Capitolo nove.

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20 agosto 2019
📍Los Angeles, California

Erano le sei e mezza e Charles mi stava portando a fare il bagno nel mare.
Non si sa perché, solo che vuole andarci.
<<Aspetta che mi spoglio almeno.>> dico non appena arriviamo alla riva.
Lui annuisce e si spoglia velocemente ed entra nel mare ed io dopo essermi spogliata, faccio la stessa cosa.
<<Perché volevi a tutti i costi venire qui?>> dico non appena lo raggiungo.
Lui mi avvicina facendo incrociare le mie gambe attorno alla sua vita.
<<Perché volevo ammirarti con la luce dell'alba. Sei meravigliosa anche con questa luce.>> mi bacia ed io arrossisco.
<<Ho sempre odiato le parole sdolcinate, ma tu non me le fai odiare.>> appoggio la testa sul suo petto e lui mi stringe forte.
<<Un paio di giorni fa ho sentito una canzone italiana che fa "Prenditi cura di me,
l'amore vuole attenzione,
mi basta un piccolo gesto
d'affetto
inatteso
ed io mi sciolgo nel mare" ed è per noi.>> lui mi bacia la testa ed io allaccio le braccia attorno al suo collo.
<<Mi prenderò cura sempre di te. Perché ti amo e perché l'ho promesso a Jules.>> sorrido e lo bacio.

****

<<Lando ciao.>> lo stringo forte a me non appena mi abbraccia.
<<Ciao Em, come stai?>> mi chiede ed io annuisco non appena ci stacchiamo.
<<Lui è Carlos, il mio compagno di scuderia e lui è Daniel, corre per la Renault.>> mi presento ai ragazzi e Charles li abbraccia tutti e tre.
Devono essere buoni amici.
<<Allora, tu sei?>> mi chiede Daniel <<Emelie, quella Emelie?>>
Io annuisco e lui sorride a trentadue denti guardando Charles.
<<Perché?>> chiedo guardandoli.
<<Perché sapevamo tutti che alla fine sareste diventati una coppia, non faceva altro che parlare di te.>> ammette Carlos appoggiandosi al muro della stanza.
Io sorrido e Charles mi cinge la vita.
Era così bello quando parlava e sorrideva.
È sempre bello in ogni situazione.
Pensare che se avessi dato retta alla ragione, ora io e lui non eravamo niente.
Per fortuna, che per una volta, ho ascoltato il cuore.
<<Che facciamo, andiamo a mangiare qualcosa?>> chiedo e loro annuiscono.
Andiamo in un bar vicino e ci sediamo fuori visto che fa caldo.
Mi siedo accanto a Lando con davanti Daniel.
<<Allora, che fai nella vita Emelie oltre ad essere la sua ragazza?>> mi chiede ridendo Daniel mentre porge il menù alla cameriera dopo che ha preso le nostre ordinazioni.
Incrocio le braccia al petto e sorrido.
<<Che spiritoso, comunque lavoro ad Harrods per la Louis Vuitton.>> ammetto e la cameriera ritorna con le nostre bibite.
Bevo un sorso di coca cola e lui mi guarda sbalordito.
<<Wow, quindi lavori nell'alta moda! Figo, e questo lavoro ti permetterà di venire sui circuiti a sostenere il tuo caro ragazzo?>> mi chiede e sa una gomitata a Charles e soffoca una risata.
<<No, cioè si me lo permette, ma Charles sa bene che ancora adesso, a distanza di anni, non riesco a venire sui circuiti come prima.>> ammetto e li guardo tutti e tre.
<<oh..per Jules?>> chiede ed io annuisco.
La cameriera ritorna e ci porta finalmente da mangiare.
Iniziamo a mangiare e Charles mi prende la mano stringendola con la sua.
<<Ti amo Emelie e non voglio per niente obbligarti, quando e se te la sentirai, potrai venire a vedermi, sei sempre la benvenuta.>> mi dice dolcemente baciandomi il palmo della mano.
Sorrido e gli stringo la mano.
<<Ma, che ne dite di raccontarci tutta la storia? Di come vi siete conosciuti e di come siete arrivati a qui?>> ci chiede Daniel dopo aver dato un morso al suo panino.
Ci guardiamo e sorridiamo insieme.
<<Okay, vado io.>> dico ed inizio a raccontare tutta la nostra storia.
Di come, un giorno di luglio, ad undici anni, Jules ci ha fatto conoscere e di come subito Charles non voleva che gareggiassi con loro, per poi l'anno dopo arrivare secondo, dopo di me.
Per poi raccontare di come, a quattordici anni abbiamo capito di odiarci ancora di più, è da lì lui non ha mai smesso di vedermi, pur odiandomi.
E di come ho capito di amarlo, al mio compleanno dei diciassette al concerto di Ed Sheeran, sotto le note di Kiss Me, che ora era la nostra canzone.
E di come, quel giorno, il nostro primo bacio, sia stato meraviglioso ma sia stato anche devastante.
E anche, di come, al suo funerale, io l'abbia allontanato cercando di spiegagli che non eravamo fatti l'uno per l'altro, che eravamo sbagliati, ho preferito digli: "No, le cose stanno così e non possono cambiare".
Per poi, dopo quattro anni, accettare il suo invito per bere un Tea, così, a caso.
E di come, guardandogli gli occhi, avevo capito di non aver mai smesso di amarlo, e di come avrei voluto baciarlo.
E poi, alla fine, di come ci siamo baciati in auto, lui ubriaco fradicio, ed io ubriaca di lui.
<<Che storia, potresti scrivere un libro. Bro, non fartela scappare. È fantastica.>> ammette Daniel e Lando annuisce.
<<Si, non fartela scappare.>> io sorrido.
<<Beh ragazzi, anche io non lo devo far scappare.>> ammetto e  loro iniziano a ridere ed io li seguo a ruota.

***

Il cuore è un posto fantastico, è come una casa, una casa immensa, alcune persone ci vivono dentro dai primi momenti di vita, altre entrano, si stabiliscono, poi vedono una casa più bella e se ne vanno, altre ancora la guardano da fuori, non hanno il coraggio di metterci piede. E poi ci sono quelle persone, come lui, che arrivano per caso, entrano e non se ne vanno più, per abitudine, per amore, perché si sono affezionate a quello che il cuore ha da offrire.
Come tutti i giorni, ben tornato a casa.
Era seduto sul divano, accanto a me,  a guardare una partita di cui non sapevo nemmeno che squadre giocassero e lo guardavo.
Il sole, che entrava dalla finestra, emanava una luce meravigliosa sul suo volto, sembrava che fosse abituato ad essere baciato dal sole.
Le labbra screpolate, gli occhi che brillavano, la mascella serrata, la barba rasata, le braccia incrociate e lo sguardo fisso sulla televisione.
Era bello, di una bellezza incredibile.
E lui lo sapeva, eccome se lo sapeva.
Perché non te ne potevi non innamorare.
Anche se, io, non mi sono innamorata del suo aspetto fisico, si anche quello, ma soprattutto della sua testa, sei suoi difetti.
I suoi mille difetti, che, diventano pregi.
<<Tutto okay?>> mi chiede, ad un certo punto svegliandomi dai miei pensieri.
Annuisco mordendomi l'interno guancia e lui mi bacia le labbra.
Sorrido sulle sue labbra e metto le mani sulle sue guance e lui sul mio fianco sinistro.
<<Non stavi guardando la partita?>> lui mi sposta sopra di lui e mi fa sedere sulle sue cosce.
<<Sei molto più bella tu.>> e ci baciamo, di nuovo.
E facciamo l'amore, e non intendo una il semplice botta e via.
Intendo mani intrecciate, intensi sguardi che racchiudono tutti i sentimenti.
Intendo carezze su ogni cicatrice, baci su ogni parte del corpo come a rimettere insieme tutti i pezzi.
Intendo parole dolci sussurate all'orecchio senza paura di una risposta negativa.
Intendo respiri e battiti sincronizzati.
Intendo corpi incastrati tra loro e anime in collisione, come fossimo una cosa sola.

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Prenditi cura di meWhere stories live. Discover now