza iniziava anche a farsi sentire e non appena avevo un momento di tranquillità crollavo in un sonno profondo che nemmeno l'apocalisse sarebbe riuscita a distogliermi dalle braccia di morfeo; sono anche stata capace di addormentarmi in università, a lezione di storia della musica, inutile dire che il prof era rosso dalla rabbia e, dopo avermi fatto una bella ramanzina -alla quale non prestai minimamente attenzione dal momento che stavo dormendo all'impiedi-, mi cacciò fuori dall'aula; in altre circostanze mi sarei presa a schiaffi da sola ma in questa guardai il lato positivo, almeno potevo dormire in santa pace!
In quegli ultimi giorni i miei amici ed anche Paulo mi diedero per dispersa dal momento in cui non riuscivo più a passare del tempo con loro, ma nonostante tutto non mi lamentavo perché era quello che sin da piccola sognavo di fare e, piano piano, con piccoli sacrifici si stava realizzando.
Paulo, inoltre, aveva scoperto che Mattia avrebbe interpretato Aladin ed espresse il suo disappunto sulla scelta del protagonista maschile ma alla fine -anche se un pò riluttante- lo accettò, anche perché non avrebbe potuto fare niente a riguardo.
Quel giorno sarebbero arrivati i miei genitori ed i miei fratelli, dire che ero supermegaiperfelice era un eufemismo, non vedevo l'ora di vederli.
Tramite messaggio mio fratello mi avvisò che stavano per andare a Lamezia e che alle 10:30 avrebbero avuto il volo per Torino.
Mi rigirai nel letto verso la direzione dell'argentino che dormiva beatamente, sorrisi.
Gli lasciai una carezza ed un leggero bacio sulla guancia poi, delicatamente, spostai il suo braccio che mi cingeva la vita.
<<Mmh, dove pensi di andare?>> domandò il mi ragazzo con la voce roca impastata dal sonno.
Spalancò leggermente un occhio e mi bloccò dal polso.
<<Buongiorno anche a te, dormiglione.>> dissi voltandomi verso di lui, gli sorrisi.
<<Non hai risposto alla mia domanda.>> continuò.
<<Oggi arrivano i miei genitori ed i miei fratelli, devo assolutamente passare a casa prima di andare in aeroporto.>> dissi.
Si mise seduto sul letto e, dopo essersi stropicciato bene gli occhi, parlò ancora.
<<Si, lo so. Ma ancora sono le 9 ed i tuoi arrivano su per giù per le 12, è presto.>> disse.
<<E, poi, non ci vediamo da una settimana rimani ancora un pò con me.>> mi supplicò con quei due smeraldi che si ritrovava al posto degli occhi.
Come avrei potuto dirgli di no?
Sospirai mentre nel suo viso comparve un sorrisone e, subito, mi avvicinò a lui riempiendomi il viso di baci.
Lo amavo troppo.
<<Te amo, preciosa.>> disse fissando il suo sguardo nel mio.
Non potei fare a meno di sorridere, sentivo come se il cuore potesse uscirmi dal petto da un momento all'altro.
<<Te amo.>> risposi semplicemente.
Si prese un attimo a guardarmi.
<<Cosa c'è?>> domandai.
<<Stavo pensando che la mia maglietta ti sta veramente bene addosso.>> mi fece l'occhiolino.
<<Questo vuol dire che me la regali?>> esclamai entusiasta come una bambina che riceveva il suo regalo di natale.
Lui rise.
<<Claro que si, ma mi riduci senza magliette se continui così, nena.>>
<<Non è colpa mia se le tue sono più belle.>> feci una scrollata di spalle.
Mi lasció un bacio sulla guancia ed uno sulla parte di spalla lasciata scoperta dalla maglietta.
Sorrisi, poggiai una mano sulla sua guancia accarezzandogliela.
<<Adesso, peró, è meglio che vada o non riusciró a combinare niente di quello che mi ero programmata.>> dissi alzandomi.
Lui sbuffó.
<<Devi proprio?>> domandó.
<<Anche a me piacerebbe rimanere qui, con te, ma purtroppo non è possibile.>> dissi.
Raccattai i vestiti da terra per potermi vestire, tutto questo sotto lo sguardo attento di Paulo.
<<Potresti girarti?>> chiesi.
Inarcó un sopracciglio.
<<Ma ti ho già vista nuda.>> disse.
Arrossii di colpo.
<<Finiscila!>> mi affrettai a dire lanciandogli un cuscino addosso.
Sentii una sua leggera risata.
<<Okay, ricevuto.>> si mise a pancia in giù sul letto con la testa tra i cuscini.
Mi affrettai a vestirmi.
<<Puoi girarti.>> lo informai.
Si giró a guardarmi nel mentre mi stavo infilando una scarpa.
<<Vado, ci vediamo stasera alla partita.>> dissi e, dopo aver preso la borsa, mi avviai per uscire dalla stanza.
<<Come, te ne vai lasciandomi così poco soddisfatto?>> chiese.
Mi girai verso di lui.
<<Che altra soddisfazione vorresti avere?>> domandai poggiandomi allo stipite della porta ed incrociando le braccia al petto.
Lui per tutta risposta increspò le labbra pronto a ricevere il suo bacio.
Risi ma comunque lo accontentai avvicinandomi e lasciandogli un fugace bacio a fior di labbra.

Mi hai stravolto i piani. -Paulo Dybala Where stories live. Discover now