20 - Il matrimonio di Ted &Victoire

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- Ho detto di no. –

Il "no" di Scorpius sembrava essere stato categorico quando i Potter gli avevano chiesto di prender parte all'addio al nubilato di Teddy. Non che Scorpius volesse mandare James tutto solo a divertirsi, ma sapeva che sarebbe stata un'inutile tortura psicologica vederlo conciato tanto sexy e non potergli saltare addosso così come avrebbe voluto.

Il piano era quello di andare in giro nella Londra babbana, trovare un locale con della bella musica, ballare e bere qualcosa e poi tornare a casa. Una cosa tranquilla, ma a Scorpius non andava né di indossare abiti babbani né di prender parte a quelle stupide feste. L'ultima volta che era andato in un posto in cui si ballava aveva finito con l'ubriacarsi per poi baciare James.

- E ci lasci tutti soli? - chiese il maggiore dei Potter in tono quasi intristito.

- Io... io non so niente dei babbani, - spiegò, - e i loro vestiti sono... dai, sono strani, - sentenziò, infine, indicando i ragazzi con lo sguardo.

Albus, infatti, portava un pantalone di cotone duro che aveva chiamato jeans e sopra indossava una specie di maglietta gialla coperta da una felpa nera; Teddy aveva dei pantaloni color salmone e ci aveva abbinato sopra una camicia bianca; James, invece, era quello più bello: indossava gli stessi abiti di quella sera al ballo, ed era spaventosamente sensuale con il chiodo di pelle nera.

- Scorpius, non fare storie: domani mi sposo e stasera dobbiamo festeggiare tutti! -

- Ben detto, fratello! - esclamò James e si batterono il cinque in segno di accordo.

- Ho detto di no. -

Era quello il motivo per cui, esattamente dieci minuti dopo, Scorpius indossava dei graziosi pantaloni grigi abbinati ad una camicia nera a taglio slim, quindi leggermente più stretta sui fianchi.

- Mi rifiuto di uscire di casa così! Mio padre... gli verrà un colpo! -

- Ehm, diciamo che tuo padre, così come il mio, non deve necessariamente saperlo... - disse Albus.

- In che senso? -

- Beh, Scorpius, Ted e Jamie sono maghi maggiorenni... e, sì, sanno che usciamo ma non sanno esattamente dove andiamo. -

Scorpius, ancora chiuso in camera di Albus, era intento a guardarsi allo specchio: doveva ammettere che, in fondo, non stava proprio malissimo conciato in quel modo. Infine si voltò verso l'amico, mettendo su un ghigno da presa in giro.

- Hai capito, Albus Severus Potter: fa tutto il timidino e poi sgattaiola fuori disubbidendo a mamma e papà chioccia? -

- Esatto! È una tattica la mia, che credevi? - lo schernì Albus ridendo.

James, in quel momento, entrò di soppiatto aprendo la porta. - Allora? - chiese, - Siamo pronti? -

- Hey! - si finse indispettito Scorpius, - E fossi stato nudo?! Non c'è un po' di rispetto! -

- Taci Malfoy, sei più che vestito, - lo rimproverò James, lanciandogli un'occhiata eloquente. - Devo ammettere che i vestiti babbani ti donano. Dovresti considerare l'idea di rifarti il guardaroba, - propose e ridacchiò.

- Ah-ah-ah. Simpatico come una Puzzalinfa, Potter. -

- Resto sempre più simpatico di te, - obiettò l'altro.

- Ragazzi, - li riprese Albus, - visto che siamo pronti, direi che è ora di andare. Usciamo? -

- Un'ultima domanda, - li interruppe Scorpius, - esattamente, come arriviamo lì? -

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