01 - Un nascondiglio

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La Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era da sempre caratterizzata da un'atmosfera misteriosa e tutti gli studenti che ospitava, anche quelli degli ultimi anni, ne restavano sempre affascinati ogni giorno di più. Al di là della grande magia che costantemente circolava in quei corridoi, complice di quella bellezza era certamente la posizione geografica: quel grande castello, nel mezzo di un anello di montagne scozzesi, arroccato sopra un'enorme scogliera di fronte al Lago Nero era definitivamente un panorama mozzafiato.

Gli studenti adoravano l'aria che si respirava nella scuola, le chiacchiere con i fantasmi delle varie casate, le lezioni di incantesimi, le partite di Quidditch, i consigli dei personaggi dipinti e le grandi scorpacciate in Sala Grande: tutto, ad Hogwarts, era semplicemente magico.

Albus Severus Potter, però, in quell'istante non riusciva proprio a respirare la magia del posto: aveva appena fatto perdere cinquanta punti a Grifondoro, che era tornato secondo in classifica dopo Serpeverde, per aver fatto saltare in aria un calderone durante la lezione di Pozioni tenuta del professor Lumacorno. Era giunto al quinto anno per miracolo, ma aveva iniziato nel peggiore dei modi: tutta la scuola si chiedeva se la sua lettera d'ammissione fosse stata, in realtà, una raccomandazione da parte di suo padre o una burla.

Così, mentre c'era chi si allenava a Quidditch, chi parlava con Sir Nicholas, chi studiava con gli amici, durante le ore di buca, da qualche giorno Albus aveva preferito nascondersi sotto l'ombra di un albero di pino nel vasto giardino dell'istituto insieme al suo migliore amico, in attesa che suo fratello venisse a scoprire della quantità di punti persi. Quel giorno, così come gli altri, gli si era avvicinato, piantandosi le mani sui fianchi con fare finto severo.

- Però sei stato un mito. Vedere il professor Lumacorno ricoperto di vomito verde è stata la scena più bella di tutta la mia vita. I cinquanta punti meglio persi nella storia dei Grifondoro! -

- E' stato terribile, Lys! Mio fratello mi ucciderà. -

Lysander era da sempre il suo migliore amico. Nonostante appartenessero a casate diverse, Lysander ed Albus avevano molte cose in comune: la passione per i libri, la scrittura, il Quidditch, la musica, i babbani, le creature magiche e le Gobbiglie; Lysander, però, a differenza del Grifondoro, era un Corvonero abile in tutte le materie, ed era molto popolare tra gli studenti.

Anche Albus era popolare, ma in maniera decisamente diversa. Lui era il figlio del 'Salvatore del Mondo Magico' che non sapeva neanche cuocere una pozione scacciabrufoli, mentre Lysander era il figlio della stralunata 'Lovegood' che rivendicava il nome di una famiglia associata ad anni e anni di "Il Cavillo".
Infine, c'era James: perfetto sotto ogni aspetto. Suo fratello era un mago e un pozionista senza pari, con un'abilità innata per il Quidditch e una faccia tosta che gli permetteva sempre di svincolarsi e di non far perdere punti alla propria casata. James aveva un'abilità innata per tutto, il degno erede di Harry Potter e lui era solo... Albus.

- Raccapricciante. -

- Ecco! Non rivoltante, raccapricciante. Dona quel tocco di schifositá in piú. -

- Lo so. -

- Ecco cosa è stato: raccapricciante. Lui e mio fratello, poi, che ridevano del professore! -

- Senti, Scamander. Per quanto insultare Tassotter sia tra i miei hobby preferiti, non credo che leccare il culo al professore sia una tattica molto furba. Degna di te, comunque. Vedi questo? Si chiama libro, so che tu ne ignori l'esistenza, ma io starei cercando di leggere. Ora dissolviti. -

Scorpius, il prefetto Serpeverde, aveva roteato gli occhi ed era tornato a leggere un libro sulle numerose proprietà delle erbe magiche appena il suo compagno di casata si era allontanato. Aveva notato il Grifondoro in questione a breve distanza, e non si era curato di calare il tono della voce per evitare di farsi sentire. Al contrario, al termine del discorso, si era pure accomodato meglio e gli aveva lanciato un'occhiata dispettosa per farsi notare.

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