22. Pietra dei Ladri

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Priscilla sobbalza pigramente a causa di qualche buca.

D'improvviso sembra esser diventata troppo vecchia e stanca per procedere su questa strada di polvere.

Quando vedo Adore e Lord Saint John stringersi senza respiro, un nodo di dolore mi blocca la gola.

È come se ognuno dei due oltrepassasse la superficie di uno specchio per abbracciare il proprio riflesso. Per un momento, mi pare quasi di vedere un unico cuore pulsare luminoso tra i due petti.

Ma non riesco a sostenere a lungo questa scena, così torno a cercare Didì, seduta sui sedili leopardati. Il suo volto è annerito dalla fuliggine. Lo spaesamento nei suoi occhi non è diminuito. L'abbiamo trovata insieme a Lord Saint John dietro a un pezzo da domino bruciato (sulla parte superiore della tessera ardeva ancora un piccolo incendio, come uno strano cappello).

La drag queen non ha detto nulla quando ha visto me ed Ambra accompagnate da Giglio Cangiante.

Adore era a terra, priva di sensi. L'indiano l'ha raccolta con delicatezza, come si raccoglie un vaso caduto a pezzi, o una di quelle foglie secchie che vuoi rendere immortale tra le pagine di un libro.

Il nodo di tensione continua a soffocarmi, mentre si confondono come fantasmi tante immagini dentro ai miei occhi: la nostra corsa, i polmoni che bruciavano quasi stridendo, le tessere da domino che collassavano una sull'altra, il pensiero lancinante di abbandonare Zucchero e Picasso, la paura di Rimorso e Colpa che c'inseguivano con i mitra-caramella e un sorriso ferino. E poi quel boato tremendo, gli alti edifici anneriti, che tremando si ridestavano come creature marine dal loro sonno millenario, mentre enormi bocche si spalancavano nell'asfalto, pronte a divorare il mondo intero.

Quando vedo le lacrime di Adore bagnare silenziose il maglione scolorito del piccolo re tutto si spegne, e non riesco più a pensare a niente di preciso. È come se la mia mente vagasse veloce su tanti fotogrammi, ma avesse troppa paura di fermarsi su qualcosa in particolare.

Il furgoncino è silenzioso: senza Alaska, Zucchero, e i loro bambini feriti, pare tremendamente vuoto e sbagliato. Le tendine rosse oscurano i raggi di sole che vogliono inondare l'abitacolo. Le lucine colorate a volte tremano quando Priscilla sobbalza.

Anche Ambra sembra più silenziosa del solito. Se ne sta rannicchiata su uno dei sedili in fondo, guardando tutto e niente: di certo, evita qualsiasi sguardo voglia mettersi in contatto con lei.

Osservo per un secondo Giglio Cangiante intento a guidare. I lunghi capelli neri, pieni di piume colorate, svolazzano disordinati insieme a un po' di polvere che entra dal finestrino al suo fianco.

Da quel momento in poi anche il mio sguardo si stanca di vagare. È tutto troppo doloroso da vedere. Ogni oggetto di Priscilla mi ricorda qualcosa.

Penso ad Alaska, a Zucchero e a Picasso. Rivedo Ebonie crollare in uno stormo di uccelli di fuoco.

D'improvviso mi pare di distanziarmi violentemente da tutto, come se si creasse un'enorme parete di muri appannati tra me e il resto del mondo, e le mie emozioni sembrano tornare a congelarsi, perché la mia mente sfiora solo una domanda: com'è morto Samuel in questa dimensione?

Il ricordo del volto di Curt danza davanti a me, ma flebile come una fiamma smossa dal vento: "Ciscandra, purtroppo è proprio da qui che la realtà viene creata. Tuo fratello è morto nei meandri di questo luogo molto prima che il suo corpo lo abbandonasse nella realtà."

Un terribile freddo mi trema dentro e affiora sulla pelle, lancinante.

Stranita dal fatto che il mio corpo abbia iniziato di nuovo a farsi sentire (mentre il mio cuore si è raggomitolato sul fondo del petto), mi avvolgo in una coperta abbandonata sui sedili.

Ciscandra - Personality Disorders  || 2° LibroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora