seven

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sette giorni dopo, era ancora li.

quel giorno il ragazzo indossava una pesante felpa nera che ricopriva quasi interamente il suo corpo, per quanto fosse minuto. eppure jungkook immaginò che al di sotto sfoggiasse un petto asciutto e allenato.

jungkook rilesse per intero il kanji, una parte dell'alfabeto giapponese, ma la sua pronuncia era scarsa e il ragazzo aveva sorriso più volte, scusandosi poco dopo.

in quei due giorni aveva scoperto svariate cose, come il suo nome. kim taehyung, anche quello dovette ammettere suonasse bene. aveva soltanto tre anni in più ed era tornato a seoul per rivedere la sorella minore.

nient'altro, erano le uniche cose confidate il giorno precedente ma a jungkook bastava anche quel piccolo dialogo.

«cazzo, avevo un'appuntamento con jimin!» imprecò il moro, fissando l'orologio da polso. si alzò e mise via in fretta i fogli, riponendoli sullo zaino che portò alle spalle.

«taehyung, grazie per oggi.» si diresse verso la porta ma prima che potesse uscire, si fermò e tornò indietro. «questo è tuo.» e gli ridiede indietro il quaderno degli appunti.

«puoi tenerlo.»

«non voglio disturb-» si bloccò all'istante, voltandosi in sua direzione.

«aspetta, cosa?» quasi urlò, tornando a fronteggiarlo come poco prima. «parli coreano?»

taehyung rise, di una risata profonda e gutturale che mise in subbuglio lo stomaco dell'altro. poi fece un passo in avanti, sfilò il foglio dalle mani del moro e ne lesse il contenuto.

il suo coreano appariva impeccabile, nè un errore nella pronuncia, nè una singola imperfezione. sollevò il viso nel suo e sorrise, sollevando le mani in aria in segno di difesa.

«non ti ho mentito, abito a shibuya e sono qui per mia sorella.» portò due mani sotto al suo mento, sollevando il suo viso per poter fare contatto visivo. «ho solo dimenticato di menzionare che conosco il coreano.»

«fottiti!» gli urlò il più piccolo, scacciando via la sua mano con rabbia. in realtá, una piccola parte di sè fu sollevato dal sapere di non dover più parlargli in inglese.

«perchè non me l'hai detto prima!» esclamò ancora con un profondo sbuffo.

«pensavo di dirtelo quando sei arrivato qua, il primo giorno. ma il tuo accento americano è cosi divertente.» lo beffeggiò e jungkook roteò gli occhi per aria, spazientito.

«va al diavolo kim taehyung!» uscì, sbattendosi la porta alle spalle. e taehyung non potè non pensare che in quelle condizioni era cosi adorabile.

teach me | taekook ✓Where stories live. Discover now