Capitolo 14

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Le sue parole smuovono qualcosa in me, è bello sapere di poter contare su qualcuno.

"E comunque il mio nome è Mark." esala versandosi altro whisky.

"Mark? Ma è un nome inglese."

"Mio padre era inglese ma è stato costretto a trasferirsi in Germania per lavoro e poi ha conosciuto mia madre." dice versandosi un liquore al cioccolato.

"Non credi sia abbastanza?" gli chiedo indicando il bicchiere.

"Ho bisogno di dolcezza."

"Ho bisogno di dolcezza. Me lo diceva sempre la maestra, che se un cucciolo non lo accarezzi, questo muore. Io non capivo, ed ero preoccupata perché a casa mia avevo un cagnolino, e gli volevo tanto bene, per questo ci giocavo insieme e gli davo anche il cibo da sotto il tavolo, anche se la mamma non voleva. Eppure non capivo cosa intendesse la maestra: perché un cucciolo, senza carezze, morirebbe? Magari diventa triste, ma per vivere un animale ha bisogno di altro: di cibo, dei croccantini, dell'acqua. Allora chiedevo a mia mamma se un cucciolo senza carezze morisse e lei mi rispondeva che sì, certi animali, da soli, muoiono.
Quando tornavo a casa da scuola, allora, spendevo sempre del tempo a passare docilmente la mano sul musetto del mio cagnolino, e quando in cortile ci giocavo insieme, tra un gioco e l'altro lo accarezzavo, perché la paura che la fame di carezze lo avrebbe potuto uccidere mi tormentava.
È morto lo stesso, più o meno sei o sette anni fa. Era gennaio e l'hanno investito, senza nemmeno fermarsi a chiedere scusa, senza spostare il suo corpicino bianco e marrone dalla strada. Ho pianto tanto quando l'ho saputo da mio papà, e la prima cosa razionale che nella mia testa di bambina è saltata fuori è stata quella di accarezzare il suo pelo. Ma non ce l'ho fatta, mi faceva impressione. Mi faceva paura. La morte mi terrorizza.
L'abbiamo seppellito, senza mai sostituirlo. Ed io ho creduto, per molto tempo, che le carezze fossero una bugia e che i cani morivano lo stesso.
Ci sono voluti anni prima di capire che la mia maestra aveva del tutto ragione. L'ho capito a mie spese, crescendo.
Abbiamo bisogno di dolcezza, di atti di gentilezza senza un motivo ben preciso, se non l'amore. Il bisogno "la fame di carezze" che un cucciolo prova non è molto differente da quella sensazione di tristezza e malinconia che ci pervade quando ci rendiamo conto di essere soli.
Quando, la sera, con la testa poggiata sul cuscino e con il cuore chissà dove, sentiamo che l'unica cosa che può salvarci è un abbraccio, o una carezza. È di questo che viviamo.
Cosa ci salva, se non l'amore che qualcuno prova verso di noi? Non ci si salva da soli. Da soli ci si abitua a sopravvivere. Da soli ci si ripara dal mondo."

"Sai qual è la cosa che più mi sorprende di te? Il fatto che tu abbia sempre qualche emozione da raccontare e che quando parli lo fai con il cuore, non agisci mai in modo freddo."

"Lo sto facendo solo nell'ultimo periodo in realtà."

"Come mai?" domanda girandosi completamente verso di me.

"Evidentemente c'è qualcuno con cui mi piace parlare a cuore aperto."

"Amelie...sai che noi non potremmo mai essere amici vero?"

"Se lo volessi potremmo."

"Io voglio essere tuo amico ma che immagine daremmo? La sgualdrina e il nazista."

"Se per te è più importante l'immagine che diamo del nostro rapporto allora sono felice di non essere tua amica."

Das ist für dich AmelieTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang