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Non ce l'avrei fatta un minuto in più lì dentro, con quella testa di cazzo, quindi mi alzai e, continuando a fumare dalla mia sigaretta, scrissi un messaggio a mia madre per avvisarla, dato che sarebbe stato davvero brutto se me ne fossi andato senza dire nulla.

Mamma

Sto tornando a casa, scusa, ma
non ce la faccio a stare con lui.

Tranquillo...

Rimisi il telefono in tasca, mentre sentivo le mie mani quasi paralizzate dal freddo che sentivo e che c'era nell'aria. Finii la mia sigaretta, facendoci l'ultimo tiro, arrivando al filtro, quindi lo gettai a terra, pestandolo subito dopo.
Mi ricordai la mia prima sigaretta, che mi fumai interamente da solo, senza nemmeno aspirare ai polmoni, buttando fuori nuvolette di fumo senza un senso. Inizialmente tenevo il fumo solo in bocca, ed in realtà odiavo quel gusto ai tempi, mentre in quell'ultimo periodo nemmeno facevo caso a quel sapore.
Sfregai con forza le mani tra loro, cercando invano di scaldarle almeno un minimo, ma non raggiunsi alcun risultato soddisfacente.
Mentre camminavo, mi guardavo attorno, e l'atmosfera così natalizia mi trasmetteva nostalgia, tristezza ma allo stesso tempo tranquillità. Tutte quelle lucine colorate, sempre accese, poste nei balconi delle finestre, quel poco residuo della neve che era rimasto ai bordi della strada, i Babbo Natale nei giardini. Mi trasmettevano tanti ricordi d'infanzia, in cui ero ancora un minimo più felice rispetto a quel momento.
Arrivai a casa mia e, non senza qualche sforzo, aprii la porta d'ingresso. Mi precipitai verso il termosifone, poco distante dalla porta, e mi scaldai istantaneamente le mani, sentendo il calore estendersi dalle mani al resto del corpo, provocandomi un benessere generale.
Mi tolsi il giaccone e le scarpe, poi salii le scale, andando in camera mia; mi sedei nel letto, ed accesi la tv, schiacciando poi nel telecomando il tasto "Netflix", mentre mi stavo infilando sotto le coperte.
Selezionai tra i vari profili quello con scritto "Arthur" e iniziai a cercare un film da vedere, in alternativa alla solita serie tv.
Sentivo le labbra secchissime, e quella sensazione la odiavo davvero tanto quindi, alla cieca, aprii il cassetto alla mia destra e vi infilai la mano, iniziando a tastare nella superficie liscia.
La prima cosa che trovai, prima del burrocacao, fu la mia busta d'erba ed il materiale per rollare; presi tra le mani quegli oggetti e li poggiai tra le mie gambe incrociate, sopra le coperte. Li stavo guardando, probabilmente con gli occhi che brillavano leggermente, perché si, mi mancava fumare.
Ripensai a Felisja ed alla lettera, mentre con una mano stavo aprendo la busta con l'erba. Avevo sbagliato solo io, ma in quel momento pensai solo a soddisfare la mia voglia.
Aprii la busta e ne tirai fuori un po', poi aprii il grinder e la misi dentro, iniziando a macinare l'erba; una volta finito, presi una cartina lunga dalla confezione e ne estraei una, poi strappai un cartoncino per farmi un filtro. Lo rollai a M, e lo infilai tra le mie labbra, mentre aprii il grinder, sentendo l'inebriante odore di ganja sprigionarsi per la stanza; ribaltai la sostanza sul centro della cartina e posizionai il filtro al lato sinistro di quest'ultima, iniziando a rollare, applicando un po' di pressione, soprattutto dove c'era il filtro. Quando constatai che fosse abbastanza omogeneo, feci scivolare il lato della cartina senza colla sotto l'altro, che leccai, richiudendo la canna. Presi il mio clipper bianco da sopra il comodino e tolsi la rotella, per poi andare a pressare il contenuto del joint, così da non farlo spegnere a causa dell'aria che ci sarebbe potuta essere. Riassemblai l'accendino, mi infilai la canna tra le labbra e con un po' di malinconia e delusione, accesi il joint facendo subito un tiro.
Quel gusto mi era mancato tantissimo, ma sapevo benissimo che non era la cosa giusta da fare, tantomeno se avevo intenzione di chiarire con Felisja, dato che le avevo promesso il mio impegno nello smettere. Feci un altro tipo, poi guardai la canna che reggevo tra le mie dita, indeciso se continuare a fumarla o se spegnerla; ed anche se l'avessi fatto, l'avrei riaccesa poco dopo, e di conseguenza decisi di finirla in quel momento.
Stavo iniziando a sentire la botta salire, dato che avevo preso una pausa di qualche giorno, e la cosa mi piaceva. Tiro dopo tiro, finii il joint, quindi mi alzai ed andai ad aprire la finestra, per fare uscire, per quanto fosse possibile, l'odore; nonostante lo facessi ugualmente, ai miei non garbava molto che fumassi in casa, ma in quel momento mi sarei preso la broncopolmonite se fossi uscito.
Un'ondata di aria fredda invase la mia stanza, provocandomi dei brividi; attesi un altro paio di minuti, quindi richiusi la finestra e tornai sotto le coperte. Scelsi un film comico a caso, mentre il tepore delle trapunte mi scaldò il corpo. Dopo aver fumato, stavo meglio.

Martedì 31 dicembre 2019, ore 20:27
Ero con Andrew da tutto il pomeriggio, e non avevamo fatto altro che fumare e guardare video idioti su YouTube. Si erano fatte le otto e mezza, quindi iniziammo a prepararci un po': quella sera avremmo avuto una festa. Era a casa di Veronica, la migliore amica di Martina, una ragazza con la quale mi sentivo il mese prima: era semplicemente sparito l'interesse.
Eravamo a casa mia, quindi andai in bagno e mi feci una doccia veloce, poi indossai devi vestiti puliti e mi spruzzai del profumo. Poi tornai in camera, dove continuai a parlare col mio migliore amico, che mi stava raccontando un qualcosa che aveva fatto la settimana precedente.
-Mi ha scritto Christian, è al parco. Andiamo- disse Andrew ad un certo punto, dopo aver letto la notifica del ragazzo dalla schermata di blocco.
Annuii, quindi scendemmo al piano inferiore, dove incrociammo i miei genitori.
-Dove andrete questa sera?- chiese mio padre, ad entrambi.
-Ad una festa- risposi semplicemente, estraendo una sigaretta dalla tasca.
-Divertitevi, ma attenzione- mi raccomandò l'uomo, con un tono poco convinto. Ormai non ci credeva più nemmeno lui, aveva perso le speranze con me; la cosa mi dispiaceva, ma non ero abbastanza forte per cambiare.
Annuii, poi infilai la sigaretta tra le labbra e salutai, uscendo di casa, seguito da Andrew. Portai la fiamma dell'accendino sulla punta della sigaretta ed iniziai a fumare, mentre camminavamo verso il parco, dove ci stava aspettando Christian.
Salimmo nell'automobile, dove finii la mia sigaretta, che poi gettai dal finestrino, ed un una decina di minuti circa arrivammo a destinazione. Scesi dal veicolo, ed insieme ai due mi dirigei all'interno della casa; la prima cosa che notai fu il gran quantitativo di persone presenti, e tutti stavano ballando a ritmo della canzone raggaeton che c'era in sottofondo, anche se sottofondo era un eufemismo, dato che il volume della musica era spropositatamente alto.
Andai verso il divano in compagnia di Andrew, quindi mi sedei, ed io mio migliore amico tirò fuori una canna, che accese. Fu passata prima a me, che ne usufruii un po', poi la diedi a Christian, che si era appena unito a noi.
Ero fattissimo, dato che tutto il pomeriggio lo avevo passato ad accendermi un joint dopo l'altro, ed ero perso tra i miei pensieri, mentre i miei occhi osservavano la situazione circostante.
Notai Martina e Veronica venire verso di noi, quindi le salutai soffermandomi a guardare Martina, che si sedette accanto a me. Passarono alcuni minuti, in cui i miei amici iniziarono a parlare tra loro di Rainbow e di videogiochi in generale. Sentivo lo sguardo di Martina che mi divorava, poi posò la sua mano nel mio interno coscia, accarezzandolo lentamente, quindi la guardai: sì morse il labbro inferiore, guardandomi in modo provocante. Avevo capito le sue intenzioni, e non ne ero per niente dispiaciuto, anzi. Mi fece alzare tenendomi la mano e ci incamminammo verso le scale. Potei intravedere tra la folla la cucina, ed al suo interno vi era un volto a me conosciuto. Misi a fuoco la figura ed era Enrico, un mio amico di vecchia data.
Feci primo scalino, ma poi mollai la mano di Martina e mi girai verso Enrico, che era seduto sul tavolo con in mano una birra
-Aspetta qua- dissi alla mora, per poi andare dal ragazzo, che non appena mi vide abbozzò un sorriso.
-Parker, madonna, era da una vita che non ti vedevo- disse lui, dandomi la mano in segno di saluto.
-Eh, è vero- commentai, sorridendogli. Rivolsi un saluto veloce anche ai restanti presenti, che non conoscevo, per poi parlare un po' con Enrico, che era visibilmente brillo.
-Sei qui da solo?- mi domandò.
-No, sono con Andrew, ma non so bene dove sia- risposi, guardandomi attorno.
-Sì starà divertendo con qualcuna- ipotizzò l'altro, ridacchiando.
-Probabilmente- concordai.
-Ti va di bere qualcosa?- mi chiese poi, mettendosi in piedi accanto a me; eravamo praticamente alti uguali, forse lui qualche centimetro in più.
-Mh non lo so- dissi.
-Intanto vieni con me, magari cambi idea- esclamò lui, guardandomi negli occhi.
Acconsentii e mi portò in una stanza lì accanto, in cui si stava giocando a vodka pong.
-Ciao frà-
Mi girai verso la fonte della voce e vidi Luca, proprio dietro di me.
-Ehii, che ci fai qua?- chiesi. Era ovvio fosse lì per fare festa, non sapevo perché glielo avevo chiesto.
-Stavo andando a comprare un coniglio, ma poi ho saputo di questa festa, quindi eccomi qua- rispose lui, ridendo. Mi unii a lui; probabilmente era anche vero che si stava per compare un coniglio, quel ragazzo era tutto strano, ma era quello che lo rendeva simpatico.
-Parker, vuoi giocare?- mi propose Enrico, attirando la mia attenzione.
Ero incerto, e non sapevo se bere.

Cosa farà Arthur?

Scelta R¹
bere

Scelta S¹
rifiutare


𝐀𝐫𝐭𝐡𝐮𝐫.Where stories live. Discover now