A Fine Lady

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Sans p.o.v.

«Mhm, la taglia è troppo larga sulle maniche. Temmie, portami quel vestito sancrato.»

«Perché proprio rosso, Virgilia? Non hai qualcosa di meno accattivante?»

«Andare in nero è troppo triste, Frisky. Sembra che tu debba andare ad un funerale...»

«Tecnicamente è così.» Osservò lei, strappandomi un sorriso. Mentre io ero seduto su uno dei divani, guardavo Frisk e Virgilia scambiarsi vestiti e provarli, uno ad uno.

«Lo so, ma ricordati che dovrai essere la stellina di Mettaton stasera. Una reginetta, capisci? Il nero lo indossano i personaggi secondari.» La frase di Virgilia, vestita con lo stesso abito del giorno prima, mi lasciò un sapore amaro in bocca e lavò via immediatamente il mio sorriso.

«Perciò tu sarai in nero.» Concluse Frisk, con una traccia di infantile invidia.

«Ognuno ha le sue fortune. Oh grazie, Temmie. Forza provati questo.» Disse porgendole un'altro abito che il piccolo Mostro aveva portato.

Frisk andò dietro un paravento e uscì meno di trenta secondi dopo. Il rosso le donava, ma la vita le stava troppo stretta e sembrava toglierle il respiro, per non parlare della gigantesca parte di petto che la scollatura rivelava...

«Sembro una... una...» Disse lei, guardandosi astiosa allo specchio. Non trovava le parole per descriversi.

«Una?» La incitò Virgilia, con un sorrisetto.

«Non lo so, non mi piace.» Sbottò lei, cercando di tirarsi su il vestito in modo da coprirle il seno. Fallì miseramente.

«Santo Asgore, Sansy. La tua papagena è assai capricciosa.» Sospirò Virgilia rivolgendosi a me.
Sbattei le palpebre, confuso.
«Papagena?»

«Sans, non hai mai ascoltato Mozart?!» Chiese Frisk incredula. Non solo il discorso era ridicolo, ma come poteva una ragazza cresciuta nella povertà e nella violenza avere una passione per la musica classica?

«Quella è musica da Umani, in più è vecchia come il cucco. Non sono molto interessato.» Replicai.

«Sansy, non sai cosa ti stai perdendo. La musica degli Umani è semplicemente... Temmie, non stare lì a far niente! Cerca nel guardaroba gli abiti in stile vittoriano e portamene almeno una decina, su!» Ordinò la donna invisibile.

«Virgilia, era la moda di quarant'anni fa...» Mormorò Frisk, mentre continuava a cercare si sistemarsi il vestito.

«Non importa, noi Mostri non ci facciamo tanti problemi su questioni così futili. E poi, penso che ti stiano meglio di questi abiti moderni.»

«Speriamo.» Rispose lei, sedendosi sul divanetto.

Era ancora arrabbiata da quella mattina, non con me ovviamente. Mi aveva detto di non fare parola di Chara con nessuno, glielo avevo promesso. Non potevo fare altro, nonostante mi rodessi le mani pur di non chiedere l'intera questione a mio padre, lui aveva conosciuto Chara...

«Come procede il tuo personaggio, Amelia Crawford?» Le chiese Virgilia allegramente.

«Stupendamente, cara Virgilia.» Rispose lei con sorriso mieloso.

«Sei sicura di quello che fai? Sarà rischioso.»

«E me lo chiedi adesso? In ogni caso, sono brava a recitare la mia parte ed è quello che farò.» Fece una pausa e riprese, con un ghigno. «Mi vuoi forse interrogare?»

«Non ce n'è bisogno, cara.»

Temmie arrivò, accompagnata da Gerson, con una mezza dozzina di abiti neri e bianchi, di morbido velluto o lieve seta.

Virgilia si alzò e ne scese uno, che porse affabilmente a Frisk.

«Provati questo.»

Lo sguardo della ragazza ispirava tutto tranne che approvazione, ma non disse niente ed accettò il suo supplizio. Andò dietro il paravento con un sospiro.
Dopo qualche minuto, sentimmo un suono di frustrazione dalla sua parte, così le chiesi cosa c'era che non andava.

«Non riesco... a infilarlo...» Mormorò lei, come se qualcosa le avesse incastrato il respiro. «Qualcuno si degna di darmi una mano, grazie?» Chiese subito dopo, aggressiva.

Virgilia mi spinse dolcemente in avanti, ridacchiando.
«Vai ad aiutare la tua papagena, Sansy.»

«E-eh? Ma io-»

«Sans, prima di notte!» Esclamò Frisk, impaziente di ritornare a respirare normalmente.
Schizzai dietro il paravento, ritrovandomi un cumulo di tessuti e tulle, da cui spuntavano una mano e una testa. L'espressione di Frisk era...

«Non osare ridere.» Mi minacciò, con voce tagliente. Riuscii a trattenermi, per miracolo, e mi avvicinai a lei per aiutarla a districarsi tra i numerosi strati di velluto e seta. Non era facile, si era incastrata la testa in una delle maniche orrendamente larghe.
Facendo attenzione a non strappare la stoffa, le sfilai il vestito dall'alto. Con un piccolo sorriso di trionfo, cercai il suo sguardo per poi accorgermi che si trovava a meno di un metro da me in biancheria intima.

Sobbalzai, sentendo il mio cervello (inesistente) andare in tilt. Lei ignorò completamente il mio imbarazzo e mi chiese di aiutarla a rimettere il vestito in modo corretto. Morendo dall'imbarazzo, eseguii la richiesta.

«Ooooooh, stupendo!» Gongolò Virgilia.

«Sembro una fottuta bambina miliardaria di quarant'anni fa. O forse una bambola.»

Frisk sembrava terribilmente a disagio, come se non fosse per nulla abituata a provare dei vestiti e chiedere il parere altrui. Si vergognava e la cosa non era per niente tenera da guardare, tutt'altro. Avrei voluto dirle di togliersi quel intricato vestito pieno di nastrini, tulle e pizzi, di rimettersi i suoi vestiti normali se ciò l'avrebbe resa felice, o perlomeno più a suo agio.
In più, aveva ragione. Sembrava veramente una bambola.

"Una bambola del sesso" pensai malinconico. Dopo quello che era successo la notte prima, non sapevo veramente come comportarmi.
Avevo realizzato di essermi innamorato di lei il giorno prima di quando... avrebbe dovuto fare l'amore con un'altro.

Continuavo a ripetermi che lei non voleva farlo, ma era obbligata. Senza quel pensiero, avrei probabilmente cancellato tutto quanto e avrei pensato ad un altro modo per uccidere Mettaton.

Ma non potevo decidere io per lei, doveva fare le sue scelte nonostante fosse terribilmente a rischio.

Un'Umana in mezzo a due centinaia di Mostri. Con solo due alleati.

I Ain't No Kid, Pal (Mafiafell Frans)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz