Capitolo uno.

8.1K 154 76
                                    

23 dicembre 2017.

Mia Esposito.
"Mia tesoro, sono tornato!" Sento esclamare da papà e la porta chiudersi. Lascio per un secondo lo studio e scendo in salotto per salutare papà, che non vedo da ieri sera, dato che aveva il turno di notte.

"Ciao papà" Gli sorrido e lo abbraccio. Lui mi dà un bacio sulla testa e ricambia il mio sorriso. "Ho una sorpresa per te...ma non so se ti piacerà" Mi comunica, non appena siamo di nuovo faccia a faccia.

"Dimmi" Dico curiosa. Lui prende qualcosa dalla tasca e, non appena vedo di cosa si tratta, la mia faccia si incupisce. Una partita di calcio, davvero?

"So che non te ne è mai importato niente del calcio ma un mio collega mi ha regalato questi due biglietti e non potevo rinunciarci!" Esclama papà, abbassando la testa. Sospiro e decido di accontentarlo, soprattutto per passare un po' di tempo assieme.

"Tranquillo papà, è tutto okay. L'importante è che stiamo insieme" Sorrido leggermente. "Ti voglio bene tesoro. Allora corri a prepararti che tra mezz'ora si parte" Mi avvisa.

Annuisco e corro di sopra. Chiudo definitivamente i libri, rinunciando al mio proposito di iniziare già a studiare per l'esame. Apro l'armadio e mi ritrovo davvero tanti capi da indossare, ma non so proprio cosa mettere.

Dopo tanti ripensamenti decido di vestirmi con una felpa normalissima e i jeans neri...alla fine devo andare allo stadio! Prendo uno zainetto, il telefono e raggiungo papà.

"Allora andiamo" Dice papà raggiante. Il calcio lo mette sempre di buon umore...o meglio, la sua squadra del cuore: il Napoli. Un po' come tutti i napoletano, mio padre è follemente innamorato della squadra partenopea e non salta neanche una partita.

Io francamente non sono molto interessata. Quelle poche volte che mi sono ritrovata a vedere la partita con papà ho visto solo tanti ragazzi che correvano dietro una palla. E come giocatori del Napoli ne conosco solo uno: Hamsik, che è nella squadra sin da quando ero più piccola.

Arriviamo allo stadio all'una e mezza e la partita dovrebbe cominciare alle tre, cioè tra poco. Raggiungiamo i nostri posti e noto che lo stadio è già abbastanza gremito.

"Contro chi gioca?" Domando a papà. "Contro la Sampdoria" Mi risponde. Annuisco e mi guardo un po' attorno. Ci sono bandiere, striscioni, persone con le magliette della squadra. Sono colpita, non avevo mai visto una cosa del genere, anche perché è la prima volta che vengo allo stadio.

Verso le due e mezza entrano in campo i giocatori per riscaldarsi. Tutti fischiano e urlano alla squadra avversaria, io mi limito a osservare il Napoli. Da quel che riesco a vedere da qua, sono tutti un po' bassi. Riesco a riconoscere Hamsik dalla famosa cresta, e mi compiaccio con me stessa.

Alle tre inizia la vera e propria partita. Dopo soli due minuti la squadra avversaria segna un gol. Mio padre fa la faccia storta e io mi incupisco: non vorrei che perdessero, papà sarebbe davvero triste e nervoso.

Dopo poco però segna uno della nostra squadra, di cui però mi sfugge il nome. Qualcosa come Aldan, Baldan...non ne ho idea!
Dopo un altro gol della Sampdoria, arriva anche il nostro secondo gol.

Colui che ha fatto questo gol viene acclamato dai tifosi che urlano "LORENZO INSIGNE". Faccio mente locale e ricordo che qualche volta al liceo ho sentito nominare il suo nome dai miei compagni di classe.

Lo osservo e noto che corre fuori dal campo e si dirige verso una ragazza. Si avvicina a lei e le lascia un piccolo bacio a stampo...deve essere la sua fidanzata. "Papà si chiama Insigne quel giocatore?" Chiedo interessata.

"Sì, Lorenzo Insigne. Perché?" Aggrotta le sopracciglia. "No, così" Faccio spallucce.
Quando Insigne torna in campo, la partita ricomincia. Al 38' vi è il terzo gol del Napoli e l'artefice è Hamsik.

I tifosi lo acclamano ad alta voce e sento dire che ha superato il record di Maradona. Applaudo anche io, perché questa partita mi sta davvero prendendo.

Finisce il primo tempo ed io ne approfitto per sgranchirmi un po' le gambe. Oggi è una bella giornata di sole e spero lo sarà anche quella di domani, che è la vigilia di Natale.

"Allora Mia, ti stai divertendo?" Domanda papà, mangiando una patatina. "Sì papà" Dico sinceramente. Non pensavo che mi sarei mai divertita vedendo una partita, ma è così. Mi piace questo stadio, c'è un'aria molto calorosa.

Ricomincia la partita e il risultato, fino alla fine, è sempre quello. Escono sia Insigne che Hamsik ed entrambi vengono applauditi calorosamente. Una volta usciti dallo stadio, presa dalla curiosità, cerco "Lorenzo Insigne" su internet.

Mi escono tante sue foto in campo, alcune con una ragazza, che deduco sia la stessa che prima ha baciato. Non è per niente male come ragazzo, anzi è proprio carino. La sua altezza è 1,63...è davvero nano, ma è sicuramente più alto di me, che sono 1,59 circa.

In macchina ripenso costantemente a Lorenzo e osservo le sue foto. Non so perché mi faccia quest'effetto...è solo un giocatore carino, ma niente di più. "Papà ho fame, possiamo fermarci in un bar?" Domando supplicante. Sono le sei e mezza e il mio stomaco chiede pietà.

"Certo tesoro" Afferma papà. Ci fermiamo e il mio vecchio decide di aspettare in macchina. Scendo ma, non appena entro nel bar, mi scontro con qualcuno. La mia maglietta si sporca di cioccolato e sono pronta a dirgliene quattro a chiunque sia colui con cui mi sono scontrata.

Ma, appena alzo lo sguardo, le parole mi muoiono in bocca: mi sono scontrata con Lorenzo Insigne.

Angolo autrice:
É la mia prima storia su Lorenzo Insigne e, devo essere sincera, ci ho pensato tanto prima di pubblicarla.
Spero la leggerete in tante e soprattutto che vi piaccia.
Alla prossima,
Lara.
(E forza Napoli sempre 💙⚡️)

La musica non c'è; Lorenzo InsigneWhere stories live. Discover now