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You just call on me brother, when you need a hand

We all need somebody to lean on

I just might have a problem that you'll understand 

We all need somebody to lean on

(Lean on me, Bill Withers)

Sul jet c'è parecchia tensione, ma facciamo tutti il possibile per mascherarla. Julian osserva me e Harry mentre noi ricambiamo il suo sguardo.

"Che farai dopo?" domanda il moro. "Prima di tutto farò un annuncio pubblico. Non ho più un manager e non intendo averlo, poi ufficializzerò la mia ritirata e infine mi farò un bel viaggetto alle Hawaii." rispondo sicura. "Quindi vuoi proprio mollare il mondo del modeling?" mi guarda stupito. "Quello sì. Non pensavo l'avrei mai detto, ma... ho scoperto che non è quello che voglio fare davvero e per il resto della mia vita." spiego. "E cosa vuoi fare?" indaga mentre Harry ci osserva attentamente. "A me... piacerebbe creare il mio brand. Ideare vestiti, progettarli..." "La stilista, in parole povere." dice ovvio. "Sì." arrossisco. "Bene. Sono certo che ce la farai." sorride.

"E tu, bon bon, che vuoi fare?" adesso si rivolge al riccio. "Non vederti per un bel po' di anni." gli riserva un sorriso divertito. "A parte quello – e sappi che concordo – idiota." gesticola. "Mi sono già licenziato dall'agenzia e ad essere onesto non lo so, forse il fotografo." scrolla le spalle come se non avesse detto nulla di particolare.

Il mio sguardo è un misto tra il sorpreso e lo shockato.

In mezzo a tutto questo casino non c'eravamo mai davvero fermati a parlare del nostro futuro, cioè su cosa volessimo fare, e sapere che lui ha una passione così bella mi scalda il cuore. È un po' triste il fatto che non lo facesse già da prima, ma non importa, ormai è passato e spero vivamente lui riesca a realizzare il suo sogno. È importante, ci tiene e lo vedo.

"Ottimo, potresti farmi qualche scatto visto che io ho intenzione di fare il modello." ghigna Julian. "Vanitoso così come sei, ci credo." sbuffa Harry. "Vanitoso, ma bellissimo e soprattutto realista." sorride il moro. "Tu sei soprattutto stupido, non realista." ribatte Harry.

"Harry." lo riprendo piano invitandolo a smetterla.

"Beh, Brooklyn non la pensava così." lo stuzzica ancora Julian.

"Julian!" esclamo battendo una mano sul tavolo.

Harry si è già alzato, ma per fortuna ho dei riflessi abbastanza veloci che mi permettono di afferrare il braccio del riccio e farlo mettere seduto ancora una volta.

"Piantatela immediatamente, idioti." li fulmino con lo sguardo.

"Ma lo hai sentito?!" alza la voce Harry. "Sì, l'ho sentito. Questo cretino lo ha fatto solo per stuzzicarti e tu, come un pollo, ci sei cascato. Ignoralo e basta." lo guardo. Poi mi volto verso Julian. "E tu – gli punto il dito contro – piantala di provocarlo perché ti giuro che prima ti raso la testa, poi ti tatuo il naso e infine spiattello tutto a Chanel e tu sai a cosa mi riferisco." assottiglio lo sguardo. I suoi occhi si sgranano mentre deglutisce e ritorna con la schiena sul sedile.

"È ovvio che io stessi scherzando, pft." sbuffa una risata il liscio. Harry mi guarda confuso, ma decide di non commentare.

"E adesso voglio che vi diciate qualcosa che vi piace dell'altro a vicenda." li fisso incrociando le braccia al petto. "Oh, non esiste." risponde Harry. "Se non lo fai, rimani a secco per un bel pezzo." lo sfido. "Questo è ingiusto!" esclama shockato. "E a me non frega un cazzo. Come la mettiamo?" sorrido. Il riccio borbotta qualcosa che non capisco per poi sospirare.

"Bene – dice fra i denti – di te, Julian, mi piace il profumo che usi." "Beh, sempre meglio di niente." sorride divertito Julian. "Di te mi piace la grinta che metti nel fare le cose e soprattutto mi piace come rendi felice Brooklyn." aggiunge. Un piccolo sorriso si impossessa del mio volto e lo stesso succede con Harry.

"Ecco i miei ragazzi." sorrido baciando la guancia del riccio. "Parker, non esiste nessun ragazzi. Ci sono io e ci sei tu, niente Julian." mi ricorda facendo ridere me e sbuffare il moro.

"Vado a prendermi da bere o giuro che mi rimangio tutto." borbotta alzandosi.

"Non dirglielo – Harry si abbassa nella mia direzione – ma è uno a posto." sorrido sulle sue labbra per poi unirle alle mie in un dolce bacio.

"Ci penserai tu a farlo." lo rassicuro dopo essermi staccata.

"Non ci conterei troppo." ride prima di baciarmi ancora una volta.

The Game Is Over. || H.S. || LPAG's SequelWhere stories live. Discover now