21 - La magia è potere

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James e Scorpius, ignari di quanto stava accadendo proprio a pochi centimetri dalla porta, dormivano su un grosso letto avvolti in delle lenzuola nere. Riposavano nudi e abbracciati, crogiolandosi nel lieve tepore scaturito dai loro corpi accaldati.

Una volta aperta la porta, Draco restò senza fiato: era evidentemente sconvolto dalla scena. In seguito ai colloqui avuti con la Preside aveva scoperto e accettato, con qualche remora, il fatto che suo figlio avesse una cotta per un Potter ma, da quanto successo agli inizi dell'anno scolastico, era quasi sicuro che quel Potter fosse Albus, non James. Harry, sebbene non ne avesse parlato con Malfoy, condivideva il parere di Draco ma, al contempo, si preoccupava per il minore dei suoi figli, dato che era a conoscenza dell'infatuazione che il ragazzo aveva per Scorpius fin dai primi giorni di scuola. Infine c'era Albus.

Lui era certamente quello più confuso e sconvolto di tutti: suo fratello James, dichiarato etero, era nudo in un letto con Scorpius. James era perfettamente a conoscenza della cotta che aveva per Malfoy, perché aveva cambiato orientamento sessuale solo per farci sesso? Non era stato proprio lui a insultare Scorpius? Non era stato proprio lui a sfregiarlo in viso? Non era lui che lo minacciava di continuo? Non era lui che ci litigava ogni secondo?

Albus cercò di fare mente locale per cercare un indizio, una cosa qualsiasi che potesse fargli credere che loro due erano qualcosa di più: le trovò e mise su un'espressione disgustata e delusa. "Erano solo amici" e per questo l'aveva accompagnato al San Mungo, "erano troppo stanchi per una passeggiata" e per questo si chiudevano in camera, "aveva mal di stomaco" e questa era la scusa per dormire insieme la notte di Natale.

- Albus... - chiamò Harry con voce bassa e delicata. La situazione era completamente paradossale.

Harry non aveva mai visto Albus tanto sconvolto, neppure ai colloqui con la professoressa McGonagall; emise un urlo fortissimo nell'insultare i due che fece ridestare i ragazzi che non ebbero neanche il tempo di capire cosa stesse succedendo e come mai Albus, Harry e Draco fossero lì, che si ritrovarono travolti dalla rabbia del minore dei Potter.

- BRUTTI BASTARDI, - urlò Albus infuriato. - SIETE DEGLI STRONZI, VI ODIO, - continuò e dopo essersi scagliato su di loro come una furia cieca strappò via le lenzuola: vedendoli completamente discinti capì che non c'erano più dubbi su cosa fosse successo su quel letto. - MA NON VI FATE SCHIFO? -

- MA CHE CAZZO SUCCEDE? - gridò Scorpius, confuso. Come avevano fatto ad entrare lì?

James tentava di parare gli attacchi a vuoto del fratello, intenzionato a prenderlo a pugni sul volto mentre, disperato, gli dava del traditore e del bugiardo.

- Al... Fermati, cazzo, Al! Ti ho detto fermo, lascia che spieghi e, OH MERLINO CHIUDETE QUELLA CAZZO DI PORTA! - urlò James venendo travolto in pieno da una testata da parte del fratello.

Harry era esterrefatto: Albus non era un tipo violento, anzi, era piuttosto tranquillo e se stava avendo quella reazione tanto aggressiva voleva dire che era in pieno stato di shock.

- Basta così, - esclamò Draco prendendo in mano la situazione: qualcuno avrebbe pur dovuto farlo e nessun'altro sembrava in grado di iniziare da qualcosa senza perdere le staffe. Con un paio di colpi di bacchetta aveva ripristinato l'ordine e la pulizia nella stanza.

Harry aveva bloccato Albus che non riusciva a smettere di brontolare qualche insulto, Scorpius e James si erano rivestiti alla men peggio e si erano messi a sedere pur rimanendo sul letto. Nonostante l'Auror fosse Harry, fu il signor Malfoy a far loro un vero e proprio interrogatorio.

- Allora? - chiese, - Scorpius Hyperion Malfoy, non hai nulla da dire? -

- Papà, io... - Il ragazzo scambiò un'occhiata fugace con James, poi intrecciarono le mani saldamente. Faticava perfino a deglutire: avevano fatto tanta attenzione per non deludere Albus che, invece, era venuto a conoscenza della cosa nella maniera più scorretta possibile. Si accorse che James aveva impiegato un po' più di forza nel tenergli la mano, forse per infondergli o cercare una dose extra di coraggio, e proseguì, - ecco, noi... -

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