Capitolo 2

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2014

Rebecca aveva traslocato con la sua famiglia a Firenze all'età di 6 anni, perché il suo papà era stato trasferito dall'azienda idraulica salentina a quella toscana. L'amore per la sua amata Puglia, però, non era mai scomparso, anzi, era aumentato con la distanza e con la nostalgia dei suoi cari. Perciò, nonostante vivesse nel capoluogo toscano da 14 anni, quando ne aveva la necessità, scendeva giù al sud per respirare un po' di aria di Casa.

E stava proprio pensando alle imminenti vacanze al mare quando ricevette una telefonata dalla sua amica Gaia. Sobbalzò sentendo la suoneria del suo telefono e, lasciando perdere gli appunti di chimica analitica, uscì sulla veranda della sua camera per rispondere.

<<Mi scusi dottoressa, avrei bisogno di un favore urgente.>>

Nemmeno il tempo di salutarla, che la sua bionda preferita le chiedeva l'ennesimo favore! Rise per il soprannome affibbiatole e pensò che lei, dal titolo di dottoressa, era ancora molto lontana.

<<Riguarda Mami?>> domandò ricomponendo la frangia scomposta dal leggero venticello di fine giugno.

<<No, mio fratello Federico.>>

A Rebecca si illuminarono gli occhi al suono di quel nome. Aveva una cotta per lui ormai da parecchio tempo e, anche se quell'anno aveva giocato a Crotone, lo aveva seguito da lontano con la sorella e la piccola nipotina. Aveva avuto modo di chiacchierare con lui poche volte, durante le vacanze di Natale o di Pasqua, o quando, tra una pausa e l'altra, saliva su a Firenze per passare del tempo con la famiglia. Inutile negare il fascino da calciatore che si portava dietro ed era altrettanto inutile spiegare quanto questo suo lavoro le facesse vedere Federico sotto una luce ancora più eccitante.

<<E come posso essere io di aiuto ai fratelli Bernardeschi?>> chiese torturandosi il labbro inferiore con i denti per sopprimere un sorriso.

<<L'anno scorso non ha potuto fare l'esame di maturità per via del prestito al Crotone, dovrebbe sostenerlo in una sessione straordinario a settembre, ma è così scarso con le materie scientifiche e non, da avere bisogno del tuo magnifico intelletto.>>

Gaia fu colpita da qualcosa che le fece urlare un "AHIA!" al telefono con Rebecca. Quest'ultima rise, riconoscendo quel qualcosa proprio come il calciatore.

<<Va bene, proverò ad aiutarvi, ho capito. Avrei bisogno di consultare i programmi da studiare, Gaia, puoi inviarmeli tu?>>

<<Perché non passi da casa ora? Così tu e Federico vi mettete d'accordo e vieni a salutare me e Mami, ci stai?>>

Rebecca ci pensò su, guardando il quaderno aperto sulla scrivania. Studiare o correre da loro? In entrambi i casi i sensi di colpa si sarebbero fatti sentire, valeva la pena staccare comunque, almeno per oggi, e passare il restante pomeriggio con Gaia.

<<E va bene>> sospirò <<il tempo di cambiarmi e arrivo.>>

Esattamente quaranta minuti dopo era nella sua 500 blu notte che si dirigeva verso casa della sua amica. Indossava una t-shirt bordeaux con un pantaloncino in jeans a vita alta, il tutto abbinato alle solite converse bianche, mentre aveva legato i lunghi capelli in una coda alta, in modo da non darle ulteriore fastidio con il caldo afoso di quella giornata.

<<Ci hai messo quasi un'ora>> borbottò Gaia aprendole la porta e lasciandola passare.

<<Buon pomeriggio anche a te>> salutò lei in risposta. Entrò nel grande salone, dove trovò Federico seduto per terra a gambe divaricate con Mami: i due si divertivano a giocare con le bambole della piccola, la quale, appena sentì arrivare Rebecca, lasciò tutto per correrle in braccio.

<<Ciao principessa, come stai?>> si interessò la ragazza dandole due grossi baci.

<<Un po' triste perché non ti vedrò per un sacco di tempo>> disse Mami facendo il musino.

Rebecca, infatti, durante l'anno scolastico aiutava la piccola a fare i compiti, guadagnando qualcosina da conservare per riuscire a portare a termine il suo sogno di diventare un chimico e potersi specializzare nella prestigiosa università di Torino, che le poteva offrire numerosi sbocchi lavorativi.

<<Beh, guarda il lato positivo>> cominciò Rebecca mettendo giù la bambina <<sarai al mare per i prossimi due mesi e poi riprenderemo a giocare assieme.>>

<<Ma Becca è vero che aiuterai lo zio a studiare?>> chiese poi indicando il ragazzo seduto ancora per terra. Rebecca lo guardò e, inevitabilmente, le si formò un sorriso sulle labbra: era troppo tenero vederlo lì, tutto intento a vestire le bambole che Mami aveva precedentemente spogliato, i piedi scalzi e il viso corrucciato.

<<Si amore>> rispose proprio il diretto interessato <<zio deve fare gli esami.>>

Gaia interruppe quel simpatico momento prendendo Mami tra le sue braccia per portarla in cucina. Federico, rimasi loro due, ne approfittò per passarle una bustina trasparente al cui interno erano sistemati i programmi che doveva studiare per l'esame di settembre. Rebecca diede un'occhiata veloce ai sei i fogli e poi li passò di nuovo al ragazzo biondo di fronte a lei.

<<Posso aiutarti in tutto>> comunicò con un sorriso.

<<Davvero? Anche in filosofia?>> chiese stupito rileggendo i vari nomi dei filosofi elencati.

<<Anche in filosofia>> annuì la ragazza.

<<Bene...Allora quando possiamo cominciare?>>

<<Dimmi tu, io organizzerò il mio studio in base al tuo.>>

<<Sarebbe un problema cominciare già da domani? Ho il terrore di non farcela.>>

Rebecca se lo aspettava, infatti durante il tragitto per arrivare a casa Bernardeschi aveva pensato bene a come mettere insieme gli impegni. Aveva ancor un po' di tempo per preparare l'orale, e poi del programma non le mancava tanto, lo avrebbe finito entro la prossima settimana, avrebbe, però, fatto a meno delle pause, doveva per forza sfruttare ogni ora disponibile. Ad agosto si sarebbe presa i primi 15 giorni di ferie, magari sarebbe scesa in Puglia, se ce l'avesse fatta.

<<Nessun problema>> disse dopo aver messo le idee a loro posto <<Dove ci vediamo?>>

<<Potete studiare qui se volete, Chicco ha la sua stanza!>> esclamò Gaia dalla cucina.

<<Non vorrei essere disturbato da Mami, Gaia, magari appena partite studiamo qui, ma per questa settimana è meglio utilizzare la sala comune della biblioteca.>>

Rebecca non aveva idea di cosa le avrebbe riservato Federico in quei mesi, ma era fiduciosa. Di certo non si illuse di poter creare un legame più forte, che sfociasse in un altro tipo di relazione se non quella di due semplici amici che studiavano assieme. Per tanto, sorrise al fratello della sua amica e si diresse verso la cucina per fare merenda con Mami.

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Allooora i capitoli saranno così alternati, presente e passato, principalmente perché voglio farvi vivere il loro amore a 360°, scoprendo piano piano i loro segreti. Quindi, ecco qui il punto di partenza della loro storia!
Spero di pubblicare presto il prossimo capitolo, giusto per mostrarvi le reazioni dei due ragazzi dopo il fatidico incontro. Se avete consigli o domande, non esitate a contattarmi!
A presto💙

OVUNQUE // Federico Bernardeschi.Where stories live. Discover now