Capitolo 44

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Novembre 2015

<<Ciao Rebe>> Federico comparve dalla porta d'ingresso con in mano la giacca del completo Armani che indossava solo per le occasioni speciali.

"Evidentemente Veronica e il suo avvocato fanno parte di queste" pensò tenendo lo sguardo fisso sul televisore, ignorando la figura che si materializzò velocemente sul divano al suo fianco.

<<Sei ancora arrabbiata?>> Federico, cauto, cercò di capire se la situazione fosse migliorata, dato il modo brusco in cui avevano litigato qualche ora prima.

Rebecca scosse la testa. <<Immagino di sì>> sospirò il calciatore lasciando il divano per dirigersi nella loro stanza. Ne approfittò per sciacquarsi un po', facendo scorrere l'acqua sul suo corpo sperando di scacciare via non solo la tensione di quei giorni, ma anche i suoi pensieri.

La verità era che con Veronica si trovava particolarmente bene nell'ultimo periodo, perché era capace di distrarlo dai suoi pensieri quotidiani e allontanarlo dagli attacchi di ansia che avevano preso nuovamente in ostaggio Rebecca. Quei giorni in Puglia lo avevano illuso che la situazione potesse effettivamente andare meglio nei mesi successivi, ma con il ritorno alla realtà, la ragazza era tornata nella loro casa di Firenze più negativa che mai, portandosi dietro rabbia e nervosismo dovuto solo lei sapeva a cosa. E Federico sapeva benissimo quanto le desse fastidio non trovarlo a casa al ritorno dalle lezioni universitarie che, quell'anno, erano piuttosto lunghe e pesanti, ma lui non riusciva in alcun modo a rimanere in quella casa e aspettarla, indovinando con che umore dovesse fare il suo ingresso. Si sentiva in colpa per quello, soprattutto perché Danilo, spesso, glielo aveva rinfacciato, dicendogli che se davvero avesse provato dei sentimenti tanto forti nei suoi confronti, avrebbe dovuto avere quel desiderio comune in amore di passare del tempo con lei.

Si legò un asciugamano sui fianchi, mentre con un altro pulito si asciugava i capelli, lasciandoli un po' umidi proprio come piaceva a Rebecca.

"Fai pace con te stesso, amico" la sua saggia coscienza intervenne tra i suo pensieri mandandogli un messaggio più che chiaro.

Era così immerso nei suoi pensieri da non accorgersi dell'arrivo di Rebecca, la quale, stropicciandosi gli occhi con le mani chiuse a pugno, entrò nel bagno posizionandosi esattamente dietro la figura del calciatore, fermo davanti allo specchio. Sobbalzò quando sentì le braccia della ragazza circondargli i fianchi coperti dall'asciugamano, con la guancia sinistra appoggiata alla sua schiena nuda.

Federico sospirò voltandosi senza interrompere l'abbraccio, ritrovandosi a guardare ancora una volta le iridi verde smeraldo, in cui poteva leggere tutta la confusione e i sentimenti contrastanti che continuava a provare in quei giorni.

<<Scusami>> sussurrò non volendo rovinare quel momento <<per averti lasciata sola anche questa sera.>>

Becca scosse la testa in risposta e appoggiò il mento sul suo petto, guardandolo con gli occhioni colmi di lacrime. Avrebbe voluto dirgli così tante cose...

<<Com'è andata con l'avvocato, alla fine?>> chiese schiarendosi la voce.

<<Bene, siamo arrivati ad una conclusione definitiva. Veronica dovrebbe avere il colloquio con il direttore della Nike di Milano agli inizi di dicembre, poi si vedrà.>>

Rebecca annuì, sperando che quel giorno arrivasse il più in fretta possibile, in modo da poter riavere il suo Federico tutto per sé. A volte sentiva quel prepotente istinto di dirgli tutto, della disoccupazione di suo padre Riccardo, dei discorsi sulla loro relazione di Veronica e dei suoi particolari inviti a lasciare il toscano, perché non era la persona giusta per lui.

OVUNQUE // Federico Bernardeschi.Where stories live. Discover now