teach me | taekook ✓

twelve

dopo quel leggero bacio il giorno precedente, jungkook era tornato a casa con la mente affollata come mai prima d'ora.

mai avrebbe pensato che baciare un ragazzo, se pur in maniera cosi lieve, potesse essere una buona cosa. si era sentito come quando aveva baciato la sua prima ragazza, anni prima. forse anche meglio.

le labbra di taehyung erano cosi soffici e rosse e se si tastava la bocca con le dita poteva ancora sentirle premute contro le sue.

scosse il capo, era un'intera giornata che non faceva altro che pensare a quella sensazione. e jimin di certo non aiutava, chiedendo di continuo cosa fosse successo.

«niente, abbiamo solo parlato.» mentí per l'ennesima volta, se avesse detto la verità l'amico avrebbe urlato tanto da svegliare l'interno vicinato.

e voleva evitare si sapesse di aver baciato un ragazzo.

«parlato soltanto? sei sicuro?» chiese ancora il biondo, poi ridendo schiaffeggiò una sua gamba. «secondo me hai perso la verginità.»

«jimin!» lo rimproverò il minore con occhi severi. «dio, sei assurdo. pensi sempre al sesso.»

jimin non riuscí a rispondere a causa del cellulare di jungkook che cominciò a squillare. il nome di taehyung comparve sullo schermo e sentí un nodo alla gola nel solo leggerlo.

«avanti rispondigli!» lo incitò, ma il minore era ancora fin troppo imbarazzato per farlo.

«se non gli rispondi tu lo farò io.» alla fine cedette, chiedendo però di far silenzio.

«ehi, sei vivo. non mi rispondi da ieri, stai bene?» la voce di taehyung risultò bassa al suo orecchio e anche a distanza, potè riconoscere il suo accento giapponese.

«sto bene.» rispose soltanto e fu tentato dal mettere giù, ma taehyung insistette.

«allora vieni, devi imparare ancora il lessico base.» risuonò tanto come una scusa e jungkook parve capirlo all'istante.

«ho da fare.» e mise giù, seppellendo il viso contro il cuscino.

alla fine, trenta minuti più tardi jimin era riuscito a convincere l'amico ad andare a casa sua, con il solo intento di imparare e nulla più.

e quando jungkook arrivò davanti casa del maggiore, aveva le idee più che chiare. quella sarebbe stata la sua ultima lezione, niente più incontri pomeridiani, niente più messaggi.

non poteva stargli ancora attorno o rischiava di volerlo baciare ancora.