Capitolo 6

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2014

Becca uscì dall'ufficio della professoressa con il sorriso: aveva superato l'esame scritto e avrebbe sostenuto l'orale a distanza di dieci giorni.
Entrò nella sua macchina lasciando lo zaino e il quaderno degli appunti sul sedile accanto, mentre con l'altra mano era intenta a mandare un vocale a Federico, comunicandogli il suo imminente arrivo per riprendere l'interrogazione su Schopenhauer che avevano dovuto interrompere ieri, quando Rebecca aveva ricevuto la mail della professoressa, la quale le comunicava l'orario di ricevimento.

In breve tempo arrivò a casa di Gaia, lontana dal centro di Firenze, e, dopo aver salutato Ugo, il portiere, salì velocemente al quinto piano, suonando il campanello. Federico, fresco di doccia, con i capelli ancora un po' umidi, le aprì la porta con un sorriso.

<<Allora? Superato?>> disse facendo allusione all'esame per cui quella mattina avevano annullato le loro lezioni.

Rebecca in risposta annuì contenta, lasciando lo zaino nell'ingresso. <<Ho l'orale tra dieci giorni, prometti di interrogarmi qualche volta?>>

Il calciatore mise una mano sul petto e alzò il braccio destro <<Giuro>>.

<<Bene>> disse Rebecca sedendosi al tavolo della cucina <<Riprendiamo il discorso di ieri...Dimmi cosa pensava il filosofo tedesco riguardo l'amore.>>

<<Allora>> cominciò Federico torturandosi le mani, un vizio che piaceva a Rebecca <<Schopenhauer dedicò parte della sua vita al pensiero dell'amore, arrivando ad una secca conclusione: l'unico amore presente è quello di forma carnale, di cui parla nella sua "Metafisica dell'amore sessuale", rivelando che l'uomo è un animale terreno che ha come unico scopo la conservazione della specie. Secondo il filosofo, l'amore fonda le sue radici nell'istinto sessuale, considerato come un inganno della natura...>>

Si fermò pensieroso, lo sguardo rivolto verso il frigorifero alle spalle della sua amica.

<<Che ti succede? Stavi andando così bene>> chiese lei preoccupata.

<<Mh stavo pensando che è ingiusto dire queste cose...Nel senso che, per averle dette, deve aver avuto un'esperienza totalmente negativa con le donne.>>

<<Non per giustificarlo, ma ha vissuto nel 1800. In quei tempi i matrimoni erano organizzati dai genitori, non si pensava ad altro se non a procreare e a mandare avanti il nome della famiglia. Per le donne era diverso: pur di stabilizzarsi economicamente, finivano con chiunque, accondiscendendo agli ordini dei genitori.>>

<<Giusto, ma si potrebbe mai vivere con un uomo, o una donna, che non si ama?>>

<<Lo hanno fatto per secoli, quindi sì. Non ti facevo così sentimentale, sai?>>

<<Nemmeno io, lo ammetto>> scherzò Federico passandosi una mano fra i capelli <<il fatto è che sono forse l'unico ragazzo che ha un pensiero più tradizionale. Non mi sposerei mai con una donna per cui non provo nulla. Tu sì invece?>>

<<Oh no Berna>> disse Becca mettendo subito le mani avanti <<stai parlando con la ragazza innamorata dell'amore e di tutte le sue forme, come potrei mai sposare qualcuno che non amo?!>>

Federico rimase a fissarla per qualche secondo con un sorriso ebete sul viso.

<<Mi hai chiamato Berna>> disse ridendo. Solo allora la ragazza si accorse del nomignolo usato dai telecronisti sportivi. Sentì salire il calore alle guance e abbassò lo sguardo imbarazzata.

<<Guarda che puoi farlo>> disse il calciatore chinandosi verso il suo viso alla ricerca dei suoi occhi <<è molto più confidenziale del solito "Federico" che usi sempre.>>

<<E' il tuo nome, come dovrei chiamarti? Alfredo?>> borbottò la ragazza.

Federico rise sbilanciandosi indietro con la sedia. Rebecca assaporò quel suono intensamente, diventando ancora più rossa dall'imbarazzo, strinse con i denti il labbro superiore e alzò lo sguardo verso i suoi occhi, guardandoli brillare.

<<Ora sei più rossa!>> la prese in giro il ragazzo.

<<La vuoi smettere? Mi imbarazzi>> Rebecca nascose il viso tra le braccia, appoggiandosi al tavolo.

<<Ho appena capito che mi piace farti imbarazzare>> disse Federico serio, aspettando una possibile reazione da parte della ragazza. Come previsto, Becca alzò la testa per osservarlo e sentendo le guance andare a fuoco, si nascose di nuovo, sopprimendo un sorriso.

<<Federico che palle!>> disse esausta mentre il diretto interessato riprendeva a ridere.

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Rebecca era andata via ormai da qualche ora, quando Federico, tutto preso da un film in TV, ricevette la chiamata dall'amico di nazionale, Danilo.

<<Non te fai mai sentì!>> esordì l'amico con il solito accento romano.

<<Danì quanto mi sei mancato>> rispose il fiorentino alzando gli occhi al cielo.

<<Eccerto, te credo, guarda. Dove me sei finito?>>

<<Sono a casa, in realtà.>>

<<A casa? Di venerdì sera? Che ti sta succedendo?>>

<<Ho finito di studiare tardi oggi, sono stanco>> confessò Federico.

<<Vederti studiare è una delle cose più divertenti della nostra amicizia>> Danilo scoppiò a ridere, mentre Federico sfoderava qualche appellativo poco gentile nei confronti dell'ex compagno con cui aveva condiviso la sua stagione al Crotone.

<<Sei proprio uno stronzo, fattelo dire. Quando vieni qui a Firenze?>> domandò sviando l'argomento.

<<Era proprio per questo che ti chiamavo. Tieniti libero il prossimo weekend, salgo a trovarti>> annunciò <<T'ho sopportato per un anno, che sentirti lontano non me piace proprio!>> confessò facendo sorridere il toscano.

<<Vale la stessa cosa per te. Ti ospito nella mia camera, a casa di Gaia, non prenotare inutili hotel.>>

Passarono i successivi minuti ad organizzare il soggiorno del romano a Firenze, tra promesse di sentirsi presto e novità sul lavoro. Infatti, Danilo era stato trasferito alla Lazio ed era contento di rimanere in casa, così come Bernardeschi, il quale comunque sentiva il bisogno di brillare, di farsi conoscere il più possibile. Non immaginava, però, nemmeno dove sarebbe arrivato, poi.

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Capitolo un po' corto, ma effettivamente mi serviva da tramite per presentarvi Danilo, un personaggio moolto importante per il nostro Federico. Presto lo conoscerete meglio e saprà conquistarvi! Vi lascio con una foto recentissima di Fede, a presto💙

OVUNQUE // Federico Bernardeschi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora