08 - Il molliccio nell'armadio

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James era tornato da qualche giorno; lo si intravedeva dal chiasso nella camerata e dalle risa in sala comune. La sua era una vera presenza: metteva di buon umore chiunque e gli fu perdonato subito di aver perso cento punti. Per fortuna, però, pur essendo stato declassato, non aveva perso il titolo di Capitano della squadra di Quidditch, pertanto i Grifondoro erano speranzosi di poter recuperare grazie allo charme del Potter-Quello-Figo.

Albus, invece, cercava di sgattaiolare subito nel suo letto e di passare inosservato: circolavano ancora le voci su quanto fosse incapace negli incantesimi e che fosse il colpevole della sparizione del Prefetto-Perfetto-Serpeverde. Da quando suo fratello era tornato, poi, era diventato sempre più complesso lasciare la Torre di Grifondoro: c'era sempre qualcuno sveglio in Sala Comune che chiacchierava con lui o che commentava qualcosa detta in precedenza.

L'orologio segnava le 02:00 passate quando cadde il silenzio sul dormitorio ed Albus ebbe modo di svignarsela per andare a trovare il suo draghetto anche quella notte. Albus aveva il sentore che sarebbe stato sempre più difficile poter raggiungere il suo animale preferito.

* * *

Tutti i giorni, il drago cercava di sopravvivere alle creature della Foresta Proibita. A volte, si dimenticava che era la creatura della Foresta, che aveva delle dimensioni e una forza tale da spaventare chiunque. Non si era ancora abituato a quella fama e proprio a causa di questo finiva col restare per conto proprio, emarginato dalle altre creature.

Durante il giorno faceva pratica di volo e cercava di seguire i consigli che gli aveva dato Albus per l'atterraggio. Aveva finalmente imparato a non cadere come un sasso e, ora che era più sicuro di sé, notava gli altri animali correre al riparo se si avvicinava ad una pozza d'acqua per abbeverarsi.

Strano. In qualsiasi forma si trovasse, c'era sempre e solo Albus a fargli compagnia. Doveva essere quella, la solitudine: in un mondo pieno di creature, nessuna di queste sceglieva di rimanergli accanto.

  * * *  

Quella sera, come tutte le altre,  Albus aveva aspettato che ognuno dei suoi compagni si addormentasse prima di rimettersi le scarpe silenziosamente ma con velocità, per non far svegliare nessuno. 
Era impossibile stabilire come si sentisse, aveva bisogno di correre nei boschi di Hogwarts e concentrarsi su qualcosa di fisico, visto che il suo cervello gli inviava messaggi contrastanti: per questo aveva deciso di fare una passeggiata da solo e raggiungere il suo centro.

Quella mattina era rientrato Lys e l'equilibrio sembrava essersi magicamente ristabilito a Hogwarts. Pian piano, gli studenti si erano abituati all'assenza del prefetto Serpeverde e anche le attività scolastiche erano state ripristinate totalmente, senza alcun controllo extra da parte dei professori e senza nominare più "Malfoy" invano. Scorpius era come scomparso dalla vita scolastica, come se fosse semplicemente stato dimenticato.
Albus, però, non riusciva a dimenticarsi di lui e non perché l'accudisse nella forma di drago in cui si era rifugiato, ma perché era evidente che il ragazzo avesse bisogno di qualcuno che semplicemente voleva esserci per lui. La cosa che lo preoccupava era che Albus, purtroppo, non aveva la facoltà di poter fare molto: lui aveva solo quindici anni e i propri mezzi erano limitati, ma gli adulti, loro avrebbero potuto fare qualcosa per salvarlo.

Il ragazzo era certo che, se la medesima cosa fosse successa a lui, i suoi amici, suo fratello, sua sorella, i suoi cugini, l'avrebbero cercato senza darsi pace; questo, invece, non valeva per gli amici di Scorpius.
Per questo, quando quella mattina era rientrato Lysander, fu sorpreso di non scorgere sulla sua faccia alcun segno di pentimento.

Albus era felice di riavere i suoi alleati più fedeli nuovamente insieme, ma il suo migliore amico gli sembrò particolarmente rude quando il discorso cadde su Scorpius.

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