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2 maggio 2004

"Buon decimo compleanno principessa"

Guardai davanti a me i miei genitori. Sorrisi, poi chiusi gli occhi esprimendo un desiderio, soffia con tutto il fiato in corpo sulle candeline.

"Hai espresso un bel desiderio?" - chiese Carol, mia madre

Annuii, e mio padre mi lasciò un piccolo buffetto sulla guancia.

"Cos'hai desiderato?"

Nello stesso istante che ricordai quelle parole, l'Antico tolse la sua mano gracile da sopra la mia testa. Quando aprii gli occhi, un senso di nausa mi pervase.

Stavo cominciando a ricordare tutto quello che mia madre aveva fatto cancellare dalla mia testa, eppure, continuavo a non capire tante, troppe cose.

Piansi. Senza neanche accorgermene delle lacrime salate mi rigarono il viso. Sentì la mano si Strange appoggiarsi sulla mia spalla.

Non parlai, ero stravolta.

Un turbinio di emozioni si stava facendo spazio dentro di me come un uragano quando comincia a distruggere qualsiasi cosa si trovi davanti.

Nello stesso istante che chiusi gli occhi e strinsi i pugni, una scarica di energia mi attraversò tutto il corpo.

Nervoso, ansia, paura, panico, disgusto, tristezza. Ma anche tanta gioia, felicità, divertimento, apprezzamento, desiderio e interessamento di sapere ancora di più. E malinconia, tanta malinconia.

Quel senso di appartenenza che mi mancava da tanto tempo si fece spazio dentro di me, mettendo da parte tutti i dubbi e le domande che avevo avuto fino a qualche istante prima.

Erano passati altri cinque giorni prima che l'Antico si fosse deciso di ridarmi i miei ricordi che, pur con tutte le buone intenzioni del mondo, mia madre aveva fatto cancellare.

Troppi pensieri mi correva nella testa. Tutti i miei compleanni. Tutti i desideri. Tutte le volte che mio padre mi aveva insegnato qualcosa di nuovo.

Guardai, ancora intontita, le mie mani.

Dal mio corpo proveniva tanta di quella energia repressa che, probabilmente, avrei potuto uccidere qualcuno.

Nel mio passato, le avevo usate per guarire un piccolo cervo che era rimasto intrappolato nella staccionata della famosa casa che era andata in fiamme.

Ora lo ricordo bene.

Ero grata del fatto che i miei ricordi e di conseguenza i miei poteri erano stati repressi in un angolo remoto, per la mia incolumità, e non perché avevo fatto del male a qualcuno.

Sorrisi, ma poi pensai che ancora, non sapevo dove esattamente si poteva trovare la Gemma, e la cosa mi infastidiva.

"Kētī" - la voce di Mordo interruppe i miei pensieri

Li avevo visti uscire dalla mia piccola stanza tutti insieme, qualche minuto prima, ma avevano comunque deciso di lasciare la piccola porta in legno aperta.

Till the end •Steve Rogers•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora