Capitolo 7: Seconda prova

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 MEREDITH 

Se non avessi un armatura in ferro, mi sarei creata una in ghiaccio, proteggermi dalle fiamme di Eragon.La mia domestica mi aiuta a farmi sentire a mio agio nell'allarciemela, fatico a muovermi, scricchiola tutta e per giunta mi sta larga. "Non sono fatta per queste cose"

«Non si lasci abbattere dall'armatura, vedrà che supererà la prova anche oggi»
«Ne dubito, ma grazie per il sostegno»

La mia domestica sa bene cosa provo, capisce ogni mio sguardo, come una seconda mamma. Sa quando sto male e sa già cosa mi serve. In questo momento, un bell' incoraggiamento mi serviva.

«Che ne dice di una treccia?»
«Non metterci molto però»

Conosco bene Sara, la mia domestica, è un po' anziana ormai e ammetto che un bradipo va più veloce di lei, ma quando si tratta sopratutto di trecce lo è ancora di più, ma come si più dire di no? "È così dolce con me, è la domestica che si occupa anche dei miei genitori". Quando finisce il suo capolavoro cammino fino alla porta in modo goffo e ridicolo.

«Buona fortuna»
«Grazie Sara»

Percorro i corridoi notato che non c'è anima viva in circolazione. Scendo fino in cortile dove mio nonno Ade mi aspetta.

«Stavo aspettando proprio te»
«Perché?»
«Sei in ritardo»

"Io in ritardo? MA CHE ORE SONO? E che ore erano quando Sara mi ha proposto di acconciarmi i capelli". Non mi era mai successo di arrivare in ritardo, nemmeno con trecce più elaborate o vestiti più difficili da infilare. Vengo teletrasportata in un corridoio e posta come ultima in una coda infinita. Scopro che la sfida è iniziata da un po' e Alyssa ha già superato la prova per prima ovviamente. Ho perso il discorso di Madre Natura e l' incoraggiamento dei miei genitori. "Sono una frana". Man mano il tempo passa, ore e ore in piedi a cercare di intravedere la prova. Una ragazza rimane ferita dal drago, viene portata via dai medici dominatori per curarle le ustioni. "Spero di non fare la stessa fine"

Finalmente sono arrivata ad avere solo una persona davanti e riesco a vedere la prova di una ragazza all'interno di un'arena. Famiglie e amici dei concorrente fanno il tifo per lei, a quanto pare una dominatrice del vento, dovrebbe farcela "Se non ricordo male alla riunione risultava prima il fuoco del vento, ma suppongo che stiano ancora cercando il vulcano adatto alla prova". La ragazza sa essere molto agile con il corpo, ma non ha abbastanza potenziato il suo scudo da potersi proteggere dalle fiamme di Eragon. Abbiamo 20 minuti di tempo per cavalcare il drago, ma alcune prove finiscono con dominatori o dominatrici su una barella, con il corpo ricoperto di ustioni. Il penultimo partecipante è un ragazzo più grande di me, un dominatore dell'acqua che sostiene uno scudo attorno dall'inizio dalla prova. Eragon sputa subito fuoco per un minuto, il ragazzo ne esce senza un graffio. "Non saprei reggere per così tanto una barriera, mi sono allenata più sull' attacco, ma ormai non c'è più tempo" Il ragazzo conclude la sua prova in modo eccellente e finisce in groppa del drago. Da lontano il suo sguardo si punta sul mio, mostrandosi sicuro di sé, strizza l'occhio come per incitarmi a fare lo stesso.

«Adesso è il turno di Meredith, figlia di Victor e Rufus»

L'intera famiglia applaude, insieme a bambini e ragazzi, ma so bene quanto la gente mi guardi male, nonostante io cerco di evitare i loro visi. Cammino al centro dell'arena completa di rocce senza togliere visuale al pubblico. Appena Eragon mi riconosce rimane impassibile, non mi attacca ed io non ho intenzione di attaccare lui. Mi avvicino lentamente spostandomi verso di lui, quando sono abbastanza vicina il drago spalanca le fauci da cui escono fiamme incandescenti. Creo uno scudo attorno a me di acqua e corro il più veloce possibile a nascondermi dietro una roccia. Sento un sussulto del pubblico pronti a vedermi su una barella, ma il sasso riesce a proteggermi abbastanza senza che le fiamme mi sfiorino "D'accordo, Eragon non mi vuole essere d'aiuto, eppure è stanco lo vedo dopo 29 sfidanti. A essere stata l'ultima, devo solo trarne più vantaggio

Usare la stessa mossa del mio precedente avversario mi sembra banale, ma per quanto sia superficiale funziona. Creo nuovamente uno scudo che difende solo viso arti e petto, così da non spendere troppa energia. Non sono mai stata brava a correre, ma in questa occasione dove tanti occhi sono puntati su di me, punto al massimo delle mie forze fisiche e lascio che i miei piedi vadano da soli. Disegno un cerchio intorno a lui, che ancora cerca di attaccarmi come ha fatto con tutti gli altri. Il mio pensiero fisso è "Arriverà allo sfinimento prima di me, posso farcela" Non ho contato tutti i giri che ho fatto, ma alla fine forse si è stufato di starmi a guardare e fa qualcosa che con gli altri non ha mai fatto. Si mette a volare.

Vola finché la catena che gli stringe il piede non lo costringe a smettere e scende in picchiata verso di me, così da costringermi ad avvolgere lo scudo anche sopra la mia testa.

La catena è un mio vantaggio, è abbastanza corta, posizionata al centro dell'arena. Catena corta, arena grande. Lui sputa fuoco ed io mi difendo. Devo solo aggirarlo e farlo inciampare nella catena e cogliere l'attimo per saltargli addosso. Corro senza mai fermarmi, ma ormai sono quasi allo sfinimento. "Un ultimo sforzo" Nel momento in cui la catena lo tira e lui si volta per rincorrermi, succede proprio quello che ho previsto: Eragon cade e la terra trema. Prendo tutto il mio coraggio e con l'aiuto dell'acqua mi aiuti con un onda sotto i piedi a lanciarmi, quasi dovessi fare un tuffo olimpionico, fino a finire sulla schiena del drago. Mi tengo alle squame affilate che tagliano i palmi delle mie mani.

Il drago si riprende e inizia a dimenarsi facendo diventare la prova il gioco del toro meccanico, solo che il toro è un drago ed io non ho niente a cui aggrapparmi. Cristallizzo le mie mani col ghiaccio, aggrappandomi alla punta della coda fino al momento in cui deciderà di lasciarmi andare. Scuote la coda fino a catapultarmi contro il collo e grazie all' aiuto del ghiaccio posso scivolare sulla groppa di Eragon e finire la prova con eleganza. Non ho più fiato ormai, sento solo gli applausi del pubblico e qualcuno aiutarmi a farmi scendere. Non perdo completamente i sensi, solo la vista un po' appannata e percepisco la debolezza scorrere nei miei muscoli. I polmoni stanno scoppiando, devo iniziare un allenamento di resistenza o la prossima prova sarà fatale.

Prima di lasciarmi andare, mi volto per controllare che il drago non sia ferito, prima che la sua padrona mi venga a uccidere nel sonno magari.

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