Capitolo 8

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Amelia's pow

Apro gli occhi lentamente e mi ritrovo a fissare un soffitto bianco.
L'ambiente circostante non è affatto familiare.
I ricordi piano piano affievoliscono:la sparatoria, il generale, la donna morta e poi niente, solo il vuoto.
L'ultima cosa che ho visto era una sagoma che mi diceva di stare sveglia.
Evidentemente non è ciò che è accaduto.

Un respiro alla mia destra mi fa voltare e con mia grande sorpresa mi ritrovo il generale Himmler che mi fissa.

"Ti sei svegliata..." dice a bassa voce.

"Dove sono?"

"A casa mia."

Un sentimento di paura mi assale.
Cosa ci faccio a casa di un nazista tedesco?

"Perché sono qui? E quanto tempo è passato?" dico spaventata.

"Beh perché ti ho salvato la vita e sei qui da un mese." dice in modo tranquillo.

"Un mese?! O mio dio mio madre sarà preoccupatissima e poi non dovrei stare qui...con te" dico tutto d'un fiato.

"A tua madre ho detto che stavi lavorando per me e che stavi bene.
E tanto per la cronaca se vuoi andare vattene."

"Non ho detto questo. Ma non credo che dovrei stare con..."

"Un tedesco" finisce al posto mio.
"Se per te sono uno dei tanti tedeschi che provano piacere a vedere la morte di tutti ti invito ad andartene.
Io per un mese ti sono stato accanto tutti i fottuti pomeriggi,ti ho sfamata, curata e perfino letto un libro.
Ho pregato che ti risvegliassi, ho provato a curare tuo fratello ed ora sto pagando le cure a tua madre.
Tutto questo per una ragazzina che non voglio sulla coscienza.
E ora dimmi, sono solo un tedesco? "

Tutto il suo discorso mi procura le lacrime agli occhi.
Lui è stato così premuroso con me ed io lo sto catalogando come una brutta persona.
Ma perché lo ha fatto?
Perché non mi ha lasciata morire?

"Mio fratello?" dico ripensando a ciò che ha detto.

"È morto.." dice guardandomi negli occhi.

La mia vista si annebbia rapidamente.
Non sono mai stata una persona che esprime i suoi sentimenti davanti agli altri ma ora il mio dolore è palese.
Mentre io venivo coccolata da un lurido tedesco lui moriva e non ho nemmeno potuto dargli un ultimo saluto.
È morto solo.

Alcune lacrime calde scorrono sul mio viso mentre Himmler mi guarda e come al solito dai suoi occhi non traspare niente.

"Io.. io.. avrei voluto vederlo e crescerlo. La morte di suo padre era stata abbastanza per lui.. ora sono mancata anche io. Non me lo perdonerò mai" dico singhiozzando.

"Amelie..."

"No! Non dire niente e non chiamarmi così" dico urlando.

"Capisco tu sia arrabbiata ma..."

"Me ne vado. Ora." dico alzandomi ma un dolore al fianco destro mi fa mancare l'aria e perdere l'equilibrio.
Chiudo gli occhi pronta a toccare il pavimento ma due braccia forzute mi mantengono.

Il generale mi riappoggia sul divano ma il dolore non si placa.
Inizio a sudare freddo e a non avere più il controllo del mio respiro.
Himmler preoccupato si alza.
Dopo avermi guardata mi sfila la maglia.

"Che cosa sta facendo?" dico disgustata.

"Ti si è riaperta la ferita"

Das ist für dich AmelieWhere stories live. Discover now