Capitolo trentuno.

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20 aprile 2018.

"Ah, non vedo l'ora di arrivare!" Sospira Claudia, accasciandosi sul sedile accanto a me. "Sì, pure io. Questi sedili sono scomodi" Commenta Charline, seduta davanti a noi con Laura.

"Ma avete visto i video dei tifosi ieri?" Domanda Claudia sorridente. "Sì, Lori me ne ha mandati un sacco." Rispondo contenta, ripensando alle nostre ultime conversazioni, che risalgono a ieri sera.

"Piotr era tranquillo, come del resto tutto il gruppo. Speriamo vada bene" Afferma Laura e prende a messaggiare al telefono, probabilmente con il suo fidanzato.

Questa sera ci sarà Napoli-Juve e, poiché è una partita che sia per i tifosi che per i ragazzi conta molto, abbiamo deciso di accompagnarli. Le altre avrebbero tanto voluto seguirci ma non hanno potuto per motivi di organizzazione.

Ormai ho legato con tutte, abbiamo anche un gruppo su whatsapp dove parliamo davvero di tutto. Nonostante io sia la più piccola e la "nuova arrivata", mi trattano allo stesso modo di tutte le altre.

Il viaggio in aereo passa in fretta e atterriamo a Torino alle dieci. Chiamiamo un taxi, che ci porta all'hotel dove alloggiano i ragazzi, che adesso però sono all'allenamento. Una volta nella mia stanza, appoggio la valigia sul pavimento e mi siedo sul letto, stremata.

Sono davvero in ansia per la partita di stasera. Se i ragazzi vincessero, renderebbero felice un'intera città. I tifosi sono vicini alla squadra, nonostante siano appena usciti da un periodo buio.

Certo, alcuni non hanno esitato a insultare, soprattutto Lorenzo e solo io so quante notti ha pianto, sentendo la pressione di tutti addosso, essendo l'unico napoletano del gruppo a giocare in campo.

Lui ci tiene, perché prima di essere un calciatore è anche un tifoso, ma la colpa non è solo sua. Fortunatamente è riuscito a segnare mercoledì scorso contro l'Udinese ed ha sfogato tutta la sua rabbia.

Decido di chiamare papà e chiacchiero un po' con lui. Lui e Lorenzo hanno legato parecchio, papà ha iniziato a vederlo sotto una luce diversa...non solo come calciatore, ma anche come ragazzo della sua unica figlia.

Alla fine avevo ragione: si sta sentendo con una donna. Me l'ha raccontato un giorno a pranzo e mi ha assicurato che presto l'avrebbe portata a casa per farmela conoscere. Quando parlava di lei gli si illuminavano gli occhi e a me questo basta...mi importa che lui sia felice.

All'ora di pranzo, i ragazzi rientrano in hotel. Lorenzo mi raggiunge subito e ci ci ritroviamo sdraiati sul letto, abbracciati. "Sei preoccupato?" Gli domando, osservando il suo volto rivolto verso il soffitto. "Un po'" Risponde, sospirando.

"Sono sicura che andrà tutto bene e, se va male, non sarà la fine del mondo" Lo rassicuro, lasciandogli un bacio sulla mascella. "Non sai quanto sia importante per me che tu sia qui" Mi guarda profondamente e gli dedico un lieve sorriso.

"Lo so...non avrei potuto lasciarti solo. Ti amo" Mi avvicino alle sue labbra e lo bacio. Quest'ultimo sta per sfociare in qualcos'altro ma, prontamente, appoggio le mani sul petto di Lorenzo e lo allontano.

"Dobbiamo scendere a pranzare." Gli ricordo divertita e lui sbuffa, arrendendosi. Scendiamo al piano di sotto e ci sediamo con gli altri. "Ehi Miuccia!" Esclama Dries, seduto accanto a me.

Appoggia un braccio sulle mie spalle, attirandomi a sè, e mi lascia un bacio sulla tempia. "Ehi, giù le mani!" Si intromette Lorenzo, imbronciato. "Non essere geloso Lollo, io ho occhi solo per te." Afferma Dries, facendo ridere i presenti.

Sorrido e mi accoccolo al mio fidanzato che, seppur tenti di risultare arrabbiato, mi stringe a sè. "Anche io ho occhi solo per te." Gli sussurro nell'orecchio e gli lascio un bacio sul collo.

Durante il pranzo nessuno parla della partita, un po' per la tensione, un po' per scaramanzia, piuttosto ci concentriamo su questioni familiari e amorose. "Ragazzi, io e Claudia dobbiamo fare un annuncio." Comunica Lorenzo, attirando l'attenzione di tutti.

"Dici barbuto, dai!" Lo incita Jorginho, ridacchiando. "Il 22 maggio ci sposiamo!" Esclama velocemente Claudia, facendo urlare i presenti. All'inizio resto un po' intontita ma, realizzata la cosa, mi alzo e mi getto tra le braccia della mia amica.

"Sono così felice per voi!" Affermo, sorridendo. "Lo so...ovviamente siete invitati tutti." Avvisa e nasce nuovamente un boato.
Dopo il momento di estrema gioia, io, Lorenzo, Dries, Luigi e Elseid ci riuniamo nella hall.

"Sono teso." Dice l'albanese, spaparanzandosi sulla poltroncina. "A chi lo dici...ho i nervi a fior di pelle." Concorda il belga.
"Dai ragazzi, tranquilli. Vada come vada, per me avete vinto." Li rassicuro.

"Esatto, dobbiamo giocare rilassati, non abbia nulla da perdere." Interviene il mio fidanzato ed io mi volto a guardarlo, appoggiando la mia mano sulla sua.

La sera arriva troppo in fretta e noi ragazze ci ritroviamo sugli spalti dello Juventus Stadium, in mezzo a una marea di juventini sfegatati. "Facciamogli il culo!" Urla Claudia, ricevendo delle occhiatacce dalla tifoseria avversaria.

In effetti, si capisce dalle nostre maglie che siamo tifose del Napoli. Io personalmente indosso la numero 24 e credo proprio mi stia a pennello.

Il match inizia e l'aria è piuttosto pesante. Nonostante vari tentativi, il primo tempo finisce 0 a 0. "Ma quello lo chiamano giocare? Menomale che sono la squadra più forte d'Italia!" Commenta Charline.

"Un altro po' non stanno manco in piedi. Dai che la vinciamo." Rispondo ed inizio a cantare con i tifosi partenopei presenti qui a Torino. "Bravissima Mia!" Esclama Laura ed io le sorrido per ringraziarla.

I ragazzi tornano in campo ed inizia il secondo tempo. Lorenzo prova a calciare, anche José, ma Buffon le para davvero tutte.
"Calcio d'angolo..." Mormora Claudia, mentre Callejón va a battere.

L'arbitro fischia e la palla si trova esattamente al centro, Koulibaly si alza e la colpisce con la testa, mandandola dritta in porta. "GOOOOOOLLLL!" Urliamo, abbracciandoci. Sorrido con le lacrime agli occhi per l'emozione.

Canto, salto, mi dimeno incredula. I ragazzi in campo si abbracciano e una lacrima scende sulla mia guancia. "Non ci posso credere..." Sussurro, toccandomi lo stemma sulla maglia.

Lorenzo alza lo sguardo e mi manda un bacio volante. Faccio finta di prenderlo e di metterlo in tasca e ricomincio a piangere.
È così strana la vita, qualche mese fa neanche mi piaceva il calcio ed adesso sono qui emozionata per una partita.

"Mia tesoro, come sei dolce!" Esclama Charline vedendomi in lacrime e mi abbraccia.
Raggiungiamo i ragazzi negli spogliatoi che stanno festeggiando come dei matti.

"Sarò con te e tu non devi mollare, abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione!" Ci uniamo anche noi al coro, mentre i ragazzi aprono le bottiglie e si gettano l'acqua addosso.

"Non posso crederci!" Mi urla Lorenzo nell'orecchio e mi prende in braccio. "Sono così contenta..." Mormoro sulle sue labbra e lo bacio. "Anche io, mio Dio non immagini quanto!"

La musica non c'è; Lorenzo InsigneWhere stories live. Discover now