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Posò la sua mano sulla fibbia della mia cintura, ma decisi di dare ascolto a quella sensazione che sentivo. Posai la mia mano sulle sue, fermando ciò che stava facendo, poi mi sistemai meglio nel divano, lasciando intendere che non volessi. In realtà, la voglia la avevo, ma mi sentivo strano.
Lui mi rivolse un'occhiata stranita, poi senza dire nulla, si alzò e si diresse verso la cucina. Sentii il rumore del frigo aprirsi, poi una bottiglia aprirsi ed un bicchiere posarsi nel ripiano di marmo.
Passarono circa cinque minuti, in cui non accadde nulla di che, poi improvvisamente entrarono i quattro ragazzi con in mano i cartoni della pizza. Notai l'espressione sul volto di Nadir, era rilassatissima, ed un po' mi rodeva.
Capivo quella sensazione che avevo poco prima: gli altri sarebbero tornati nel bel mezzo di ciò che mi avrebbe fatto Claudio.
-Arthur vieni? Ti offro metà della mia pizza- mi domandò Nicholas, facendomi un cenno.
Annuii, andando in cucina.
-Fanculo vengo anche io- mormorò Claudio, seguendoci.

Martedì 31 dicembre, ore 20:30
Mi arrivò un messaggio da parte di Andrew.

Andrew

Siamo sotto casa tua, scendi

Visualizzai, poi mi guardai velocemente allo specchio un'ultima volta, sistemandomi i capelli con le mani, poi infilai il telefono in tasca e scesi le scale. Incrociai la mia famiglia in salotto: stavano mettendo in ordine le ultime cose, dato che avrebbero festeggiato con alcuni amici in casa.
-Dove festeggerai?- mi domandò mio padre, quando stavo per uscire.
-Ancora non lo so bene, un amico mio e di Andrew ci porta ad una festa a cui l'hanno invitato- dissi, con tono distaccato. Poi me ne andai, ed entrai in macchina. Alla guida c'era Christian: era un bel ragazzo, e caratterialmente piuttosto simile a me.
-Allora, dove si va?- domandai, accendendo una sigaretta.
Mise in moto, e poi si avviò. C'era il finestrino del guidatore leggermente aperto, sentivo l'aria fredda in faccia.
-Festa di Veronica, ha detto di portare gente, ha il villino.. credo che sarà una bella serata- spiegò lui, svoltando una curva.
Annuii, facendo un paio di tiri dalla mia sigaretta.
Ci volle una mezz'oretta prima di arrivare, ed una volta giunti, già dal marciapiede si poteva vedere la gente fumare ed avvicinarsi alla casa.
-Minchia- commentò Andrew, scendendo dalla macchina. Feci lo stesso, seguito da Christian, che la chiuse subito dopo. Ci avviammo verso l'entrata, cercando di evitare i ragazzi già fatti che occupavano la porta. Una volta dentro, notai veramente tanta gente, e sicuramente ne sarebbero dovuti arrivare degli altri. Mi fiondai sul divano, stranamente libero, e mi rollai una canna, accompagnato dal ritmo della canzone che usciva dalle grosse casse.
Mi accesi il mio bel joint, guardandomi attorno, osservando le persone che mi circondavano. Vidi Veronica insieme a Martina, che mi lanciò un'occhiata, seguita da un bel sorriso, che ricambiai subito.
Avevo voglia di divertirmi e non pensare a nulla, quindi feci cenno alla ragazza di avvicinarsi a me.
-Ciao Martina, come va?- le domandai, mentre si stava sedendo accanto a me. Feci un tiro dalla mia canna, poi gliela passai.
-Tutto bene- rispose, fumando dal mio joint.
Passò una mano tra i suoi capelli rossi, scostandoli dal volto, poi la poggiò sul mio ginocchio, facendomi intendere le sue intenzioni. La guardai e le sorrisi leggermente
Finii la canna, mentre il suo sguardo non smetteva di consumarmi.
-Ti va di bere qualcosa?- proposi, facendo per alzarmi.
-Certo, vado io, tranquillo- acconsentì lei, mettendosi in piedi. Annuii, poi la vidi allontanarsi verso la cucina, dietro di me.
Non ci impiegò molto, solo un paio di minuti, poi tornò con un paio di bicchieri in mano, pieni di forse Vodka. Si sistemó nuovamente accanto a me, poi bevemmo insieme quel bicchiere.
Vidi passare davanti a me un ragazzo, Enrico, un mio amico di vecchia data, ma con cui avevo praticamente perso i rapporti; decisi di non andarlo a salutare, non ne valeva la pena, ed in più ero con Martina, che mi eccitava parecchio come ragazza.
Fu così che passammo la serata, fino alle undici e mezza circa: a bere e a fumare, alternando una canna ad un paio di sigarette ed erba.
A noi si erano aggiunti un paio di ragazzi che non mi sembrava di conoscere, ma per quello che mi interessava, sarebbero potuti essere anche i miei genitori.
Avevo anche bevuto tanto, un bicchiere dopo l'altro, forse Martina aveva esagerato, ma non me ne fregava un cazzo, mi stavo divertendo.
Quando arrivò la mezzanotte, segnata dal grande boato che si creò tra le persone, mi bevvi tutto d'un fiato un bicchiere di vodka; non seppi nemmeno io il perché, sarebbe solo iniziato un altro anno di merda in cui non avrei fatto altro che drogarmi e fare scelte sbagliate, ma mi sentivo in vena di festeggiare.
-Arthur, non mi sento molto bene, ho bisogno di un po' di silenzio, mi porti in camera?-
La debole voce di Martina cercò di sovrastare la musica, a volume naturalmente troppo alto, ma la capii comunque.
Non le risposi, ma la presi per mano e con un po' di fatica, riuscii a passare tra le persone che appena si reggevano in piedi, portandola in una camera.
Mi sedei nel letto, mentre lei rimase in piedi a guardarmi: in quella stanza, al secondo piano, c'era piuttosto silenzio. La guardai, era davvero sexy con quel vestito aderente che le arrivava a metà coscia.
Il mio sguardo saettava tra il suo volto ed il suo corpo. Mi sorrise lievemente, poi mise a cavalcioni su di me, iniziando a strusciarsi con insistenza, mettendo le mani sul suo culo, stringendolo piano.
Sentii qualcuno aprire la porta, e quando mi girai vidi che appoggiato allo stipite, che ci guardava, c'era Claudio.
Martina gli fece cenno di avvicinarsi, e così lui ci guardò, fermandosi su di me.
Si avvicinò sedendosi al mio fianco, poi Martina scese da sopra di me, si inginocchiò in mezzo a noi due; ci guardò posando una mano nel mio pacco ed una nel suo, iniziò a massaggiare.
Sbottonò prima i miei e poi i suoi jeans, quindi passò a tirarlo fuori, e con energia iniziò a lavorarli contemporaneamente.
I suoi movimenti passavano dall'essere molto veloci all'essere lentissimi.
Sospirai e chiusi gli occhi, mi piaceva il modo in cui lo teneva, lo maneggiava bene.
Sentii delle labbra sfiorarmi il collo per poi posarsi decise sulle mie e baciarmi più volte lungo il collo, facendomi venire i brividi, arrivò sulla mandibola.
Riaprii gli occhi lentamente, abbassai lo sguardo e vidi degli occhi verdi, quelli di Claudio.
Sentivo il suo fiato caldo sulle mie labbra da quanto eravamo vicini, lo baciai mentre la mano di Martina mi continua a dare piacere.
Passai una mano sul suo volto rilassato, mentre con l'altra scesi al suo cazzo; Martina capì le mie intenzioni e lo lasciò, concentrandosi su di me. Me lo prese in bocca, iniziando a succhiare dolcemente aiutandosi con la mano.
Ero concentrato sul movimento che stavo facendo con la mano, ma improvvisamente fu interrotto da Claudio che si alzò. Mi spostai con la schiena appoggiata al muro, Martina continuò a fare ciò che stava facendo, ma si interruppe qualche istante per salire sul letto, dove si mise a pecorina; Claudio si mise in ginocchio dietro Martina, poi le sollevò il vestito lungo le coscie e le abbassò il tanga rosso fino alle ginocchia e senza farsi scrupoli, con molta freddezza, glielo mise in culo. Non se lo aspettava dato che per un secondo si fermò nel succhiarmelo, ma ricominciò subito, mentre io posai una mano sulla sua nuca.
Ci sapeva davvero fare con la lingua quella ragazza, ed io non mi facevo fare un pompino come quello da tempo. Ogni tanto sentivo qualche suo gemito, provocato dalle forti spinte che dava Claudio, ma ciò rendeva il tutto più eccitante.
Non ci volle molto altro tempo prima che ciò avesse fine, forse soli cinque minuti e venni nella sua bocca. Lei ingoiò e poi si pulì le labbra, mentre Claudio finì il suo. Una volta che avemmo finito tutti, ci sistemammo poi ci stendemmo nel materasso, io in mezzo tra i due.
Mi girava la testa: l'alcol e le canne di troppo si stavano facendo sentire, e mi addormemtai in qualche minuto, sentendo il respiro di Claudio sul mio petto.
Mi risvegliai con l'urgente bisogno di andare in bagno, ed alzandomi vidi dalla sveglia sul comodino che erano le quattro e ventidue, poi mi diressi in bagno. Andai davanti al water e, mentre mi abbassavo la cerniera, mi guardai nello specchio posto davanti a me; dalla finestra alla mia sinistra entrava della luce emanata dai lampioni. Guardai il mio petto, nel quale c'era un tatuaggio rappresentante delle ali d'angelo: lo amavo da morire, nonostante mi avesse fatto davvero male. Finii di fare ciò di cui avevo bisogno, quindi mi lavai le mani e tornai in camera. Mi sedei nel letto e guardai per qualche istante le due persone che dormivano nel materasso; avevo sonno, ma non avevo molta voglia di rimanere lì.

Cosa farà Arthur?

Scelta N¹
andarsene

Scelta O¹
restare ancora

𝐀𝐫𝐭𝐡𝐮𝐫.Where stories live. Discover now