02 - Artigli e foglie di tè

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La giornata era stata lunga e faticosa per il povero Albus. Dopo la fallimentare lezione di Pozioni e la noiosissima lezione di Storia della magia, nel pomeriggio aveva fatto una scarpinata nei boschi di Hogwarts per la lezione di Cura delle creature magiche.
Era stato molto interessante poter studiare i comportamenti degli Schiopodi Sparacoda, ma questi non erano proprio animali pacifici e cercare di salvarsi la pelle era stata un'impresa più ardua del previsto. Tanta era la stanchezza che, infatti, aveva addirittura saltato la cena: tutto quello che voleva era farsi una doccia e mettersi a letto.

Si era letteralmente trascinato nelle sue stanze, dove aveva riposto libri, bacchetta e mantello svogliatamente prima di raggiungere il bagno che condivideva con suo fratello James e gli altri ragazzi della camerata. Lanciò uno sguardo verso l'ampio specchio e il suo volto era più stanco e sporco di quanto immaginasse, pertanto scosse la testa e si sfilò i vestiti pigramente.

Una volta nudo, entrò nella cabina della doccia e aprì il rubinetto; un getto deciso e non troppo forte d'acqua calda lo investì, nel tentativo di lavar via la stanchezza. Era così stanco che non aveva neanche la forza di pensare e lasciò che l'acqua lo massaggiasse un po', per cui, prima di ricoprirsi col bagnoschiuma al ribes rosso, poggiò le spalle contro il muro.

Finalmente, dopo ore, profumava di pulito.
I capelli erano appesantiti dall'acqua e s'incantò nel fissare delle goccioline cadere in maniera tanto ritmica. Mentalmente l'associò alle gocce di vomito verde che aveva visto scivolare dal naso del professor Lumacorno e alla sua espressione afflitta; sorrise, però, e si lasciò bagnare dal getto della doccia.

Merlino, quanto era bello Scorpius. Ma come diavolo aveva fatto col finire di pensare a lui? Scosse la testa amareggiato e ricordò l'espressione disgustata del compagno di classe nell'esatto momento in cui la pozione era esplosa. Forse era per questo che aveva finito col pensare a lui, al suo sguardo ammaliante, a quel sorriso malizioso, al suo profumo, a quei capelli biondi, alla sua voce suadente... No, non di nuovo. Abbassò lo sguardo e notò che il proprio corpo aveva reagito nell'immediato al solo pensiero di lui.

Quanto era bello Scorpius? Aveva perso il conto delle volte che l'aveva immaginato senza vestiti, libero da ogni pregiudizio di sorta, senza schemi, senza battute preimpostate; lo immaginava semplicemente nudo, sotto la doccia, con l'acqua che schizzava su quelle spalle pallide e larghe. Fantasticava su quel petto accogliente e quelle clavicole vagamente sporgenti, sulla schiuma che veniva lavata via, sulle goccioline d'acqua tra le ciglia; immaginava le mani di Scorpius sfiorargli i fianchi tracciandone i contorni, e se lo figurava mentre lo tirava a sé, lasciando che i loro corpi si scambiassero il profumo, senza perdere il contatto visivo.

Senza rendersene conto, in un gesto del tutto involontario, aveva portato una mano a toccarsi l'erezione, per darsi piacere. Impugnò saldamente il pene sotto il glande, in modo che la pelle andasse a ricoprirlo ogni volta che scorreva verso l'alto; contemporaneamente, mosse la mano su e giù, aumentando leggermente la stretta. Ripeté questo movimento molte volte, immaginando che potesse fare lo stesso con il pene di Scorpius e che lui potesse ricambiare il gesto; più la fantasia prendeva piede, più veloci erano i suoi gesti e Albus ansimò per il piacere che si stava concedendo.

"Significa che tra cinque minuti sarai chiuso nel bagno dei ragazzi a masturbarti, pensando a me che ti scopo a novanta gradi tra i banchi di scuola. Vero, Albus?"

Maledetto Scorpius. Aveva ragione.

Quel mercoledì mattina c'era una nuova lezione di pozioni per gli studenti del quinto anno. Albus era arrivato quando l'aula era ancora vuota e mentre il professor Lumacorno controllava alcuni dettagli dell'argomento da spiegare e la lista dei figli dei 'famosi' che sarebbero stati presenti quella mattina, il ragazzo dagli occhi di 'suo padre' si era seduto al secondo banco in attesa dell'arrivo di Lysander, il suo compagno di banco fidato fin dal primo anno di scuola. Lys era l'unico della quale si fidava, soprattutto dopo la scenata che suo fratello James aveva fatto in sala comune quando aveva scoperto dei punti persi per la pozione esplosa e del battibecco con Scorpius. Voleva davvero bene a suo fratello ma lui gli aveva consigliato di ignorare Malfoy e la sua smania di grandezza, e di concentrarsi di più sul Quidditch, e ad Albus il Quidditch non interessava granché: per questo era solo una riserva.

OpaleyeWhere stories live. Discover now