21. Giglio Cangiante

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L'uomo scheletrico avanza tenendo davanti a sé Ambra con una grande lama lucente premuta sulla gola. Il gruppo sussulta dietro di me e quando sollevo lo sguardo su Colpa non trovo un'espressione compiaciuta. È seria e immobile.

«Ciao puttanelle! Avete perso qualcosa?», Rimorso ride e scopre i denti placcati d'oro. Ora indossa solo dei pantaloncini arancione fluo, e su tutto il corpo (è talmente magro che si riescono a vedere quasi le ossa) si intravedono dei tatuaggi fatti male. Con questo intendo dire che la sua pelle sembra letteralmente il muro di un bagno pubblico, pieno di frasi sgrammaticate e disegni volgari.

In ogni caso mi trovo a provare dei sentimenti contrastanti: da un lato sono soffocata dal terrore (a causa del coltello puntato alla gola di Ambra), dall'altra sono anche perplessa, perché l'uomo ha appiccicati sopra le labbra dei grandi baffi finti.

«Morso!», dice l'elfa stizzita, «Quanto ci hai messo! Non posso fare sempre tutto da sola!»

«Scusami mia... regina, è che questa stronzetta ha cercato di pugnalarmi», risponde Rimorso con un ghigno. Poi si volta verso di noi strabuzzando gli occhi allucinati: «E voi chi cazzo siete, eh? Cosa cazzo fate nel nostro distretto?»

«Rimorso, non è che con un paio di baffi e qualche messa in scena ve la cavate», la voce di Alaska è dura, e mi chiedo come faccia a nascondere tutto il nervosismo in un tono così limpido e posato, «Si capisce benissimo che siete sempre voi due»

«Cazzo dici frocetto!», urla l'uomo, rinsaldando la presa sui polsi di Ambra «Io sono Morso! I'm a fucking ganstar fucking motherfucka!» Si muove in modo elettrico quando lo dice, come se fosse stato attraversato da una scossa (e un po' mi ricorda le movenze di Curt).

«Morso! Insomma basta!», dice Colpa sbuffando, «Prendiamoci il neonato! È così piccolo che non può già essere arido! Invidiaaaaaaaa, puoi venire?»

«NO! No, vi prego!», grida Zucchero iniziando a singhiozzare, mentre entra una donna vestita con un tailleur viola, uno chiffon ordinato e due scarpe con bassi tacchi di ferro. Sembra la segretaria di una grande azienda, fatta eccezione per la pistola fucsia (simile a un giocattolo) che stringe con sicurezza.

«No. Non vi prenderete proprio un cazzo», Alaska si fa avanti, coprendo Zucchero, mentre Invidia avanza con una calma inquietante e l'arma puntata verso le due figure.

Da quel momento in poi scatta un meccanismo che sembra afferrare il tempo e deformarlo nelle sue mani.

Ambra approfitta del momento di distrazione e si divincola, dando una gomitata nello sterno a Rimorso e piantandogli uno dei suoi pugnali nella gamba. Questo urla di dolore e bestemmia, mentre la ragazza sui tacchi vertiginosi indietreggia allibita nel vedere l'uomo che si curva ansimando e poi solleva la testa col suo sorriso d'oro, prima di avanzare verso di noi.

È in quel momento che uno sparo lacera l'aria.

Didì lancia un grido.

Mi volto appena in tempo verso Zucchero, per vederla con gli occhi sbarrati davanti alla figura di Alaska che si accascia a terra, mentre pochi secondi dopo Ebonie si frantuma in uno stormo di uccelli brucianti.

La pistola fumante di Invidia sembra ghignare insieme a lei, e non si abbassa neanche quando mi ritrovo (senza sapere come) accanto al corpo di Alaska, con le mani che tremano sul suo vestito prezioso e lo stomaco che si contorce.

Un sudore ghiacciato mi bagna la schiena. La vista inizia ad ondeggiare. Ho la bocca asciutta e un grido morente in gola. Il respiro si fa affannoso. Sento una macchia di sangue allargarsi sotto i nostri corpi, mentre vedo Adore crollare in ginocchio al mio fianco, il suo volto rotto davanti ai miei occhi.

Ciscandra - Personality Disorders  || 2° LibroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora