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Concordammo che sarebbe stato meglio andare al rave, così Nicholas chiamò Samuel, e si accordarono per il luogo e l'ora d'incontro: nel parcheggio del parco sotto casa di Luca alle sei.
-Andiamo, andiamo! Dai raga, alzatevi da quei divani, susu-
La voce squillante di Nicholas interruppe il silenzio. Guardai l'orologio, ed erano le sei spaccate: quel ragazzo era puntuale come un orologio svizzero.
Presi le mie scarpe e le infilai, poi seguii gli altri fuori. Arrivammo al parcheggio, ma del camper, nessuna traccia.
Aspettammo una quindicina di minuti; faceva un freddo assurdo, e stavo maledicendo mentalmente Nicholas. Poi finalmente Samuel giunse, e dal finestrino ci fece segno di salire.
Non appena dentro, notai che il camper era piuttosto spazioso; nel posto del passaggero, accanto a Samuel, c'era seduta la sua fidanzata Amy, mentre nel letto a castello inferiore, nel fondo del camper, c'erano Carol e Alberto sdraiati.
William e Nicholas si fiondarono nel divanetti, facendo a gara per il posto migliore, come dei bambini; gli altri occuparono immediatamente il letto a castello e i restanti divanetti, lasciando libero soltanto il letto matrimoniale, posto a soppalco sopra il guidatore.
Mirko estrasse la scaletta e salì, lasciandomi lo spazio nel letto; lo seguii e mi stesi di fianco a lui. Sentivo vociferare, ma non ci stavo dando molto peso, dato che ero molto assonnato e quel materasso era comodissimo.
Sentii un movimento e le tendine accanto a me scorrere, aprii appena gli occhi e intravidi nella penombra dei riccioli sopra di me.
-Non riesco a dormire con la luce- mi sussurrò Mirko, come per giustificarsi.
Spontaneamente gli accarezzai la schiena e si poggiò sul mio petto.
Era così bello avere qualcuno che ricambiasse il mio affetto, anche se con lui mi sentivo fragile, non volevo perderlo, si vedeva che non c'era finzione, ma la consapevolezza di esserne innamorato mi turbava, perché sapevo che un giorno o l'altro sarebbe potuta finire.
Il suo braccio mi avvolse le spalle, mentre l'altro si posò sugli addominali. Mi sembrava di avere un bambino tra le braccia, era gracile e carino.
Passai le dita tra i suoi ricci, con delicatezza, poi la mia mano scese al suo fianco, dove si stabilizzò.
Lui invece cominciò ad accarezzarmi la zona appena sopra la cintura, passò le sue dita tra la mia pelle e l'elastico dei boxer. Il suo tocco mi provocò una serie di brividi lungo la schiena: mi piaceva da impazzire il modo in cui lo faceva, la delicatezza che usava.
Feci un respiro profondo, mentre la sua mano passò dal provocarmi, alla fibbia della mia cintura, che slacciò lentamente, per poi aprire la zip del jeans.
Sentivo la pressione della mia erezione contro il tessuto dei boxer, fino a quando le sue morbide e calde mani lo presero e iniziò a fare ciò che entrambi aspettavamo da tempo.
Stringevo il lembo della sua felpa cercando di concentrarmi e di non fare sentire a nessuno i gemiti che mi provocava.
Il movimento si fece più veloce e il mio respiro sempre più corto, rilassai le spalle e il collo dove poco dopo, il ragazzo che mi stava dando così tanto piacere come non mai, appoggiò le labbra bagnate e mi baciò fino sotto l'orecchio, il mio punto sensibile.
Sentivo di essere alla fine, accompagnato da un lieve gemito che non ero riuscito a trattenere e venni, Mirko tolse la mano lentamente e mi guardò, gli diedi un bacio a stampo e mi tirai un po' sul con la schiena, almeno per quanto potevo dato che c'era veramente poco spazio tra il materasso e il soffitto, mi sistemai i pantaloni e notai la coperta bagnata, così presi un fazzoletto che fortunatamente avevo in tasca e ripulii la maggior parte: sarebbe stato troppo imbarazzante se Samuel lo avesse notato.
Mi stesi nuovamente sul materasso e guardai i suoi occhi luccicare nella penombra, sorrise lievemente e intravedi la fossetta sempre presente, la accarezzai con il pollice, chiuse gli occhi, evidentemente aveva sonno così gli diedi un piccolo bacio sulla spalla e caddi in un sonno profondo.
-Dio cane!- la voce forte di Samuel accompagnata da una frenata brusca mi svegliò dal sonno, alzai velocemente la testa dal cuscino e colpii il soffitto
-Concordo cazzo- urlai come risposta a Samu, mentre mi portai una mano sulla fronte; la luce invase i miei occhi velocemente, e mi trovai la faccia di Andrew davanti alla mia.
-Cosa è successo?- mi domandò il mio amico.
-Ho sbattuto la testa appena mi sono svegliato- risposi togliendo la mano dalla fronte; mi girai verso Mirko che, ancora disteso, stava palesemente trattenendo una risata. Appena mi vide, iniziò a ridere così forte da contagiare Andrew; io li guardai con aria confusa.
-Hai...hai...- Mirko provò a darmi spiegazioni, ma non riusciva a finire la frase, che veniva continuamente interrotta dalla risata.
-Hai tutta la fronte rossa- dopo svariati tentativi riuscì a concludere.
-ah ah ah- risi ironicamente e scesi dal letto, mentre Mirko e Andrew continuarono a divertirsi.
Mi sedei accanto a Samuel, nel posto del passeggero; Amy stava parlando con Carol ed Alberto, poco più distante nel letto a castello.
-Che ore sono?- domandai.
-Le otte e venti circa, e hai la fronte tutta rossa- disse, rivolgendomi un sorriso.
-Grazie, lo so, perché qualcuno ha frenato se non hai notato e ho sbattuto!- dissi in modo ironico.
-Comunque quanto manca per arrivare?- chiesi scocciato di stare in camper.
-Poco, 10 minuti circa-
-Sai com'è il posto?- domandai.
-Mi hanno detto che è una fabbrica abbandonata, quindi sicuramente non sarà messo bene, ma se vuoi andare ad un rave serio sono questi i posti da frequentare- rispose alludendo ai ragazzini che pensano al rave come un concertino di paese, sminuendolo.
-Siamo arrivati!- esclamò Samuel, accostando di fianco ad un altro camper, in un terreno.
-Finalmente, mi fa male culo- rispose Nicholas alzandosi dal divanetto e dirigendosi verso la porta.
Uscimmo dal camper e fui invaso da un'ondata di aria fredda. Vidi subito la fabbrica e tantissime persone che ci si dirigevano all'interno.
Attorno a noi c'erano alcuni camper illuminati che distribuivano del cibo, ed altri che invece lo erano solo per via della gente che vi stava al suo interno.
-Ehi raga, tenetene una- disse Alberto, richiamando la nostra attenzione. Porse la mano verso di noi, ed era piena di pasticche colorate. Ne presi una e ringraziai piano, anche se non sapevo di cosa si trattasse specificatamente.
Dopo circa mezz'ora iniziai a sentirmi più forte, l'effetto stava iniziando a farsi sentire.
Ballai per molto tempo, non sapevo bene quanto e chi avevo di fianco. C'erano tante grandi casse che pompavano tekno quindi, come era mio solito fare, insieme ad Andrew andai sotto ad una delle casse. Quel giorno vennero con noi anche William, Samuel e Amy; mi fu passata una bottiglia, probabilmente di alcol dato che era passata di persona in persona, e ne bevvi un po', passandola poi ad Amy.
Sentivo il mio cuore battere a ritmo con la canzone in riproduzione, ed era una delle cose che amavo dei rave.
In quel momento non mi importava e non facevo caso al tempo che passava, e che io trascorsi fumando insieme ai miei amici, una volta che ci fummo riuniti con gli altri ed allontanati un po' dalle casse.
Dopo un po', guardando il telefono, notai che erano le tre e quaranta.
Mi spostai un po' indietro, allontanandomi di più dalle enormi casse che facevano vibrare quel posto e vidi Samuel, poco più indietro.
-Devo andare in bagno, mi puoi aprire?- gli chiesi
-Certo, vengo con te- disse urlando per sovrastare il frastuono
Andammo verso il camper e vi entrammo; feci per andare verso il bagno, ma la voce di Samuel mi bloccò.
-Frà, vuoi provare qualcosa di nuovo?- mi domandò, facendomi rigirare nella sua direzione.
Mi mostrò un ago già pieno, lasciandomi in dubbio.

Cosa farà Arthur?

Scelta P¹
rifiutare la droga

Scelta Q¹
accettare la droga

𝐀𝐫𝐭𝐡𝐮𝐫.Where stories live. Discover now