15

2.6K 146 7
                                    

15

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

15

You can count on me like one two three, 

I'll be there

And I know when I need it I can count on you like four three two, 

You'll be there '

Cause that's what friends are supposed to do, oh yeah

(Count on me, Bruno Mars)

Stasera partiremo per Hastings e non nascondo il fatto di essere davvero in ansia.

Stamattina mi sono svegliata con una brutta sensazione allo stomaco e io la conosco, la conosco maledettamente bene. È quella fottuta sensazione che ho provato già diverse volte e tutto ciò che solitamente succede dopo non è per niente positivo.

Harry ha appena chiuso i tre borsoni che comprendono armi e nostri effetti personali, lo osservo attentamente imprimendo nella mia testa tutti i piccoli dettagli del suo viso, dei suoi movimenti e del suo corpo.

Un sospiro scappa dalle sue labbra facendomi ritornare alla realtà.

"Che c'è?" domando.

È solo che... vorrei dirti una cosa, ma forse non è il momento adatto visto quello che ci aspetta." dice avvicinandosi. "Fallo, parlami pure." lo rassicuro.

Prende posto al mio fianco e poggia la sua mano sulla mia. "Prima di partire per Lille, io... sono stato al cimitero. Ho fatto visita a mia nonna e poi-" prende un lungo sospiro fermandosi. "-e poi sono stato da te. In realtà ti venivo a trovare ogni due giorni e ogni maledettissima volta che leggevo il tuo nome mi sentivo sprofondare, come se io stessi per morire, ma non succedeva. Io rimanevo lì, poi me tornavo a casa mentre tu te ne restavi al freddo, sotto terra. La cosa che più mi faceva rabbia sai qual è?" alza lo sguardo. "Quale?" mi azzardo a chiedere. "Io non potevo far nulla affinché le cose cambiassero. Io c'ero, tu no. Io respiravo, tu no. Io potevo svegliarmi la mattina, tu no. Io avevo la possibilità di rifarmi una nuova vita, ridere, andare al mare, sudare e altre migliaia di cose, tu no. Tu non avevi più nessuna possibilità." la sua voce è cupa, triste.

Racimolo tutta la forza che ho e poggio la mia mano sul suo viso così da poterlo guardare negli occhi.

"È successo prima che venissi qui, okay? Non hai più ragioni di pensarci perché è il passato e... non voglio che tu ti faccia ancora del male. Sono qui con te, respiro con e per te e voglio costruire qualcosa in futuro. Non ho intenzione di perdere, stavolta riusciremo a superarla." e per la prima volta in quattro mesi la mia voce esce sicura, non trema. Sono certa di quello che voglio ed è lui, insieme al suo sorriso, la sua risata, i suoi modi burberi e i suoi borbottii.

Abbiamo passato davvero fin troppo insieme ed è questo che mi fa essere così sicura delle mie scelte e dei miei pensieri. Io una vita senza di lui non la voglio avere perché non ci sarà più nessuno che sarà in grado di farmi sentire protetta anche con un solo sguardo come fa lui, non ci sarà più nessuno capace di tollerare i miei sbalzi d'umore, le mie risate strane, i miei silenzi e le mie voglie improvvise ad orari strani. Harry si è insinuato pian piano e silenziosamente nel mio cuore, se n'è appropriato in tutta tranquillità e poi, quando l'ha ottenuto, è riuscito a prendersene cura senza che io gli spiegassi come fare.

È semplicemente la mia persona.

"Non ti dirò addio stasera. Non di nuovo. E tu non lo farai con me." mormoro.

La porta della mia camera viene aperta da Julian pochi secondi dopo.

"Faremo meglio a muoverci. Ci sono un paio d'ore di volo e non vorrei arrivassimo troppo tardi alla villa." dice guardandoci.

Harry rilascia un sospiro alzandosi per poi lasciarmi un bacio in fronte e annuire.

"Sì, possiamo andare. Noi siamo pronti." dice guardando Julian.

Infilo gli anfibi e il cappotto, indosso un cappellino per ripararmi testa e orecchie dal freddo e seguo i due ragazzi in cucina.

Mi mancherà questa casa perché in fondo è proprio qui che sono guarita, che ho rivisto Harry, che ci ho fatto l'amore e abbiamo passato belli e brutti momenti.

Sto recuperando una felpa di Harry dal divano quando li sento bisbigliare.

"Vedi di non farti ammazzare, abbiamo una partita da vedere." il riccio ricorda a Julian.

"Ovviamente vale anche per te. Non vedo l'ora di vederti chiedere scusa e soprattutto di vedere la tua squadretta del calcio mangiarsi la polvere." ribatte il mio migliore amico.

Sorrido avvicinandomi a loro. "Pronta. Possiamo andare!"  

The Game Is Over. || H.S. || LPAG's SequelWhere stories live. Discover now