Capitolo sei.

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23 novembre 2014
📍Nizza, Francia

Andavo avanti e indietro per tutta la stanza, ero l'unica, a parte i suoi genitori, a poter entrare nella camera intensiva.
Ero come sua sorella, l'avevano detto al dottore, i genitori di Jules, e così non lascivo mai la sua stanza.
Mai.
<<Ciao Emelie.>> mi saluta Christine, la mamma di Jules mentre entra nella stanza.
Le sorrido mentre lei appoggia delle borse sul tavolo e mi abbraccia non appena ha le braccia libere.
La stringo forte, come ormai faccio da più di un mese.
<<Come stai oggi?>> mi chiede dopo che mi allontana per guardarmi meglio.
<<come ieri, l'altro ieri, come anche il mese scorso. Non è cambiato nulla. Non chiedo nemmeno come stai, perché credo, anzi, sono certa che stai peggio di me.>> lei annuisce e mi bacia la testa dolcemente, come se fosse mia madre.
Alla fine è un po' come se lo fosse.
<<Voglio che tu vada a casa a riposare, appena ci saranno novità ti richiamiamo. Puoi dormire nella sua stanza.>> mi accarezza la guancia ed io scuoto la testa.
<<No. Resto qui. Con lui>>
Lei mi guarda un po' turbata ma alla fine annuisce, sapendo bene che era inutile contraddirmi, non avrei mai cambiato idea.
<<Charles?>> chiedo ma sapevo bene qual era la risposta, mi siedo di nuovo sulla sedia e prendo la mano di Jules, stringendola con la mi.
<<Lo sai, è impegnato con la formula..>> annuisco e guardo Jules.
Impegnato con la formula.
Il suo migliore amico, la persona più importante per lui, il suo padrino, era in coma e lui non gli stava accanto.
<<Comunque è venuto il mese scorso, e poi mi chiama tutti i giorni.>> annuisco di nuovo, non mi importava.
Era un amico di merda.

***

<<Mi stai dicendo che Charles non si fa vivo?>> mi chiede Liam sbraitando al telefono mentre io, sempre all'ospedale, facevo avanti e indietro per tutta la sala d'aspetto.
<<Si. È da un mese che non viene, io sono sconvolta! Come diamine fa?>> chiedo appoggiandomi finalmente al muro.
Ero esausta,
Avevo bisogno del mio letto.
Avevo bisogno di farmi una doccia decente.
Avevo bisogno di dormire e di andare a scuola.
Ed invece erano quasi due mesi che studiavo e che facevo lezioni online per non perdere l'anno e per non rischiare di perdere nemmeno un minuto Jules.
<<Non ci posso credere... comunque.>> alzo lo sguardo e vedo l'infermiera che mi fa segno di rientrare in stanza.
Le sorrido e rientro vedendo il dottore con la cartella di Jules in mano.
<<Tutto come prima>> l'appoggia nel suo apposito posto e mi congeda con una pacca sulla spalla.
<<Scusa, sono ritornata in stanza e non ho capito quello che hai detto.>> mi scuso e mi siedo sulla sedia.
<<Ho solo chiesto se avevi ricevuto i compiti.>> sbarro gli occhi e prendo di colpo il computer e controllo l'email.
<<Si! Ora mi metto a farli. Grazie per avermi ricordato! Oggi quando ho chiuso Skype non mi sono più ricordata di controllare l'email.>> ammetto ed apro l'email con i compiti ed inizio a farli.
<<Emelie, ti stai distruggendo così.>> sospira e anche io insieme a lui.
<<Non mi importa. Jules è più importante.>>
<<Lo so! Ma se lui fosse sveglio ti avrebbe già mandata a casa a calci in culo! Sai quanto per lui era importante la scuola. Soprattutto per te.>> annuisco anche se lui non poteva vedermi ed appoggio il braccio sul bracciale della sedia ed appoggio la testa sulla mano.
<<Ora ti lascio, devo concentrarmi con algebra, ci vediamo domani in videochiamata.>>
<<Mi manchi. E manchi anche ai tuoi genitori.>> dice velocemente.
<<Anche tu mi manchi, e anche loro mi mancano ma...>>
<<Jules è più importante, lo so. Lo dici tutti i giorni da quasi due mesi.>>
<<Mi dispiace...>>
<<Non ti devi dispiacere. Solo ricorda che ci siamo, sempre per te. Ora vado che mi madre mi sta chiamando, ci vediamo. Mi raccomando, dormi. Ti voglio bene Emi!>> attacco e mi rimetto a fare i compiti.
Alla fine non erano difficili per cui, in dieci minuti li avevo finiti.
Chiudo il computer e lo appoggio sul tavolo davanti a noi e guardo Jules.
<<Potresti anche svegliarti. Sono stanca di stare qua su questa sedia. Se proprio non vuoi svegliarti, puoi spostarti un po' a sinistra così posso mettermi accanto a te a dormire! Sempre il solito antipatico!>> ridacchio leggermente e poi chiudo gli occhi scoppiando a piangere.
Ecco, ci mancava anche che diventassi bipolare!
<<Perché è successo a te?>> appoggio la testa sul suo grembo piangendo come una disperata.
Non riuscivo a mostrare i miei sentimenti a nessuno, nessuno tranne a lui.
E ora lui era in bilico tra la vita e la morte.
Se solo, se solo me lo avesse portato via, cosa avrei mai fatto?
Senza di lui non ero nemmeno capace di camminare.
Era la parte migliore di me e senza di lui avrei fatto solo danni.
Se solo avessi guardato quella gara, se solo non avessi perso tempo con Charles.
Se solo avessi ascoltato la testa per una santa volta, lui non avrebbe fatto l'incidente.
<<Jules. Ti prego..>> cerco di dire mentre singhiozzo <<rimani in vita.>>
<<Lie>> alzo la testa di scatto per poi sbuffare sonoramente.
<<Non chiamarmi così, pensavo che fosse Jules.>> mi sistemo meglio sulla sedia e lo guardo avvicinarsi a noi.
<<Mi dispiace averti spaventato.>> prende la sedia e si mette difronte a me.
<<Come hai fatto?>> chiedo indicando la porta.
<<Ho chiesto se potevo vederlo, e mi hanno detto di sì!>> ammette incrociando le braccia al petto.
<<Possiamo parlare?>> mi chiede ed io scuoto la testa.
<<Non voglio. Non ho tempo per queste cazzate!>>
<<Emelie, ti prego.>>
<<No.>> scatto in piedi. <<Non ho voglia di parlare. Jules sta male e ha bisogno di me, ha bisogno di te, quindi ora stiamo qui in silenzio.>> mi risiedo e lui si alza in piedi e prende la giacca rimettendosela.
<<Ho capito, io vado. Non c'è la faccio a stare qui.>> esce dalla stanza chiudendo la porta.
Sospiro e chiudo gli occhi.
Ma come ho potuto pensare che tra me e lui potesse nascere qualcosa?
Siamo così diversi.
Senza Jules, non andremo mai d'accordo.

******

Prenditi cura di meOnde histórias criam vida. Descubra agora