Capitolo quattordici.

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Dopo il pranzo, solo pochi giocatori si trattengono per chiacchierare un po', tra i quali ovviamente Lorenzo. Sta parlando con Raul ed io non faccio altro che fissarlo da dieci minuti, anche se Kat mi sta parlando.

"Oi Mia, ci sei?" La bionda mi schiocca un dito davanti alla faccia, riportandomi alla realtà. "Sisi, ci sono" Rispondo velocemente.
"Davvero? A me non sembra proprio" Ribatte, osservando Lorenzo.

"È troppo bello, è più forte di me." Mi giustifico, alzando le spalle. Kat ride e scuote la testa incredula, mentre intanto ci raggiunge Dries. "Amore, è ora di tornare a casa" Annuncia alla moglie. "Mia, ti accompagniamo noi?" Mi domanda premuroso.

Sto per rispondere di non preoccuparsi, che posso mandare un messaggio a Tomas, ma vengo interrotta. "La accompagno io" Si intromette Lorenzo, avvicinandosi a noi.
"Va bene...allora noi andiamo, ciao Mia" Mi saluta Dries con un bacio sulla guancia, mentre Kat mi lascia con un abbraccio.

"Ci vediamo quando torno dal Belgio magari" Pronuncia sorridendomi. "Certamente!" Esclamo contenta. Kat è molto simpatica e sicuramente non mi dispiace passare del tempo con lei. "Mi raccomando" Sussurra Dries nell'orecchio di Lorenzo, ma io riesco ugualmente a sentirlo.

I due belga se ne vanno ed io e Lorenzo siamo da soli, lontani dagli altri. "Allora, ti sei divertita?" Domanda curioso, con le mani nelle tasche dei pantaloni.
"Sì, sono tutti molto simpatici." Rispondo sincera. Pensavo che i calciatori fossero presuntuosi, ma effettivamente mi sbagliavo.

"Torniamo a casa o no?" Domando impaziente, dopo qualche minuto di silenzio. "Sì, saluta gli altri e ti accompagno"
Faccio come mi dice e saluto Albiol, Maggio e Diawara, gli ultimi rimasti, dopodiché entro nella macchina di Lorenzo.

"Posso accendere la radio? Ci vogliono quaranta minuti per arrivare a casa mia" Lui annuisce e così clicco il pulsante per accenderla. Appoggio la testa al finestrino e chiudo gli occhi per riposarmi.

"Sei stanca?" La voce di Lorenzo mi fa riaprire gli occhi. "Un po', stamattina ho dovuto studiare, tra cinque giorni ho l'esame" Gli dico. "Ah, buona fortuna in anticipo allora"
Dopo la sua affermazione ritorna il silenzio.
Non solo sono troppo imbarazzata dopo il nostro bacio, ma sono ancora arrabbiata per quello che mi ha detto dopo.

All'improvviso Lorenzo ferma la macchina. "Che fai?" Domando stranita. "Scendiamo un secondo, ti offro qualcosa al bar"
"Ma abbiamo appena finito di mangiare!"
"E allora? Non ho detto che voglio offrirti qualcosa da mangiare" Ribatte, facendomi l'occhiolino.

Scendiamo dall'auto ed entriamo nel bar. "Cosa vuoi?" Mi domanda Insigne nell'orecchio. "Mh, un succo all'arancia" Lui annuisce e mi chiede di cercare un tavolo.
Mi siedo in uno accanto alla vettata e prendo il telefono

A: Migliore amica 💜🌟
Sono con Lorenzo al bar

Da: Migliore amica 💜🌟
What? Stai scherzando vero?

A: Migliore amica💜🌟
No, appena torno a casa ti racconto

"Con chi parli?" Poso immediatamente il telefono quando si avvicina Lorenzo con il mio succo e un centrifugato per lui.
"Mio padre" Mento ed inizio a sorseggiare la bevanda. Mentre beve, mi guarda di sottecchi.
Arrossisco ma cerco di non darlo a vedere...non deve sapere che mi fa questo effetto.

Dopo aver consumato i nostri drink, cerco di pagare, ma Lorenzo mi avvisa di aver già pagato. Mi innervosisco ma non dico niente per non peggiorare la nostra situazione.
Una volta fuori, tento di andare in macchina, ma lui mi ferma per un braccio.

"Che vuoi Lorenzo? Voglio tornare a casa" Dico infastidita.
"Senti, lo so che sei ancora arrabbiata con me ma..."
"Ma cosa? Cavolo Lorenzo io quelle parole non posso dimenticarle! Mi hai ferita, non immagini quanto..." Sussurro, abbassando lo sguardo.

Lo sento avvicinarsi e mi alza dolcemente il volto. Siamo vicinissimi e mi viene spontaneo alternare lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra. "E il bacio? Puoi dimenticarlo?" Soffia sulla mia bocca.

Certo che non posso dimenticarlo.
Vorrei, ma è impossibile. Penso costantemente a quel dannato bacio.
"Perché io non posso e non voglio." Confessa e le sue labbra sono nuovamente sulle mie.

Allaccio le braccia attorno al suo collo ricambiando il bacio, mentre le sue mani prima sono sui miei fianchi, poi scendono sul mio sedere, stringendolo.
Mi stacco come d'istinto, non appena sento quel contatto.

"Portami a casa" Dico fermamente, provando a non guardarlo negli occhi. Se lo facessi, so che cederei di nuovo.
"Mia..."
"Portami a casa ho detto!" Esclamo, alzando la voce.

Annuisce tristemente e torniamo alla macchina.
Quanto sono stupida, ci sono cascata di nuovo.

Angolo autrice:
Spero vi sia piaciuto il capitolo, fatemelo sapere con un commento😘

La musica non c'è; Lorenzo InsigneWhere stories live. Discover now