Capitolo 16

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Passo l'intera notte in bianco a pensare.
I pensieri bloccano il sonno, specialmente se la maggior parte di questi sono solo domande a cui non hai risposte.

Stanca della mia insonnia mi alzo dal letto e mi dirigo in cucina.
Mia madre sta ancora dormendo così mi avvio verso il paese per andare al mercato.
Qui a casa mancano molte cose e non voglio farla sforzare.

Una voce alle mie spalle urla il mio nome.
Mi giro e vedo Giovanna, la mia migliore amica.

"Che fine hai fatto? È da un sacco che non ti vedo." dice abbracciandomi.

"Diciamo ho sono stata impedita per un po'."

"In che senso?"

"Sono stata dal generale Himmler..."

"COSA?! VOI... COSA?!" dice urlando.

"Shhhhhh. Non è successo nulla, mi ha salvata la vita da un uomo che voleva uccidermi."

"E perché ho la vaga impressione che ci sia qualcosa sotto?"

"Perché forse provo qualcosa per lui..."

"Spero tu stia scherzando. Ti rendi conto di ciò che dici?"

"Non parliamone ok? Tanto non lo vedrò più."

Aumento il passo per superarla e mi avvicino ad un piccolo banco della verdura.
È raro che ci sia in questo periodo ma quando c'è un sacco di persone ne approfittano.

"Tu mi devi delle spiegazioni." continua Giovanna.

"Invece no."

"Sono la tua migliore amica o sbaglio?!"

"Si ma non devo renderti spiegazioni su una cosa inesistente."

"A me invece pare che tu sia molto coinvolta."

Delle urla interrompono la nostra conversazione.
Mi volto e una folla si è radunata a guardare la scena.
Mi avvicino e vedo 4 soldati e lui.
Davanti a loro un uomo che ha rubato per dare alla sua famiglia.

"Come hai osato rubare il bene di tutti?" urla un soldato.

"La mia bambina sta morendo di fame, vi prego non volevo..." dice piangendo.

"Non possiamo far finta di niente." questa volta è Himmler a parlare.

Non posso permetterlo.
Come osa dare un giudizio su una persona? Mi chiedo se lui lo avrebbe fatto se fosse stato al posto dell'uomo.

"Cosa facciamo generale?" chiede un soldato.

"Sparategli."

"No!" dico oltrepassando la folla.

"Amelie..." sussurra il generale.

"Pagherò io per lui." dico indicando le mie monete.

"Questo non cambia ciò che ha fatto." risponde Himmler.

"Almeno risano il debito, oppure siamo arrivati al punto in cui un uomo non può sbagliare? Tutti fanno degli errori no?"

"C'è la guerra, non ci possiamo permettere di sbagliare."

"Magari lei non può permetterselo."

"Basta, ho sentito abbastanza" dice un soldato puntandomi il fucile addosso.

Himmler pare gelarsi sul posto.
Dopo un attimo di esitazione si avvicina al soldato e gli sussurra qualcosa all'orecchio, subito dopo abbassa l'arma e si posiziona dietro di lui.

"Questa è l'ultima volta, che sia chiaro." dice fulminandomi con lo sguardo.

Das ist für dich AmelieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora