Hands Off

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Frisk p.o.v.

Le sue mani facevano su e giù sulle mie cosce, da sotto la mia gonna.
«Muscolose, oh sì... Quasi da atleta. Perfette.»

I ballerini danzavano, i cantanti intonavano canzoni e gli acrobati si esibivano. Applausi, applausi a non finire. Io e Mettaton eravamo seduti su un divanetto centrale, in platea.

Mi sentivo male, nauseata e con una voglia terribile di uccidere quel robot. Lì ed in quel momento. Salire sul palco del teatro, trascinandolo insieme a me, e decapitarlo davanti alle facce sbigottite di tutti. Che bello spettacolo. La decapitazione di Maria Antonietta, dove la perfida regina era lui ed io ero il boia, colui che aveva fatto scendere la lama sul suo regale collo.

"Tagliatele la testa, tagliatele la testa!"

Frisk, ti sta parlando!

«Amy cara, ti senti bene? Ti vedo distante.» Mormorò il bastardo nel mio orecchio, con due delle sue quattro mani che mi cingevano i fianchi. I suoi denti appuntiti risplendevano, bianchi e perfetti.

"No che non mi sento bene, stronzo!" Avrei voluto rispondergli, ma invece mi appoggiai alla sua spalla, come se mi sentissi debole. Lui diede una lunga occhiata interessata al mio seno.

«Signor Mettaton, mi sento quasi mancare... Mi sento come se tutto il mio corpo scottasse...»

Volevo velocizzare il tutto, non potevo aspettare un minuto di più. Chara si mise a protestare.

Frisk, senza Sans non esci viva da questo posto. Prima che lui arrivi ci vorrà mezz'ora!

"Non ho la minima intenzione di attendere. Me la caverò da sola."

«Amy, tesoro. Puoi aspettare la fine dello spettacolo? Sarebbe oltraggioso per i miei ospiti essere privati della mia presenza così presto.»

"Ti strapperò le dita una ad una, lentamente" pensai morbosamente, sentendo lo sconforto riempirmi la mente.
Non potevo far altro che giocare il ruolo della bambolina ubbidiente.

«Sì, Ton-Ton.»

Lui ne fu deliziato e ricominciò ad esplorare con le sue mani indesiderate il mio vestito.

"Tagliatele la testa, tagliatele la testa!"

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Sans p.o.v.

La villa fuori era tranquilla. Il leggero vento fece ondeggiare il Gaster Blaster, riempiendomi le orecchie col suono frusciante della brezza estiva. Seduto sulla scrivania della mia camera, con varie mappe dell'enorme edificio sotto gli occhi, usavo il mio frammento di magia come telecamera. Il lato sud, quello dell'entrata era guarnito di un numero elevato di guardie, come avevo visto qualche giorno prima.
Non sarebbe stato facile entrare, anche non potendo essere captato dal radar.

Stavo ancora analizzando la situazione, cercando di valutare i modi che avevo per non farmi vedere dalle guardie. Un rumore mi fece sobbalzare.

Pensai di essere stato scoperto, nonostante il Gaster Blaster fosse oscurato all'ombra di un edificio vicino. Ma non era così. Mi guardai in giro, girando il mio punto di vista: nessuno aveva scoperto la spia.
Quel rumore veniva da dentro la stanza.

Con uno sforzo notevole, terminai il contatto con il Gaster Blaster, ritornando alla mia scrivania costellata di carte ed appunti. Una lunga ombra incombeva sopra di me, ingoiandomi.
Ero così sorpreso che mi girai di scatto, confuso dallo spettacolo che mi presentava davanti.

«Papyr-!» Un colpo alla testa mi lasciò senza fiato. Caddi dalla sedia, rotolando su un fianco. La parte superiore del mio cranio pareva esplodere dal dolore, lo sentii sgretolarsi e creparsi, diventare polvere.

"Che male che male che male" pensai in allarme, cercando di rialzarmi. La stanza girava intorno a me.

Il secondo colpo mi stordì in modo tanto profondo che persi quasi immediatamente i sensi. La vista si offuscò, giusto in tempo per farmi udire le parole gracchianti di mio fratello.

«Nyehehe, la prima parte della missione è stata un successo, papà

I Ain't No Kid, Pal (Mafiafell Frans)Where stories live. Discover now