The Seven Fallen Humans

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«Mi hai salvato la vita.»

«Figurati, tesoro. Ormai sono abituata a salvare la gente da Annika, te più di tutti.» Rispose Yinan appoggiata sulla porta, mentre Hawa mi guariva la ferita alla spalla con la sua magia. Era un brutto taglio e la ragazzina era ancora non troppo capace nel controllare i suoi poteri, ma in uno o due minuti la pelle si richiuse lasciando una piccola cicatrice, una delle tante che decoravano il mio corpo. A tal proposito Yinan sbuffò. «Diciannove anni e sei già ricoperta di cicatrici da capo a piedi, meno dieci punti in eleganza e infima probabilità di trovarti un fidanzato. E le statistiche erano già basse quando ti ho conosciuto.»
Hawa si indignò, mentre io ignoravo quell'inutile commento. Mi piacevano le mie cicatrici e ne andavo fiera, se agli uomini non piacevano... beh, chissene frega. Avevo già abbastanza problemi, un fidanzato sarebbe stato la mia condanna a morte.

«Invece Frisk è molto più affascinante di te, Yinan.» Disse Hawa, scuotendo la sua riccia massa di capelli scuri e alzandosi dal suo letto.
Entrambe ci girammo verso di lei, sbigottite.

«Ah davvero? E perché?» Chiese Yinan, non più sorpresa ma irritata.

«Perché è più forte di te.» Rispose semplicemente la piccola afroamericana, sistemandosi il suo vestitino verde, come se l'attuale situazione non la interessasse.

«Visto, Yinan? Questa bimba è la voce della verità.» Dissi ridendo e prendendola in braccio come un bambolotto.

«Tch. È impossibile che Frisk abbia più fascino di me, tesorino. Lo dicono il numero dei miei fidanzati e i suoi, cioè zero.» Ribatté la mora. Quella maschera di zen malizioso si era inacidito, così approfittai di quel piccolo momento di debolezza per prenderla in giro.
«Sembra che qualcuno sia invidioso.» Dissi giocando con i miei capelli in modo teatrale, tenendo la bambina di otto anni con un solo braccio. Hawa si mise a ridere mentre Yinan si scaldò ancora di più.
«Solo una lesbica ti troverebbe affascinante.»
Smisi di sorridere e anche la ragazzina di fianco a me si zittì. Si girò verso di me e mi chiese cosa volesse dire lesbica. La rimisi per terra.

«Quando due donne si amano e si vogliono sposare, sono lesbiche.» Spiegai.

«Vuol dire che anche tu sei lesbica?»

«No, penso che il termine giusto sia asessuale.»

«Cosa vuol dire "assessualle"?»

«Lascia perdere.»

«Sei ciclata?» Chiesi invece a Yinan, con molto tatto.
«Ma vaffanculo.» Ringhiò lei uscendo velocemente dalla camera di Hawa. Quest'ultima mi gettò un occhiata confusa.
«Si sente priva di qualsiasi altra qualità, secondo me.» Dissi facendo spallucce.
«Ma Frisk, perché non fa altro che dire che sei l'antisesso?» Chiese citando il soprannome che mi aveva dato Yinan il primo giorno che ci siamo incontrate, in un locale pieno di uomini e con un nauseante odore di alcolici e marijuana. Avevo sedici anni, ero scappata dall'istituto un anno prima, e lei ventuno. Mi aveva guardato dalla testa ai piedi, come se fossi uno scarafaggino, poi si era alzata dalle ginocchia dell'uomo che stava intrattenendo con le sue doti inusuali per una semplice cameriera e si era avvicinata a me; mi sorpassava di pochi centimetri e i suoi occhi erano di un blu quasi elettrico, i quali irradiavano disgusto.
Aveva alzato un dito e l'aveva premuto sul mio petto quasi privo di rotondità, mentre io ero rimasta troppo perplessa per reagire. La sua bocca si era curvata ed era scoppiata a ridere, dicendo che ero l'antisesso sceso in Terra per mano divina. Anche gli altri uomini avevano iniziato a ridere. Beh, quando le diedi un pugno sul naso smisero in fretta di sghignazzare.

Avevo come al solito esagerato, e la signorina era svenuta. Tutti i presenti misero mano alle pistole, ma un'ombra dietro di me gli ordinò di non sparare. Annika, soprannominata da noi membri dei Sette Umani Caduti "Russian Roulette", era intervenuta ed avevamo portato il corpo privo di conoscenza al quartier generale.
Poco dopo Yinan Wang era diventata (sotto pressioni da parte della russa) membro della gang e i suoi commenti sulla mia dubbia femminilità erano aumentati nonostante le avessi quasi spaccato il condotto nasale. Ora aveva un minuscola gobba sul suo nasino perfettamente all'insù a ricordarle che doveva pensarci dieci volte prima di pestarmi i piedi, ma nonostante quel famoso pugno non aveva mai provato tanto rancore nei miei confronti, non troppo almeno.
Quando ne parlava alzavo le spalle, usando la mia giovinezza d'allora come scusa per il mio comportamento violento, anche se probabilmente Yinan sapeva benissimo che a diciannove anni avrei fatto la stessa identica cosa. Semplicemente, a volte avevo voglia di spaccare il naso a qualcuno che mi prende per il culo ed a volte no.

I Ain't No Kid, Pal (Mafiafell Frans)Where stories live. Discover now