Capitolo 26

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Amelia's pow

Non avrei mai pensato di piangere appena uscita da qui, da questa prigione che è stata parte della mia vita ed ha segnato la mia crescita.

Ezra ha convinto i suoi superiori a liberarmi per aver scontato almeno la pena minima, ovvero quella di 5 mesi.

Di Mark nessuna traccia, ormai credo sia disperso chissà dove.
Le rare volte che lo vedo mi evita, evita il mio sguardo e non mi rivolge la parola.

Comportandosi così crede di non fare nulla di male ma io mi sento sempre peggio.
Mi sento in colpa per essermene andata da quella stanza quel giorno ma era più facile arrabbiarsi e scappare che affrontare i suoi demoni.

E ne ha tanti, non avrei mai pensato che fossero così numerosi.
Eppure davanti ai miei occhi non perde di credibilità.
Resta sempre lo stronzo nazista di cui mi sono innamorata.

I suoi occhi sono sempre quelli, solo più spenti.
Non vedo più il suo sorriso che illuminava tutto anche durante i giorni più bui.

Giovanna mi ha costretta ad uscire di casa dato che la mia vita era diventata un ciclo formato da :mangiare, leggere, piangere e ancora mangiare.

Lei sa tutto, é l'unica di cui mi posso fidare, l'unica con cui posso parlare liberamente.

"Eddai sorridi" dice Giovanna spingendomi.

"Riuscirei a sorridere meglio se tu non mi facessi quasi sfracellare a terra!"

"Uff come sei tragica! Dai cammina altrimenti stamattina non riusciremo a comprare niente al mercatino."

Nel mio paese hanno istituito un mercatino ogni sabato per rallegrare l'atmosfera cupa che la guerra ha creato.
I tedeschi ovviamente sono d'accordo, più mangiano meglio è per loro.

"Cosa vuoi comprare stamattina?" le chiedo.

"Mhhh non so. Tutto?" dice ridendo.

"Ah si? E come porterai tutte quelle buste?"

"Ovviamente le porterai tu!"

"Dimenticavo quanto io fossi altruista non volendo!" affermo ridendo.

"Perché tu sei la migliore lo sai! Ci salviamo a vicenda noi."

"Quanto sei stupida, anche lecchina, ed è per questo che ti adoro."

"Lo so che mi adori, altrimenti non sarei la tua migliore amica e quasi coinquilina." dice facendomi la linguaccia.

È vero, da quando mia madre sta nell'ospedale pubblico lei in pratica vive da me, dobbiamo farci compagnia a vicenda, ne abbiamo bisogno.

"CIOCCOLATO!" urla Giovanna indicando verso destra.

"Shhhhh o lo verranno a prendere tutti e poi non voglio sentirti di mattina quando vuoi deliziarti con la mia torta al cioccolato ma non abbiamo l'ingrediente principale!" affermo mentre prendo 2/3 tavolette.

"Prendiamo anche le melanzane? E le patate?"

"C'è tutto nel mio orto!!! Dove io lavoro sodo a differenza tua!"

"Non è vero, io ti aiuto sempre!"

"Si, certo. Mentre mi prendi in giro."

"Ovvio, sono troppo simpatica per non fare delle battute. Suvvia sembri una gallinella."

"Smettila!"

"Gallinellaaaaaaa"

"Permesso!" dice una voce roca al mio fianco.

Sotto il mio sguardo scioccato c'è il generale Himmler.
Il suo di sguardo è gelido e non mi sembra abbia intenzione di salutarmi.

"Mark..."

"Cosa vuole?" mi chiede girandosi.

"Cosa vuole? È questo tutto quello che hai da dire?"

"Non so di cosa lei stia parlando."

"L'ultima volta mi hai detto..."

"So cosa le ho detto ma lasci perdere, non era vero nulla. E lei ci è anche cascata."

"Non stavi mentendo! Te lo leggevo negli occhi."

"Chieda alla ragazza di ieri sera cosa mi leggeva negli occhi!" afferma ridendo prima di andarsene.

Spazio autrice
Amatemi, ho aggiornato due volte in un giorno. 😂😂💕

Das ist für dich AmelieWhere stories live. Discover now