Capitolo 16

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2014

Mancavano due giorni al fatidico esame di maturità, dopo il calciatore si sarebbe finalmente concentrato sulla sua nuova stagione: era tra i convocati della nazionale U21 e poi, con il campionato cominciato alcune settimane prima, a detta del suo allenatore avrebbe potuto giocare la partita con il Genoa, se non dal primo minuto, almeno nel secondo tempo.

Federico tornò relativamente presto dagli allenamenti quel pomeriggio e, appena entrò in casa, lasciò il borsone all'entrata, come spesso faceva, si gettò sul divano accanto alla sorella e al cognato, mentre Mami se ne stava sul tappeto davanti ai loro piedi e giocava con le sue Barbie.

<<Tutto bene Chicco?>> si informò Gaia da brava sorella maggiore.

<<Più o meno>> rispose il fratello passandosi una mano fra i capelli, chiudendo momentaneamente gli occhi. <<Oggi sono particolarmente stanco.>>

Mami alzò il volto verso lo zio, sfoderando il faccione con il musino e gli occhi dolci perché aveva intuito che nemmeno quel pomeriggio avrebbe potuto giocare con lui.

Il calciatore, intanto, si allungò verso il tavolino in vetro posto accanto al divano per prendere gli appunti di storia che Rebecca gli aveva trascritto e cominciò a ripassarli.

<<Ti vedo un po' pensieroso.>> Gaia si sdraiò appoggiando la testa sulla spalla sinistra del giocatore, mentre guardava il marito e la figlia uscire insieme dal salotto.

<<Hai voglia di parlare un po' di ciò che ti turba?>> gli chiese dolcemente, osservando il fratello riporre i fogli sulle sue ginocchia e voltarsi per lanciare una veloce occhiata a Mami che, in cucina, addentava un panino.

<<Non c'è niente in realtà>> rispose lui semplicemente, riprendendo a leggere del governo di Giolitti.

<<Sei preoccupato per l'esame?>>

<<Un po' sì, ma Rebecca dice che ormai sono preparato al 100%, quindi mi fido>> concluse. <<Ah, a proposito, dopo cena viene per aiutarmi a ripetere ancora un po'.>>

<<Come mai non viene a cena?>> Gaia alzò la testa verso di lui per osservarlo meglio.

<<Aveva un appuntamento con un compagno di università>> disse con una smorfia che, a Gaia, non passò di certo inosservata. Infatti, la bionda si alzò dal divano, trascinò il pouf viola di fronte a lui e vi ci si sprofondò sopra.

<<Cosa mi nascondi Chicco?>> domandò appoggiando il volto sulla mano destra e puntando il gomito sulle ginocchia.

Il fratello la osservò sorpreso, con un sopracciglio alzato, chiedendosi mentalmente a cosa si riferisse effettivamente.

<<Andiamo Fede>> continuò pedante Gaia <<so che vuoi dirmi qualcosa!>>

Federico sospirò e si chinò in avanti con il busto, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

<<Nulla, sto solo pensando a questo particolare periodo.>> Si fermò un attimo per osservare la sorella e, vedendola interessata, continuò. <<Sto per concludere i miei studi, non andrò all'università ma farò il lavoro dei miei sogni. Sto per cominciare una stagione alla Fiorentina, la squadra della nostra famiglia e mi sembra tutto così irreale.>>

Gaia posò una mano sull'avambraccio di Federico e lo fissò con gli occhi lucidi. <<Sono così fiera di te Fede. Ti meriti tutto questo, questo e molto altro, pensa solo a realizzare i tuoi sogni e goditi ogni passo che farai, dalla prima partita agli allenamenti, tutto. Ti sembra irreale, ma credimi è la realtà, la tua realtà e devi esserne felice.>>

OVUNQUE // Federico Bernardeschi.Where stories live. Discover now