Capitolo 11: Oltre la finestra

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ALYSSA

Mi trovo in uno stato confusionale, sapevo bene quanto la luce potesse farmi male, ma non avrei pensato di svenire. Al mio risveglio ho subito degli sdolcinati genitori che mi chiedevano più e più volte come mi sentivo. "Come vuoi che mi senta?"

«Sei diventata seconda tesoro»

"Come hanno osato, sono durata fino al conto alla rovescia". Mi giro su me stessa, per sprofondare la faccia nel cuscino. Mi lamento come i bambini che fanno i capricci e mi rimetto a pancia in su. Faccio per alzarmi, ma mi viene ordinato di restare sdraiata e mangiare una minestra calda.

«Non ho fame, voglio allenarmi»

In realtà avevo molta fame, ma piuttosto che essere imboccata dai miei genitori ho preferito saltare direttamente il pranzo. Mi recò nella mia stanza per farmi una doccia e trovo Eragon alla finestra alquanto irritato.

«Che ti succede?»

Sbuffa col naso spostando le tende bianche. "Eri preoccupato per me vero?". Con un suo verso di affermazione capisco tutto, ma sento che c'è dell'altro. Odia che gli entri nella mente, così comunichiamo a gesti, sguardi, con gli occhi, peccato che lui non riesca sempre a farsi capire.

«Ti prometto che dopo la doccia andiamo a fare un giro, poi passerò agli allenamenti» Inclina la testa verso destra per dire che non erano ciò che intendeva, ma acconsente comunque, per poi tornarsene in palestra. La doccia gelata mi è sempre molto utile, se poi utilizzo il mio bagno schiuma preferito al muschio bianco è un toccasana per la mia pelle. Faccio per andare a vestirmi nel mio armadio quando mi accorgo che i miei schizzi sono tutti nascosti sotto il mio letto. "Eragon". Mi arrabbio molto così lo chiamo con un fischio e accorre subito alla mia finestra.

«Sei stato tu?»

Il mio sguardo lo fulmina e con la coda fra le gambe, mi fa no con la testa.

«Davvero?»

Stavolta afferma più e più volte.

«Beh allora chi è stato?»

Inclina la testa verso sinistra e fa per dirmi di seguirlo. "Non capisco a chi voglia scaricare la colpa, ma faccio come vuole". Indosso un abito nero con le maniche lunghe e una mantella nera, abbinati degli stivaletti alti rossi. Salto in groppa ad Eragon lasciando che i miei capelli si asciughino al vento e resto ad aspettare il luogo in cui il mio drago si fermerà, per scoprire chi è entrato nella mia camera senza il mio permesso. Con un battito di ali si solleva oltre il tetto dell'accademia e con una giravolta scende in picchiata dal lato opposto. Il giro non è stato per niente lungo, e dire che non mi sarei mai aspettata di fermarmi di fronte a questa finestra.

MEREDITH

Apro la porta, l'armadio, il bagno non capisco da dove venga questo bussare. "Che scherzo è mai questo?". La testa inizia a far male, a causa di una voce che vuole entrare con forza nella mia mente.

«Chi è?»
"Aprimi"
«Dove sei?»
"Sono qui fuori muoviti"
«Ma fuori dove?»

È bastato girare lo sguardo per fermarmi il cuore. Alyssa su Eragon fuori dalla mia finestra. La voce che sentivo era la sua, l'unica dominatrice del buio in tutta Pandora, se qualcuno avesse origliato alla mia porta avrebbe pensato che parlassi da sola.

Apro la finestra e la faccio entrare. Eragon rimane fuori, con il muso alla mia finestra. Kira gli ringhia contro, finché non le ordino di andare a cuccia, e così si sdraia sul letto con il muso sul cuscino, le orecchie alte, osservando la discussione tra me e Alyssa.

«Che bello vederti stare bene»
«Il fatto che io stia bene dovrebbe preoccuparti»
«Perché?»
«Si da il caso, che qualcuno sia entrato in camera mia e il mio drago di guardia, mi ha lasciato davanti alla finestra del colpevole»
«La mia»
«Mi chiedo come mai tu sia entrata»
«La porta era aperta»
«Bugiarda, hai usato un incantesimo per aprire le serrature, ci è stato insegnato l'anno scorso, e poi difficilmente lascio la porta aperta»
«Ti dico che era aperta»
«E cosa hai visto?»
«Niente di particolare, un letto, un drago, un bagno»
«Disegni?»

"Oh si riferisce a quei disegni"

«Allora è vero, come ti sei permessa?»
«Non hai nulla da temere hai un grande talento, perché nasconderlo?»
«Perché è il mio stile, non serve che altri indossino i miei capi»
«Il popolo sarebbe felice di indossare un vestito disegnato dalla principessa Alyssa»
«Hai lasciato i miei disegni ovunque, sotto il letto, dietro le tende, sotto la sedia»
«Non è stata colpa mia, Eragon mi ha trovata, il suo respiro ha fatto spargere in giro tutti i fogli. Voleva probabilmente spaventarmi e fidati sono scappata via dopo»
«Una maniaca dell'ordine come te, che crea disordine»
«Ho avuto paura che Eragon mi abbrustolisse, piuttosto che sistemare la tua stanza»

Mentre parla gesticola assai, è una cosa che non avevo mai notato. Sembra sia sottopressione, confusa e il suo nervosismo la fa reagire così, a gesti. Oltre alle mani, non posso fare a meno di notare il vestito cucito da lei, nel suo stile. Io non lo indosserei mai, ma a lei sta molto bene.

«Eragon non attacca, se non viene attaccato o se non sono io ad ordinarglielo»
«Meglio così, non mi sarei permessa di attaccarlo»
«Ti conviene»

Mentre si volta furtivamente, i suoi capelli mi solleticano il naso ed io istintivamente sorrido per il solletico.

«Vai ad allenarti?»
«Forse»
«Posso venire?»
«No»

Risale in groppa al suo drago e spicca il volo. Resto incantata nel suo percorso, finché non atterra in giardino, in un punto nascosto dalle piante. Si intravede solo, tra un tronco e l'altro, Eragon sdraiato sull'erba, in modo da nascondere del tutto la sua padrona.

Indosso un paio di scarpe comode e dei pantaloni più corti. Saluto Kira con una carezza e parto in corsa per un riscaldamento completo, fino al punto in cui Alyssa è atterrata. C'è puzza di fumo, ed immagino che o Eragon sta sputando fuoco, oppure di certo questa è puzza di sigaretta. Mi avvicino al dorso squamoso del drago e lo raggiro cercando di non calpestare foglie o rametti.

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