Chapter 14: A Fairytale

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Calum

Entro nella stanza e mi chiudo la porta alle spalle, senza alzare lo sguardo dalle mie Vans nere e il pavimento. Sento Harry sistemare alcuni fogli sulla scrivania e mi siedo sul posto a sedere che, di solito, occupo durante tutte le sedute.

«Hey, Cal!» non devo alzare lo sguardo per accertarmi che si tratti proprio di Harry, perchè la sua voce è facilmente riconoscibile e lo ringrazio mentalmente per questo. 
«Harry».
«Brutta giornata?»
«Il mio corpo e il mio fottuto cervello difettoso hanno passato giorni migliori».

«Perchè "il mio cervello difettoso"?»
«Hai dimenticato "fottuto"»
«Era intenzionale.»
«È la verita»
«Credi davvero che il tuo cervello sia difettoso? Perchè?»
«Lo sai meglio di me il perchè. Tu riesci ad attribuire un nome al mio volto, giusto? Sono Calum Hood. Io conosco il tuo nome ma il tuo volto è come quello di uno sconosciuto su cui poso lo sguardo per la prima volta.»

«Porti ancora il foglio con te?»
Tiro fuori dalla tasca il pezzo di carta ripiegato e glielo mostro «Ripasso tutti i nomi e le caratteristiche prima di andare a scuola. È una merda.»

«I tuoi amici lo sanno?»

«Quali amici?»

Silenzio.
«Lo sai solo tu»
Il riccio alza gli occhi al cielo e serra la mascella. «Calum, mesi fa avevi detto che ne avresti parlato con-»
«Con i miei genitori, lo so, la memoria ce l'ho ancora» rido, anche se di divertente non c'è proprio nulla costatando l'espressione che Harry ha dipinta in volto.

«Tu come ti sentivi prima di fare coming out?» chiedo. Harry sbuffa. «È diverso, Calum. Parlando ai tuoi genitori della tua prosopagnosia non correrai il rischio di non essere accettato.»

«Parlandogliene le cose non cambieranno! Il mio cervello rimarrà sempre lo stesso, Harry. E cosa possono fare, loro?»

«Possono aiutarti.»

«Andando in giro per casa con un cartellino identificativo attaccato alla fronte?!»
Harry rimane in silenzio. Ho ragione. Lo sa anche lui, solo che la sua laurea mista al suo orgoglio gli fanno pensare che sto sparando solo cazzate.
Sbuffa, passandosi una mano tra i capelli ricci.

«A scuola come va? Insomma, i compagni, le ragazze... Sei più uscito con qualche ragazza?»
Scuoto il capo, anche se sollevato all'idea di aver intrapreso un nuovo argomento.
«Peró ne ho conosciuta una. Cioè, già la conoscevo ma...»

«Sembra come se la stessi conoscendo di nuovo, in modo diverso?» Harry mi precede. Lo trova soddisfacente, io solo seccante.
«Sì», borbotto. «Ma non le sto molto simpatico».
«Lo sai per certo?»
«Lo so per certo.»
«Avete dei trascorsi?»
Ingoio un groppo in gola e abbasso lo sguardo sulla pallina antistress che ho tra le mani. Non ricordo neanche di averla presa dal piccolo tavolino.
Dio, fa che non stia perdendo anche la memoria.

«Per errore l'ho ripresa con il cellulare durante una festa. Era ubriaca e stava ballando con alcuni ragazzi, niente di strano, solo che lei cercava di scrollarseli di dosso e io non ho fatto nulla perchè ero tremendamente fatto e preoccupato a capire a chi appartenesse il suo volto e prima stavo giocando a obbligo o verità con Max e altre persone e lui mi ha obbligato ad andare lì e registrare tutto e-»

«Calum, respira.»

Respiro.
«E sono un coglione».

𝐂𝐎𝐔𝐍𝐓𝐃𝐎𝐖𝐍Where stories live. Discover now