Chapter 16: The Suicide

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Luke

Il Suicidio è un allenamento spaccaossa che comprende una corsa avanti e indietro da una distanza di circa un quarto del campo per circa cinque minuti, toccando la linea di tiro libero con la mano per poi cambiare bruscamente direzione e correre a perdifiato, tornare alla linea di scotch dove si è partiti, toccarla e ricominciare tutto d'accapo finchè il tempo scade e tu sei certo di non poter riuscire a muovere un singolo muscolo per tutta la settimana successiva.

Ma è più comunemente noto come: l'incubo di ogni membro della squadra di basket e una goduria pazzesca per il nostro allenatore.

Io non sono mai riuscito a completarne neanche uno, ma prima di morire mi sono mentalmente imposto di riuscire a farcela.

«Coraggio, mammolette! Muovete quei bei culetti o vi faró rimpiazzare dalle cheerleader.»

«Attualmente preferirei agitare pon-pon piuttosto che mettere a repentaglio la mia vita», borbotto.
Il fatto che tra poco la mia squadra giocherà contro una delle più famose dell'Australia non mi mette affatto di buon umore. Se ci si mette pure un coach con manie di repulsione verso i toni soavi e tutta la scuola che non fa altro che mettermi ansia sulle spalle, direi che ho la ricetta perfetta per creare qualcosa in grado di mandarmi a puttane il cervello.

Finisco di indossare la canottiera della divisa da basket e sbuffo sonoramente, facendo ridacchiare Harry.
«Ho come la sensazione che in questi casi preferiresti fingerti malato e ignorare il problema».

«Tu sì che mi capisci.»
Sono l'unico nella squadra a non aver mai completato un Suicidio, il che mi rende estremamente demotivato e propenso a cedere il posto di capitano.
Ogni volta o inciampo o rischio di svenire; le mie gambe sono troppo lunghe e abbassarsi tutte quelle volte per me risulta un bel problema. Ma il coach questo non lo capisce e quindi devo resistere finchè sento che potrebbe venirmi davvero un infarto.

Mi appoggio con la schiena agli armadietti degli spogliatoi e sospiro, di nuovo, insultando mentalmente il coach per voler ammazzarmi prima del previsto.

Niall mi passa davanti, spensierato come in ogni singolo allenamento, parlando con Louis riguardo la ragazza con cui Harry ha fatto sesso ieri sera. Il riccio alza gli occhi al cielo. «La prossima sarà quella giusta, me lo sento. Il misterioso calzino le entrerà a pennello e faró il culo a ognuno di voi.»

Tento di sorridere ma non ci riesco, eppure quando dalla porta aperta degli spogliatoi vedo Michael nel corridoio, le mie labbra si piegano inspiegabilmente all'insù.

«Ragazzi, ho dimenticato il telefono nel mio armadietto. Torno subito», asserisco. Esco dallo spogliatoio, questa volta chiudendomi la porta alle spalle, e raggiungo Michael.

«Cosa ci fai qui?»
Il tinto sobbalza e si volta, colto alla sprovvista. «Oh, ciao Luke. Stavo cercando l'aula di biologia. È la mia prima lezione in tutto l'anno e non ricordo più dove cazzo si trovi.»
Si gratta il collo, a disagio, forse per ció accaduto ieri notte. Tossicchio per schiarirmi la voce e indico la fine del corridoio. «Tira dritto e poi gira a destra, affianco all'aula di chimica».

Annuisce. «Okay grazie. Ci si vede.»
Fa per sorpassarmi, ma lo afferro per un polso e lo trascino dentro lo stanzino dei bidelli, facendo attenzione a non farmi vedere da nessuno.
Senza dargli il tempo di proferire parola, faccio coincidere le nostre labbra in un bacio a stampo.
Non posso farne a meno, mi sento come se non riuscissi più a smettere. Michael occupa ormai la maggior parte della mia mente e poggiare le mie labbra sulle sue fa abbassare il volume dei miei pensieri.

𝐂𝐎𝐔𝐍𝐓𝐃𝐎𝐖𝐍Where stories live. Discover now