3. Lo smacchiatore

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Mi volto alla mia destra, per scoprire un uomo sorridente appoggiato ad un altro stipite senza porta (questa volta ad arco), che non avevo notato prima.

A colpirmi è il suo modo di vestire. Indossa una camicia azzurra con delle piccole palme bianche, pantaloni bermuda e dei grandi sandali slacciati.

Solo in un secondo momento mi rendo conto della sua straordinaria bellezza, sgualcita però da qualche venatura bluastra che s'innerva dalla bocca e dai capelli radi sulle tempie, che porta acconciati in una lunga treccia bionda sul petto.

"Iniziavo a chiedermi quando saresti tornata da me!", sorride, battendo sul mento un fascicolo arrotolato che stringe tra le grandi mani.

"Mr Gray!", Dalila sobbalza in piedi, scossa dai suoi pensieri, rovesciando altro cocktail purpureo sulla scacchiera.

È la prima volta che la vedo arrossire, così come è la prima volta dopo tanto tempo, che mi sembra di nuovo una sconosciuta. Forse è solo in quel momento che realizzo violentemente di non sapere quasi nulla di lei.

La mia calda familiarità viene ulteriormente spezzata dall'uomo che mi supera senza degnarmi di uno sguardo, per prendere la mano di Didì e sfiorarle le nocche con le labbra.

"Ti sei dimenticata di me!", asserisce Mr Gray serio, raddrizzandosi lentamente.

"Ma certo che no!", sbuffa Didì sollevando gli occhi al cielo, "Come siete pesante! Vi lascio in mani altrui solo per qualche tempo e subito diventate catastrofico!"

La drag queen si concede un broncio, ma quasi ridendo, mentre io continuo a far oscillare lo sguardo da uno all'altro senza capire niente.

Decisamente mi sono persa un pezzo. Un enorme pezzo.

Quello che con mio sgomento realizzo controvoglia essere Dorian Gray, spalanca malamente la sua rivista sulla scacchiera da dama, mentre Dracula salva con prontezza il suo cocktail-dentiera con un "Wooh-oh!" sorpreso, ma Mr Gray non sembra neanche prendere in considerazione l'idea di scusarsi.

"Allora Miss D. lo scelga lei stavolta", dice ammiccando.

Ora che mi è più vicino riesco a vedere un cenno di barba chiara circondargli le labbra carnose e anche qualche rotondità accentuata sotto la camicia aperta. Dorian Gray deve proprio essersi lasciato andare.

Vedo Didì mordersi le labbra, squadrandolo dal basso all'alto per poi emettere un altro sbuffo, stavolta spazientito, come se dovesse ripetere una ramanzina ben conosciuta.

"Mr Gray! Ci state provando ancora? Lo sa che è nocivo! E forse rischia pure la vita!", dice Dalila scuotendo la testa.

"Oh andiamo! Quando stavamo insieme adorava scegliere gli smacchiatori per me!", ride Dorian con un secco gesto della mano. Solo da alcune movenze riesco a ricostruire nella mia immaginazione l'immortale e raffinato dandy di Wilde.

"Lo scelga la ragazza allora!", gli sento poi dire.

Mentre cerco di dare un senso a tutte quelle parole, una rivista scivola di fronte al mio naso.

Arretro di un passo, vedendo sbucare i grandi e verdi occhi indagatori di Dorian da alcuni ritagli nel giornale.

"Io?", chiedo spaesata, e mi trovo a mettere a fuoco file e file di smacchiatori diversi, per divani, per tessuti pregiati, per tende e coperte, per lane e cotoni, per copertoni e vetri, accanto a lavatrici in offerta e stendibiancheria elaborati.

"Non guardi sulla pagina di destra! Lì le marche sono ormai illeggibili! Poi le offerte sono a sinistra!", dice, mentre io vedo solo i suoi occhi muoversi veloci ed elettrici attraverso i buchi nel catalogo.

"Perché ha fatto tutti questi ritagli?", domando ingenuamente.

"Perché odio immensamente le cornici! Tutte le cornici devono essere eliminate! Ora su! Che smacchiatore scegli?", ripete insistentemente.

"Cosa deve smacchiare?", dico schiarendomi la voce. Mi sento tremendamente piccola sotto il suo sguardo fisso.

"Questo!", risponde secco, togliendomi la rivista dalla faccia, mentre il mio viso viene inondato di luce e riesco di nuovo a deglutire.

Mi accorgo che Dracula si è appisolato con il cocktail in mano, mentre Dorian inizia a scoprirsi, abbandonando la camicia per terra. Ora la sua pancia, sostenuta da una semplice cinta di cuoio, è innegabile ma presto realizzo che non è questo che voleva mostrarmi.

Sul suo fianco destro, all'altezza delle costole, una creatura deforme mi osserva con i suoi piccoli occhi insanguinati e delle fauci marce spalancate, pronte a divorare tutta la pelle di Mr Gray. Anche se è un tatuaggio, non riesco a mascherare lo spavento sul mio viso, che s'irrigidisce in un respiro spezzato.

Incapace di dire qualsiasi qualcosa, non riesco a smettere di fissare il quadro di Dorian, che macchia il suo fianco come un incubo appena partorito.

"Ho provato di tutto! Benzina, acidi, saponi, trucchi, impacchi, raschiamenti, nuovi tatuaggi, ma nulla! Continua ad espandersi giorno dopo giorno! Ora punto sugli smacchiatori!", spiega, indifferente alla mia reazione.

"Mi dispiace", farfuglio ormai in ritardo, ma Dorian non sembra sentirmi, o almeno, non sembra interessato alle mie scuse.

"Smacchiatori o altro non lo toglieranno via da te! Smettila di farti del male!", dice Didì.

"Ah! Era tutto più semplice quando potevo nascondere le cose in una cornice!", sospira fintamente Mr Gray, rimettendosi la camicia spiegazzata.

E vorrei chiedergli come ha fatto il suo dipinto (che custodiva così gelosamente) a finire sulle sue costole come un'amante gelosa, ma il grido lancinante di donna si solleva nella stanza accanto.


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Ciscandra - Personality Disorders  || 2° LibroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora