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Tiro un pugno, e un altro ancora. La mia avversaria sarà dura da battere, anzi, praticamente impossibile.

Mi abbasso quando lei cerca di colpire me e afferro la sua gamba tirandola poi verso di me e la faccio cadere a terra.

Resto sopra di lei qualche secondo, quasi trionfante, ma poi lei afferra entrambe le mie braccia e inverte immediatamente le posizioni bloccandomi faccia a terra.

Non mi sento più le braccia e non riesco più a controbattere.

Mai abbassare la guarda.

Riesco a girare il volto respirando un po' d'aria dalla bocca.

"Nat" - urlo al limite dell'esasperazione.
Lei si sporge dalla mia parte e mi sorride.

Mi lascia i polsi facendo in modo che io possa rialzarmi da terra. Fortunatamente il pavimento della palestra non è così duro e sporco.

Le avevo promesso che non mi sarei mai arresa ma a questo punto non riesco neanche più a respirare.

"Ti sei arresa" - mi dice con tono duro lanciandomi l'asciugamano che avevo lasciato prima sulla sedia.

Lo prendo al volo anche se sento i polsi doloranti e mi asciugo velocemente il sudore dal viso.

"Ti prego Nat" - le dico riuscendo a riprendere fiato dopo qualche secondo -"Per oggi può bastare no?"

La rossa di fronte a me sta per dirmi qualcosa ma veniamo interrotte da una voce gracchiante proveniente dal megafono sopra le nostre teste.

Fortunatamente.

"Natasha" - la voce si blocca per qualche secondo -"in sala conferenze, subito"

Nat mi fa cenno di proseguire da sola con il mio allenamento e si chiude la porta della sala alle sue spalle.

Non appena sono sicura che lei si sia allontanata abbastanza per non avere tempo di tornare indietro mi butto a terra stremata.

Non mi sento più le gambe e le ginocchia non ne vogliono sapere, per oggi, di reggere su ancora il mio peso.

Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe stata così dura la vita qui insieme a dei veri supereroi.

Quando, cinque mesi prima, Nick Fury mi aveva convocata nel suo ufficio per dirmi che ero stata scelta per imparare la disciplina e le regole, non avevo pensato proprio a questo.

Nonché io fossi disciplinata o che non sappia rispettare le regole, ma, certe regole sono state create proprio per non essere rispettate.

In cinque mesi Natasha mi aveva insegnato a combattere, prima quello che avevo dentro, e poi quello che mi potevo trovare intorno.

Era diventata quasi come una sorella, anche se all'inizio era stata davvero dura nei miei confronti le avevo sempre promesso che non mi sarei mai arresa.

I miei genitori mi aveva insegnato il senso del rispetto verso qualcuno che fa il proprio lavoro e io Natasha la rispettavo proprio per questo e anche perché lei rispettava me, pur essendo più giovane di lei.

Appoggiai i palmi delle mani a terra pronta a rialzarmi. Lanciai un'occhiata veloce all'orologio sopra agli specchi: 12.45.

Recuperai velocemente la mia roba e corsi in stanza a farmi una doccia.

I corridoi erano completamente vuoti, segno che erano ancora tutti quanti in riunione.
Attraversai velocemente la sala principale salendo velocemente, per quanto mi fosse possibile farlo, le scale.

Till the end •Steve Rogers•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora