09 - Vetri che scompaiono

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Scorpius aveva impiegato una settimana prima di convincersi e, mentre superava la soglia dell'ufficio della Preside, si sentiva perfino gli sguardi dei dipinti addosso e quasi tornava già sui suoi passi. Senza i colori della propria casa addosso, si sentiva ancora più spogliato della propria identità.

- Malfoy, tuo padre e il signor Potter tarderanno a causa di un contrattempo. Nell'attesa, se preferisci, potresti tornare a seguire la lezione di Pozioni e tornare qui entro le cinque di questo pomeriggio. -
- Va bene, signora Preside. -

Il giovane Malfoy sembrò essere più pacato, come se si fosse d'improvviso svegliato da un sogno rivelatore su quanto errata fosse stata la propria condotta fino a quel momento. Tuttavia, pur aspettando la punizione con paura, apprezzò l'invito della Preside a prendersi un momento di tranquillità e si diresse verso l'aula, nei sotterranei.

Era una strada che gli era familiare, d'altronde. Anche se angusti, umidi e vagamente ammuffiti, i sotterranei gli davano una strana idea di raccoglimento e relax. Entrando nell'aula di Pozioni, ancora vuota, per la sua "prima" lezione, la medesima in cui aveva fatto sesso con Albus ormai quasi due mesi prima, rifletté sul fatto che di lui restavano soltanto una divisa senza colori e quello sfregio in faccia a fargli da promemoria su come ci si comportava nel mondo civile.

- Chi arriva ultimo è scemo! - aveva gridato una vocina dal fondo del corridoio e Lys era partito subito per arrivare per primo. Albus lo seguiva, trascinandosi dietro i pesanti libri di Erbologia, e rideva in maniera genuina.
- Sappi che, se non avessi le mani occupate, ti avrei fermato con un Immobilus! -
- Vedi, tu gli incantesimi non li sai fare, - spiegò Lysander, fermandosi sulla soglia della porta dell'aula di Pozioni. - Immobilus non ha effetto sulle persone. Quello si usa per fermare le cose impazzite o le piante, al massimo le creature magiche di piccola taglia. È Petrificus Totalus che si usa per le persone! – aggiunse, gli fece anche una linguaccia, per poi entrare nell'aula urlando, - PRIMO! - e, in quel momento, realizzò che ci fosse già qualcuno seduto lì.

Scorpius, che nel frattempo stava sistemando le proprie cose su un banco dell'ultima fila, proprio quel banco dove era stato seduto accanto ad Albus nell'ultima lezione che aveva frequentato in quella scuola, alzò lo sguardo e perse un battito rendendosi conto che si trattava proprio di Lys. Non poteva farci nulla: ogni volta che pensava a lui non poteva fare a meno di ricollegarlo a quell'avvenimento che gli aveva cambiato la vita così radicalmente. Si vergognava ad ammetterlo, ma, in un certo senso, lo temeva e a volte gli veniva pure in sogno, ferendolo ancora e ancora. Senza considerare che l'aveva portato a desiderare di rimanere un drago per sempre, cosa che di conseguenza l'aveva costretto a fare i conti con la propria coscienza.

Nonostante ciò, non riuscì a distogliere lo sguardo da lui. Portava i capelli in maniera diversa, più lunghi, in maniera tale che gli coprissero quel segno almeno in parte.

- Io li so fare gli incantesimi, - borbottò Albus in tono lamentosissimo, visto che era vero, dopotutto, che li sapesse usare... quando si impegnava, però. - Sono bravissimo a fare gli incantesimi, il mio problema sono le pozio... - e si bloccò completamente, nel momento in cui realizzò che seduto a quel banco ci fosse proprio Scorpius.
Scamander non aveva ancora detto nulla ma, per conservare un po' quell'aria da Corvonero super-partes, gli si avvicinò.

Lys non era di certo scappato dopo quelle ustioni, non si era trasformato in un animale e non era sparito nel nulla: Madama Chips lo aveva fatto trasferire d'urgenza al San Mungo, dove i guaritori si erano presi cura di lui e, in breve tempo, l'avevano risanato. Erano rimaste solo alcune bruciature sull'avanbraccio.

- Bentornato, Malfoy! - esclamò persino sorridendo, e Albus, con la sua divisa Grifondoro scomposta di default, si avvicinò a sua volta e gli sorrise debolmente, ma con dolcezza. Suonava sempre accomodante, nonostante tutto.
- Come stai? - gli chiese Albus, sinceramente interessato. Era passata una settimana da quella notte nella foresta proibita e non aveva più avuto sue notizie.

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